I sindacati inglesi discordi sull'impiego dì minatori italiani

I sindacati inglesi discordi sull'impiego dì minatori italiani I sindacati inglesi discordi sull'impiego dì minatori italiani Alcuni dirigenti sono favorevoli all'impiego di manodopera straniera, ma temono la reazione degli operai - Per ora le trattative con Roma restano "non ufficiali,, (Dal nostro corrispondente) Londra, 5 agosto. L'esecutivo del sindacato dei 670 mila minatori di Gran Bretagna si è riunito oggi a Londra per discutere la richiesta della direzione dell'Ente nazionale carboni di autorizzare la immigrazione temporanea di ventimila minatori dall'Italia dall'Austria prima della fine dell'anno, cosi da evitare la gravissima crisi di combustibile che minaccia la Gran Bretagna per il prossimo inverno. La richiesta è stata presentata personalmente dal presidente dell'Ente Carboni la scorsa settimana. Egli si è recato alla sede del sindacato per spiegare quanto il Paese abbia bisogno di questa manodopera straniera, e per cercare di persuadere i dirigenti sindacali a persuadere a loro volta i minatori ad accogliere gli operai stranieri. Ma gli stessi dirigenti sindacali sono pur' ''ora' 'divisi" Ad esempio, i dirigenti dello Yorkshire dichiarano: «Noi ci opponiamo all'importazione di manodopera sia italiana che austriaca perchè questa non è che una misura provvisoria Bisogna sollevare l'industria a un livello tale da attrarre la manodopera inglese, migliaia di giovani verrebbero alle mi' niere domani se ci fossero i salari e le condizioni di lavoro veramente buone che essi cercano ». Un altro esponente sindacale di un'altra zona mineraria afferma: « Spetta agli uomini di decidere, ma se la manodopera inglese non è disponibile, non resta che importarne ». Un terzo dirigente di una delle grandi zone minerarie aggiunge: t Non vi è che un modo per risolvere la crisi: ottenere più manodopera. L'Ente Carboni ci ha spiegato che in Italia e in Austria c'è molta manodopera disponibile. Utilizziamola, se diversamente non è possibile fornire al Paese il carbone necessario ». In queste circostanze, il governo avanza con passi pru(lentissimi. I bollettini radio inglesi, ad esempio, hanno cura di precisare che i passi compiuti a Roma dall'ambasciatore britannico presso il governo italiano <non Tionno carattere ufficiale ». In altre parole, senza il permesso dei minatori il governo britannico non chiederà formalmente al governo i italiano di collaborare alla redazione dei contratti. Il ministero inglese del Lavoro ha avuto una esperienza amarissima in proposito e sa guanto il dramma del 19BB sia stato fonte di giustificata irritazione ed umiliazione in ambedue i Paesi. I sindacati a loro volta sono stati bruciati dalla loro stessa base nel 195S: essi avevano appoggiato e autorizzato l'immigrazione degli operai italiani e gli operai inglesi, anziché collaborare con i loro dirigenti sindacali, si ribellarono all'idea. Bacione per cui, in attesa della votazione che sarà organizzata in .ogni piccola sezione sindacale, * dirigenti hanno oggi costituito un « comitato di crisi (della manodopera) » che ha lo scopo di studiare la posizione delle forze di lavoro in ciascuna miniera di Gran Bretagna. Questo comitato ufficialmente riferirà all'esecutivo sindacale ai primi di, settembre; in realtà, però, avrà modo di sondare subito e dettagliatamente l'atteggiamento dei gruppi dei minatori delle varie zone, in/modo da poter riferire confidenzialmente all'Ente Carboni, al ministero del Lavoro e in ultima analisi al governo, quale sarà la risposta definitiva dei circa settecentomila minatori britannici, riguardo all'arruolamento di manodopera dall'Italia e dall'Austria. I sindacati vogliono evitare di trovarsi in contrasto con la base, e nello stesso tempo dogliono accertare che, qualora gli operai italiani e austriaci cominciassero ad arrivare, non si ripeterebbero gli incidenti del 1952. r

Persone citate: Carboni