bHa un nome Io scheletro della cantina di via Fiano

bHa un nome Io scheletro della cantina di via Fiano ULTIME DI CRONACA bHa un nome Io scheletro della cantina di via Fiano E'una donna di Bellinzona "Una traccia per cercare l'assassino Finalmente, alla distanza di un mese e mezzo, pare che sia stato risolto 11 mistero dello scheletro di via Fiano 29. I resti della donna barbaramente assassinata scoperti sotto 11 pavimento della cantina apparterrebbero ad una suddita svizzera scomparsa a Torino otto anni fa in circostanze misteriose. Ricordiamo 1 fatti. Verso le 9,30 del 15 giugno alcuni operai della ditta Ruffino stavano eseguendo nella cantina dello stabile di via Fiano 29 lavori di scavo per una nuova sistemazione del canale della fognu. Ad un tratto l'operaio Remo Migotti smuovendo il terreno batteva con la punta della vanga contro uno strato di mattoni. I mattoni, non calcinati ma perfettamente combaciati, formavano un rettangolo di un metro e ottanta di lunghezza e di mezzo metro abbondante di larghezza. Gli operai sollevavano lo strato e constatavano che la terra sotto, era di « riporto », cioè smossa da tempo relativamente breve. I manovali, tutti insieme, cominciavano a scavare e alla profondità di settanta centimetri una delle vanghe portava alla luce una scarpa da donna e subito dopo alcune ossa In cui non era difficile riconoscere i resti di una gamba. Dato l'allarme, interveniva la polizia e l'opera di scavo proseguiva alla presenza dei funzionari della Squadra Mobile. A poco a poco appariva, frantumato e annerito, uno scheletro, avvolto da brandel¬ Si cercava in ogni modo di dare un volto alla donna. Si passavano in rassegna gli elenchi delle scomparse negli ultimi dieci anni. Più volte i funzionari credevano di aver individuato la sconosciuta, ma erano sempre speranze vane. Anche l'ipotesi che fosse Jolanda Bianco, la ricamatrice di via Giolittl, scomparsa nel 1947, cadeva in seguito all'accertamento degli stessi familiari. Ora è scoppiata la bomba, imprevista ed improvvisa. La famiglia Florioli residente a Bellinzona in Svizzera si metteva in comunicazione nei giorni scorai con la nostra Squadra Mobile e comunicava che la morta di via Fiano era con ogni probabilità la loro congiunta Gemma Florioli nata nel 1912 a B lasca nel Canton Ticino. La Florioli otto anni or sono era venuta in Italia ma non aveva più fatto ritorno a casa. La sua ultima cartolina con saluti era stata spedita da Torino. I signori Florioli si dicevano sicuri di quanto affermavano poiché dalle descrizioni dei giornali italiani e dalle fotografie aveva riconosciuto negli oggetti della morta di via Fiano, soprattutto nella catena col « napoleone », oggetti appartenenti alla Gemma, e che essa portava con sè al momento della sua partenza per l'Itatia. La Squadra Mobile è ora in stretto contatto con la gendarmeria di Bellinzona e in settimana dovrebbero giungere nella nostra città i genitori e un fratello della Florioli. li di sacco e da piccole liste di stoffa, residuo degli abiti. Alcuni esperti procedevano ad un esame 8 subito un particolare impressionante 11 colpiva: la base cranica mostrava, ben evidente, una profonda spaccatura che non r.oteva essere prodotta che dalla tremendo botta di un oggetto contundente, certo una sbarra di ferro. Fra le ossa cui erano attaccati resti di pelle e di carne simile a pergamena, si recuperavano un pettine di tartaruga da capelli, una fìbbia di cintura, una forcina di ferio e un monile. Su questo monile 1 funzionari concentravano le loro attenzioni: si trattava di una catena d'oro massiccio della lunghezza di circa 25 centimetri che reggeva alle estremità un c napoleone > pure d'oro, del 1858 : il < napoleone » era, per cosi dire, incorniciato da una ghirlanda di fiorellini, sempre d'oro. In sostanza un monile non di gran valore, ma assai caratteristico. Più tardi i miseri resti venivano esaminati dal perito settore prof. Portigliatti 11 quale confermava che lo scheletro era di una donna forse giovane: il decesso della sventurata doveva risalire ad almeno sette od otto anni ma non escludeva che si potesse risalire anche più in là. La Squadra Mobile iniziava attivissime Indagini e ricerche e interrogava centinaia di persone, ma senza esito. L'inchiesta infatti ai presentava estremamente difficile.

Luoghi citati: Canton Ticino, Italia, Svizzera, Torino