Si tuffa in acqua dopo il pasto e annega fulminato da una sincope

Si tuffa in acqua dopo il pasto e annega fulminato da una sincope Ancora una vittima dell'imprudenza s un giovane operaio di 18 anni Si tuffa in acqua dopo il pasto e annega fulminato da una sincope La sciagura accaduta alla Barca nella Stura resa insidiosa dagli scavi delle draghe - L'allarme dato da un bimbo: due coraggiosi si gettano nel torrente e ricuperano il corpo imprigionato in fondo a una buca Ancora una volta la cronaca deve registrare un caso -di annegamento. Il tragico episodio è accaduto ieri verso le 14,15 e. pochi inetri dalla riva della Stura, in regione Barca. La vittima e un giovane operaio della Fiat, Emanuele Cordaro di 18 anni, che abitava al primo piano di via del Pascolo 43 con il padre Andrea di 49 anni, pure operaio della Fiat, la madre Giacomino. Romana di 43 anni e i fratelli Carmelo di 11 anni, Giuseppe di 13, Vincenzo dt 15 (ora in collegio a Caltanissetta), Arcangelo di 21 (attualmente in servizio militare presso Avellino) e Agostina di 25, la quale però ha vissuto pochi mesi qui a Torino ed è tornata poi al paese natio, Marianopoli di Caltanissetta, dove ha marito e due Agli. I Cordaro ei trasferivano dalla Sicilia nella nostra città nei primi giorni del gennaio di quest'anno e subito il padre trovava un'occupazione alla Fiat. Poco dopo dallo stesso stabilimento veniva assunto l'Emanuele. La famiglia, come abbiamo detto, si sistemava in un piccolo e modesto alloggio di via del Pascolo 43, interno 6. Due mesi fa arrivava a Torino, sempre da Marianopoli un cugino, Angelo Villa di 23 anni. Ieri verso le 13,45 uscivano di casa l'Emanuele Cordaro e l'Angelo. Villa. Nonostante la temperatura non molto elevata essi avevano deciso di prendere un bagno nella vicina Stura. Disponevano di una sola bicicletta: il Cordaro pedalava, il Villa si accomodava alla meglio sulla canna. I due raggiungevano il ponte della strada comunale dt Settimo, svoltavano per un sentieruzzo appena segnato tra le erbe e gli arbusti dei prati e scendevano per oltre mezzo chilometro lungo la riva destra del fiume. Superavano una zona acquitrinosa e andavano a fermarsi su di iiiiuiiiwiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii una piccola spiaggia formata tutta di sassi e di ghiaietta. Tutt'attorno alla "spiaggia vi sono del cartelli 1 quali indicano la proibizione di tuffarsi nelle acque essendo il punto assai pericoloso: è pericoloso infatti perchè in quel tratto le draghe hanno scavato profondamente il letto provocando buche di notevoli dimensioni. Tali buche costituiscono per gli eventuali nuotatori, specie per gli inesperti, una vera e propria trappola in quanto tendono ad attirare 1 corpi con un forte risucchio. Ma nonostante i cartelli bene in vista ogni giorno vi sono bagnanti, per lo più ragazzi, che sfidano temerariamen- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiniiiiii te il pericolo: e non valgono le frequenti incursioni sul posto dei vigili urbani i quali non fanno economia di ammonizioni e multe. Dopo essersi trattenuti un quarto d'ora circa sulla splaggetta il Cordaro si spogliava, restava in calzoncini da bagno e scendeva In acqua. Il cugino invece, non sentendo caldo, preferiva com piere una breve passeggiata Il Cordaro si spruzzava le gam be e il torace e poi con un tuffo si immergeva nella corrente del fiume. Da rilevare che il giovane aveva mangiato mezz'ora prima. Dava quattro o cinque bracciate, si portava quasi nel centro della Stura e d'improvviso veniva colto da malore. Batteva disperatamen te le braccia sull'acqua, faceva l'atto di tornare a riva, ma le forze gli