Saranno costruite, centrali elettriche con i principi della bomba ad idrogeno di Enrico Altavilla

Saranno costruite, centrali elettriche con i principi della bomba ad idrogeno Saranno costruite, centrali elettriche con i principi della bomba ad idrogeno eE' una buona notìzia per l'Italia, povera di cranio», commenta l'onorevoli Seelba - Giacimenti uraniferi si trovano in parecchie regioni italiane, ma per ora l'estrazione non sembra economicamente vantaggiosa (Dal nostro inviato speciale) , Ginevra, 10 agosto. Gli scienziati atomici inglesi é sovietici hanno rivelato di stare studiando la possibilità di controllare la reazione termonucleare, e cioè di adoperare l'idrogeno come materia base per la produzione di energia atomica a scopi pacifici. Domani, in una conferenza-stampa straordinaria, anche l'ammiraglio Strauss, capo della delegazione americana, farà probabilmente lo stesso sensazionale annuncio. Se si pensa che la reazione naturale dell'idrogeno avviene a una temperatura di 200 mila gradi e che finora per fare scoppiare la bomba all'Idrogeno ci si era serviti come « grilletto» dell'esplosione di una bomba atomica, si comprendono le difficoltà che dovranno affrontare gli scienziati, e si comprende anche l'importanza della nuova possibile scoperta. Essa permetterebbe a tutti i Paesi, anche a quelli poveri come il nostro di materie prime, di produrre quantità quasi illimitate di energia dopo avere risolto il problema della costruzione delle centrali, che è di carattere soltanto finanziario. «Non posso dirvi a quali risultati siamo arrivati in Inghilterra — ha detto ieri il noto scienziato atomico britannico John Cockroft — ma posso dirvi che sono sicuro di riuscire. Oramai la risoluzione dei problemi atomici più ardui è questione soltanto di tempo e di studi». A loro volta, durante una conversazione con scienziati occidentali, i delegati sovietici hanno ammesso che anche i russi stanno studiando la possibilità di controllare la reazione termonucleare. Queste rivelazioni sono state fornite dal presidente della Conferenza atomica, l'indiano Bhabha, che per primo diede notizia della possibilità di adoperare l'idrogeno come fonte di energia a scopi pacifici. Occorreranno probabilmente molti anni prima che gli scienziati concludano la loro difficile missione; e dobbiamo augurarci che abbiano successo, perchè altrimenti noi italiani dovremo soffrire anche nel settore della produzione della energia atomica della mancanza di materie prime. « L'uranio — ha detto oggi un delegato americano — non è più un metallo raro; soltanto nel mondo occidentale ve ne sono riserve calcolabili in uno o due milioni di tonnellate ». Ce n'è nel Congo, nel Canada, negli Stati Uniti ed an¬ adlche nel Massiccio Centrale | francese. Ma in Italia ce n'è poco. Un nostro delegato ha definito «promettenti» le ricerche fatte nelle Alpi Marittime, e particolarmente nella regione di Rio Freddo, nei terreni vulcaniferi del Lazio, nei giacimenti asfaltiferi pugliesi; ed anche le sabbie fra Nettuno e Torre Astura contengono grande quantità di ossido di torio. Ma è ben difficile che l'estrazione dell'uranio italiano possa essere economicamente conveniente e possa soddisfare al nostro fabbisogno di energia atomica. Queste dichiarazioni Bono state fatte dal prof. Ippolito, che ha parlato nel corso lei lavori della conferenza sullo « Stato delle ricerche di uranio in Italia». Egli ha affermato che le ricerche hanno dato risultati specialmente buoni nelle Alpi piemontesi e lombarde, e soprattutto nella zona di Peveragno (Cuneo). Inoltre nelle riserve scoperte sul litorale del Tirreno, tra Nettuno e Torre Astura, non ci sono soltanto sabbie torlfere, ma anche altri minerali utili. Ricerche private hanno dato risultati interessanti sempre nel Cuneese, e soprattutto a Brlcolme, per l'affiorare di