L'Udinese retrocessa in serie B e 4 giocatori squalificati a vita

L'Udinese retrocessa in serie B e 4 giocatori squalificati a vita I GRAVI PROVVEDIMENTI DELLA LEGA SUI GASI DI CORRUZIONE L'Udinese retrocessa in serie B e 4 giocatori squalificati a vita I calciatori a cui è stata ritirata la tessera sono Uboldi, Fossati, Manduca e Guarniero tutti della Pro Patria all'epoca della partita con la squadra friulana nella stagione '52-'53 - Travia, Donali e Rebuzzi squalificati per 3 anni - Deplorazione al vice presidente della Lazio e altre sanzioni minori (Dal nostro corrispondente) Milano, 1 agosto. E' scoppiata nel mondo calcistico nazionale la più clamorosa bomba di scandali che la storia di questo sport ricordi. L'Udinese, seconda classificata nel torneo da poco concluso, è stata estromessa d'autorità dalla maggiore divisione e disputerà quindi il prossimo campionato in serie B; inoltre quattro giocatori sono stati squalificati a vita, tre per la durata di tre anni, altri per un periodo più breve: tutto in relazione alla partita Pro PatriaUdinese disputata in turno di chiusura del campionato 19521953 e precisamente il 31 maggio 1953. Tre giorni di riunione Le gravissime sanzioni sono state deliberate dalla Lega nazionale dopo tre giorni consecutivi di riunione, sulla base delle risultanze emerse dall'inchiesta condotta dalla commissione di controllo e dagli accertamenti ulteriormente esperiti. Il .comunicato ufficiale emesso questa sera, precisa che nel corso dell'istruttoria promossa per la partita LazioPro Patria, disputata a Roma il 21 novembre 1954, il giocatore Settembrini si lasciò sfuggire gravi rivelazioni in merito all'incontro Pro Patria-Udinese, giocato a Busto Arsizio il 31 maggio 1953. Gli accertamenti e le relative contestazioni avevano inizio nel febbraio 1955 e quindi in tempo utile agli effetti della prescrizione BUbito invocata dall'Udinese. Il giocatore Settembrini (Pro Patria) finì col dichiarare che prima di riprendere il gioco dopo il primo tempo della partita Pro Patria-Udinese (1 a 0) notò un breve colloquio fra i suoi compagni di squadra Fossati e Mannucci e che questa ultimo informò che poi ci sarebbero stati dei quattrini se si fosse perduta la gara. Infatti, dopo la partita, Fossati comunicò a Settembrini e al compagni che l'Udinese aveva dato un premio per perdere e che la somma era stata già versata per conto dell'Udinese, da! giocatore Revere (Legnano) al giocatore Martini (Pro Patria). Dopo due o tre giorni, Uboldi e Fossati invitavano Settembrini a recarsi a Milano dal giocatore Guarnieri presso la sua fabbrica di carta dove infatti egli si recava unitamente a Mannucci e a Belcastro, ricevendo da Guarnieri la somma di centoquarantamila lire ciascuno (quota uguale per tutti i giocatori della Pro Patria). Settembrini provvide a ritirare la quota di spettanza di Donati e gliela consegnò davanti a un caffè di Busto Arsizio. Travia, di ritorno da una tournée all'estero (Danimarca) si presentò poi al segretario della Pro Patria richiedendo il pagamento di un premio relativo alla partita Pro PatriaUdinese, premio che ritirò successivamente presso la proprietaria di un ristorante di Busto, la quale confermò il fatto alla Lega. Perciò la Lega nazionale, ritenuto che: «Settembrini ha confermato pienamente la sua dichiarazione dinanzi al Consiglio della Lega ed anche a confronto con i compagni di squadra, fornendo anzi particolari la cui veridicità veniva suffragata da successivi accertamenti; che Belcastro ha reso analoga testimonianza anche quando è stato posto a confronto con i compagni; che Travia ha negato ogni accusa ma si è rifiutato di accettare il confronto con la proprietaria del ristorante che gli aveva consegnato la somma; che la Pro Patria, pur avendo raccolto voci nell'ambiente locale che suoi giocatori si erano prestati a un illecito mercato, prendeva all'inizio della stagione provvedimenti disciplinari contro di essi ma non denunciava i fatti agli organi federali competenti; che Guarnieri, per quanto regolarmente convocato, non si è mai presentato al Consiglio della Lega nazionale; < Considerato: che le spontanee dichiarazioni di Settembrini e Belcastro, ricche di particolari che sono risultati veri e incontrovertibili, non possono essere messe in dubbio, tanto più che gli stessi giocatori hanno dichiarato di sapere che dicendo la verità sarebbero andati incontro a gravi sanzioni disciplinari; che nonostante la promessa di denaro fatta all'inizio del secondo tempo, Belcastro, Candiani, Quaglia e lo stesso Settembrini, continuarono a giocare con lealtà e con impegno mentre gli altri tennero un riprovevole comportamento, tale da suscitare i più aspri commenti e le ire del pubblico bustese; che la segnatura di tre goal da parte dell'Udinese ebbe a verificarsi nella ripresa dopo che la Pro Patria si trovava in vantaggio per 2 a 0; che le circostanze emerse, confermano la fondata convinzione che Uboldi, Fossati, Mannucci e Guarnieri furono gli organizzatori dell'Illecito mercato e certamente incassarono la quota di loro spettanza