mancavano e andava sotto per non ricomparire più a galla: tutto questo senza un grido, senza un'invocazione di aluto. Unico testimone della tragedia era un bambino di 8 anni il quale cominciava a balbettare spaventato : c Un uomo è morto, un uomo è morto ». Le sue parole venivano Intese da due valenti nuotatori, Edoardo Ricci di 28 anni, domiciliato in via Caresana 5 e Giuseppe Bonetti di 25 anni, abitante in strada di Settimo 70. Il Ricci e il Bonetti non esitavano un istante e si tuffavano immediatamente. Compivano cinque o sei immersioni e riuscivano a scorgere U Cordaro: questi giaceva rannicchiato su se stesso nel fondo di una grande buca. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiitiiiiiiiiifiiiiiii Univano i loro sforzi, lo afferravano e lo tiravano alla superficie. Pochi attimi più tardi l'infelice era disteso sulla splaggetta e i due attorniati dagli altri bagnanti atterriti gli praticavano con energia e costanza la respirazione artificiale. Tutti erano convinti che il Cordaro fosse ancora vivo. Sul posto interveniva il vigile urbano Munno della quattordicesima sezione Bertolla, il quale cooperava nell'opera di soccorso. Ma dopo un'ora di respirazione artificiale 11 giovane non dava segni di vita. Giungeva il medico municipale che dopo un rapido esame constatava che il povero Cordaro era morto : non tanto per annegamento quanto per fulminea congestione. L'annuncio provocava una crisi di disperazione nel cugino che smarrito e tremante aveva assistito al tentativo di salvataggio. Nei frattempo un uomo si recava in via del Pascolo 43 e sottovoce con cautela informava dell'accaduto una inquilina ferma dinanzi alla porta. L'inquilina balbettava qualche parola e s'accasciava poi a terra svenuta. La madre del Cordaro s'affacciava casualmente al balcone del primo piano e scorgeva la vicina a terra e una piccola folla che sconvolta e silenziosa, guardava in alto verso lì euo alloggio. La sventurata Intuiva ohe qualcosa di grave doveva essere accaduto e domandava con voce angosciata: «E' una cosa che riguarda me ? », Nessuno aveva 11 coraggio iiiiMMUMmmimuMiiiiiiiiiMMiiiiiiiimMimiii di aprir bocca. La Cordaro allora, seguita dal figli Carmelo e Giuseppe scéndeva a precipizio per le scale. « Parlatemi chiaramente, ditemi quel ohe è successo». Alla fine qualcuno si lasciava sfuggire mezze frasi, allusioni: la Cordaro, improvvisamente, capiva e gettava un urlo tremendo. E sempre urlando, con le mani sulla testa, si metteva a correre in direzione del fiume. I figli erano dietro di lei, anch'essi smaniarti e singhiozzanti. In breve la donna giungeva sul ponte e Imboccava il sentiero. La gente si arrestava perplessa e sconcertata. Sulla splaggetta alcuni si facevano incontro alla Cordaro per trattenerla, ma nessuno vi riusciva. Proprio in quel momento i vigili del fuoco, accorsi in seguito a chiamata telefonica avevano sollevato il cadavere avvolto in un telo e l'avevano deposto su di -una scala per trasportarlo sino alla strada ove attendeva il furgone dei necrofori. «E' mio figlio Emanuele? — chiedeva la Corderò — voglio vederlo! ». € No, lasci — le veniva risposto — non lo disturbi, è soltanto ferito... ». Ma prima che i presenti potes.sero impedirlo il gesto, la donna sollevava 11 telo e scopriva il viso cereo e immobile del figlio e sulla sauna s'abbàtteva con grida acute e rotte frasi di strazio. Non era. facile staccarla dal morto e, con dolce violenza, riaccompagnarla a casa, stravolta, inebetita, schiantato. mmiiHiiiMiiiiiniiiimiiMMMiMiiiiiH La madre non voleva staccarsi dal corpo del Aglio annegato.

Luoghi citati: Avellino, Caltanissetta, Marianopoli, Sicilia, Torino