scisti e di ossidi di uranio. Inoltre future rilevazioni potranno far scoprire altri giacimenti interessanti in zone finora inesplorate. Ma Temi nente scienziato non si abban dona ad un eccessivo ottimismo, e conclude che il problema della ricerca dell'uranio in Italia* deve < essere considerato sotto un aspetto non de! tutto pessimistico ». « Non ci facciamo illusioni — ha detto oggi l'on. Mario Sceiba, dopo avere visitato l'esposizione atomica. — Noi non abbiamo nessuna possibilità di fare concorrenza alle grandi nazioni, ma dobbiamo ugualmente tentare di creare nuove fonti di energia, specialmente nelle aree depresse del Mezzogiorno. E' una questione di capitali ». _ • Come potrebbe del resto una nazione povera di capitali e di materie prime fare concor renza, ad esempio, ad una Gran Bretagna, che ha stan< ziato quasi 700 miliardi di li re per costruire entro i prossimi dieci anni ben 12 centrali atomiche con una potenza di due milioni di fcilowàtt, che le daranno nel 1965 una quan- tità di energia equivalente a i quella prodotta da 40 milioni di tonnellate di carbone e nel 2000 l'equivalente di 250 milioni di tonnellate di carbone? Per mostrare agli studiosi di tutto il mondo i risultati già raggiunti, il Governo inglese ha invitato 75 scienziati a recarsi mercoledì da Ginevra, con tre quadrimotori appositamente noleggiati, ad Harwell, dove sorge la centrale atomica britannica che però non è ancora entrata in funzione. Gli scienziati sovietici, sbalorditi dall'invito, hanno chiesto istruzioni a Mosca: ma è certo che accetteranno. E, se vorranno continuare nella «offensiva dei sorrisi», potrebbero restituire l'invito portando alcuni degli scienziati radunati a Ginevra a visitare là centrale atomica nelle vicinanze di Mosca, che già ha prodotto 15 milioni di kilowatt-ora. GII Stati. Uniti hanno stanziato 200 milioni di dollari per i prossimi cinque anni soltanto allo scopo di provvedere energia a scopi pacifici; il Belgio si prepara a fare lo stesso, utilizzando gli enormi guadagni ricavati dalla vendita dell'uranio delle miniere del Congo. In Italia, a parte le iniziative prese da alcune grandi industrie private, poco si è fatto e poco si poteva fare. < E' questione di quattrini — come ha detto Sceiba. — Ma dovremo cercare di poter almeno aderire alla "agenzia atomica " che fra poco verrà creata dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dall'Australia, dal Canada, dal Sud-Africa, dal Belgio e dal Portogallo». L'Unione Sovietica si è rifiutata di aderire, perchè avrebbe voluto far sottostare l'agenzia al controllo di sicurezza delle Nazioni Unite, in modo da poter eventualmente usare del suo diritto di veto. Oggi la Conferenza si è occupata anche dei pericoli Inerenti alla produzione di energia atomica. E' stato rivelato che lo < scoppio » di un reattore di grande potenza — 100 mila kw. — ucciderebbe tutte le persone che si dovessero trovare in un raggio di 800 metri, o di 3 chilometri se l'esplosione avvenisse durante una giornata di pioggia; e che le radiazioni ustionerebbero gravemente tutte le- persone cutt che si dovessero trovare entro un raggio di 60 km. Ad Argonne, negli Stati Uniti, un reattore venne fatto saltare per studiare le conseguenze di un tale possibile incidente. E fu notato che frammenti metallici vennero lanciati a 60 metri di distanza e che le radiazioni si sarebbero dimostrate pericolose entro un notevole raggio; ma una simile esplosione non si è mai verificata accidentalmente. Quasi nessun rischio comportano i reattori sperimentali, del tipo di quello che verrà installato in corso Massimo d'Azeglio a Torino. Teoricamente pericolosissimi sono invece i reattori a base di plutonio che, in forma gassosa, è un milione di volte più velenoso del oloro Enrico Altavilla

Persone citate: Ippolito, Mario Sceiba, Strauss, Torre Astura