unitamente a Travia, Donati e Rebuzzi; Motivazione stringente « che nessuna prova concreta è stata acclarata a carico di Revere e Martini che a quell'epoca erano in forza rispettivamente all'Udinese ed alla Pro Patria e indicati come gli intermediari per il passaggio del denaro; che anche per Candiani non è stata raggiunta la prova che egli abbia incassato l'illecito premio e che nei suoi confronti devesi tener conto della buona prestazione in campo, ma che gli si deve pure porre a carico il fatto che egli, a conoscenza dell'illecito mercato, non ne fece denuncia; che l'Udinese non ha dimostrato di ignorare i fatti e tanto meno di esserne assolutamente estranea e che d'altra parte nessun altro al di fuori di detta società poteva avere interesse a versare, a quel titolo e in quell'occasione, ai giocatori della Pro Patria, la cospicua somma di due milioni; che non può accogliersi la subordinata fatta dall'Udinese che l'infrazione commessa sia soggetta a prescrizione, in quanto non solo l'inchiesta aperta dalla commissione di controllo prima della scadenza dei due anni previsti dal Regolamento organico, ma le relative contestazioni, vennero mosse nei termini utili; che non può essere disconosciuto il comportamento di Settembrini e Belcastro che hanno sinceramente denunciato i fatti senza che avessero motivo di rancore nei confronti, dei propri compagni, serbando un atteggiamento sereno e senza mai cadere in contraddizioni e dando una versione dei fatti univoca e categorica, anche nei vari confronti; che l'esito dell'incontro Pro Patria-Udinese rivestiva per l'Udinese importanza decisiva agli effetti della permanenza in serie A, mentre la Pro Patria non aveva più alcun interesse di classifica; che trovandosi Quaglia in servizio militare di leva è stata rinviata ogni decisione nei suoi riguardi; La dura sentenza < la Lega ha deliberato: a) di escludete l'Udinese dal campionato di competenza; . b) Hi non ritenere nella fattispecie di dar luogo alla sostituzione prevista dal cotnma C delle norme generali dei campionati (perciò la Spai non prenderà il posto dell'Udinese in serie A); c) di conservare all'Udinese il vincolo dei giocatori attualmente per essa tesserati; d) di infliggere la deploratone alla Pro Patria; e) di ritirare definitivamente le tessere ai giocatori Uboldi e Fossati (Pro Patria), Mannucci (Juventus) e Guarnieri (Piacenza): t) di squalificare per la durata di tre anni Travia (Juventus) e Donati e Rebuzzi (Pro Patria); g) di squalificare fino al 31 dicembre 1955 Settembrini] (Pro Patria) e Belcastro (Treviso ) : h) di squalificare fino al 31 ottobre 1955 Candiani (Empoli); ì) di sospendere in attesa di accertamenti, Quaglia (Pro Patria); ì) di far carico all'Udinese delle spese dell'inchiesta. «Per quanta concerne la partita Lazio-Pro Patria che diede adito di portare alla scoperta della precedente frode, accertato che poco prima dell'incontro, Antonazzi (Lazio) avvertì Cecconi (Pro Patria) che la partita era venduta; che Antonazzi per giustificare la sua mancata presentazione alla commissione di controllo inviava alla stessa una lettera irriguardosa; che Cecconi, convocato dalla commissione di controllo non si presentava nè si curava ufi giustificare la sua assenza; che il vice-presidente della Lazio ricevette la visita di una persona non iden- tiflcata (sedicente giornalista) che si offri di influenzare illecitamente dietro compenso in denaro il risultato della partita; « la Lega ha deliberato: a) di squalificare fino al 30 settembre 1955 Antonazzi (Lazio); b) di ammonire Cecconi (Pro Patria); c) di infliggere la deplorazione al vice-presidente della Lazio conte Mario Vaselli; A) di dichiarare la Lazio estranea al fatto. « Nei riguardi della denuncia del Palermo, riferentesi aUà partita Palermo-Padova, accertato: che Martesani (Palermo) poco prima dell'inizio dell'incontro dichiarava ai propri dirigenti di avere ricevuto nella propria abitazione illecite proposte da parte di Gobbo, Rocco e Piacentini, rispettivamente segretario, allenatore e massaggiatore del Padova, sottoscrivendo poi la relativa denuncia alla presenza di due rappresentanti della Federazione; che Martegani, modificando successivamente la prima versione, addossava la responsabilità del fatto esclusivamente al massaggiatore Piacentini, « la Lega nazionale ha deliberato: a.) di squalificare Martesani (Palermo) fino al 31 ottobre 1955 quale responsabile delle versioni contrastanti; b) di infliggere l'inibizione per la durata di un anno al massaggiatore Piacentini (Padova); c) di dichiarare il Padova estraneo ai fatti. «Infine, per le inchieste relative alle partite CataniaAtalanta e Catania-Genoa, il Consiglio della Lega, esaminati gli atti ufficiali e "preso atto dell'inchiesta esperita dalla commissione .di controllo e ritenuto che allo stato dei fatti si reputano necessari ulteriori accertamenti nonché esibizioni di' nuovi documenti da parte del Catania, ha deliberato di rinviare ogni decisione». Con molta probabilità l'ut .timo verdetto della stagione si avrà sabato prossimo. ^ _ Leo Gattini