Affittatisi abiti e tube per la stagione mondana di Riccardo Aragno

Affittatisi abiti e tube per la stagione mondana —ELEGANZE A LONDRA Affittatisi abiti e tube per la stagione mondana (Dal nostro corrispondente) Londra, 16 luglio. Con l'ultima giornata delle corse di Ascot si è conclusa la grande stagione, che comprende il Garden-partie a Buckingham Palace, la partita di cricket fra Eton e Harrow a Lord, il più celebre campo riservato a questo misterioso giòco britannico, le regate di Henley e l'Open Day, il giorno di visita dei genitori e degli ex-allievi alle grandi Public Schools (che sono naturalmente le celebri scuole private), e l'annuale ondata di matrimoni della tarda primavera. Grande stagione, s'intende, per le ditte che affittano gli abiti da cerimonia. Oggi, domani e lunedì centinaia e centinaia di scatoloni vengono affidati agli uffici postali diretti a tre o quattro celebri ditte londinesi, che, dietro deposito e pagamento anticipato di una somma adeguata, provvedono gran parte dei maschi della classe media britannica degli indumenti d'obbligo per queste squisite occasioni. Quest'industria, tipica dell'era di transizione sociale in cui vive ora la Gran Bretagna, sta fiorendo. E' sorta durante e, soprattutto, subito dopo la seconda guerra mondiale, quando il razionamento dei generi di abbigliamento rendeva impossibile assolutamente l'acquisto di un abito tanto poco usato quanto quello da cerimonia. In quel periodo gli inglesi si trovarono dinanzi a un dilemma: o rinunciare alla tradizione dell'abito da cerimonia, quello che da noi si chiama «tight», parola inglese che vuol dire « stretto », ma nel linguaggio corrente significa'quasi sempre « alquanto ubriaco », e che gli inglesi chiamano * morning coat », o adattarsi alle circostanze e prenderlo in affitto. Usare i pochissimi pun ti per farsi un abito del ge nere sarebbe stato follìa, e gli inglesi non fanno follìe di questo genere. Servirsi della borsa nera sarebbe stata un'onta non redimibile neppure con l'eleganza dell'abito. Rinunciare alla tradizione, d'altra parte, sarebbe stato un darla vinta al destino, cosa contraria al carattere britannico. Il compro messo fu trovato nell'affitto. Negli anni seguenti, dopo l'abolizione del tesseramento degli indumenti, la situazione cambiò di poco. Non erano più necessari i punti, ma erano ancora necessarie le sterline, e se qualche anno fa i punti erano pochi, oggi le sterline non abbondano nelle tasche della elasse media. La società inglese sta quindi ora letteralmente con un piede alzato. Non fa tutto il passo avanti per eliminare queste convenzione che hanno un valore di simbplo che porta ancora con sè prestigio, ma non fa neppure tutto un passo indietro per costringere la famiglia borghese a rovinare 11 bilancio annuale per comprare al capofamiglia un indumento che servirà tre o quattro volte l'anno, salvo gli imprevisti di matrimoni di parenti e conoscenti. L'abito da affitto è perciò serenamente accettato dal bel mondo inglese (e largamente usato anche ne¬ qlpttteplea8pqPèscèz gli ambienti diplomatici di questa capitale). In uno studio In proposito l'« Economist » — che deve contare molti affittuari fra 1 suoi dotti lettori — riferisce che, per recarsi ad Ascot con la tuba grigia, l'abito a coda e tutto il resto, un onesto gentiluomo ha speso tre sterline e otto scellini. L'abito conta per due ghinee — la ghinea è la sterlina in abito da società e vale 21 scellini anziché 1 20 abituali — e la tuba conta per 8 scellini. Il resto copre scarpe, cravatta e accessori vari. Inutile voler giudicare se questo prezzo sia alto o basso. Per chi firma l'assegno, questo è il prezzo di una giornata di splendida dignità sociale, di tradizione e di appartenenza a un gruppo scelto: la divisa della classe dirigente alle feste sociali, sportive e nazionali. Per chi dà in affitto l'abito, questo è un modo come un altro per recuperare un investimento notevole in una serie infinita di giacche, panciotti, pantaloni, scarpe e cappelli che debbono soddisfare qualsiasi combinazione di misura, di torsi lunghi e gambe corte, gambe lunghissime e spalle strette, teste minuscole e piedi Immensi o vice versa. E' il costo del tenere pulito, smacchiato, stirato e protetto dalle tarme un guardaroba lungo alcune ^centinaia di metri, con in più il salario di alcune operaie, la cui funzione è di consolidare bottoni, riparare le fodere, ripulire le tasche o addirittura rattoppare invisibilmente le bruciature del sigaro occasionale. Spetta, alla società, nel suo complesso, di decidere se questo commercio — o servizio sociale non nazionalizzato — abbia un futuro oppure no- Gli inglesi visto che non possono permettersi quest'abiti, potrebbero smetterli anche domani, ma per ora si ha l'impressione che le agenzie di affitto abbiano dinanzi a sè almeno un'altra generazione di buoni affari. Nel frattempo gli interessati si industriano ad allargare i confini della propria attività. Dall'abito da mattina si è passati all'abito da sera. Sebbene il possesso e l'uso di questo indumento sia assai più diffuso che non il possesso e l'uso dell'abito da cerimonia, le occasioni e le richieste sono immensamente più numerose. Mentre l'abito da cerimonia si giustifica soltanto con il passato scolastico o con la classe sociale, l'abito da sera_ si giustifica pnche con il semplice de¬ naro. Chiunque abbia di che pagare i conti pepati di un ristorante di lusso, di un locale notturno, di un biglietto di • teatro o di^un ballo di beneficenza, può esservi ammesso — purché abbia indosso l'abito da sera. Le donne sono, comprensibilmente, le naturali alleate degli affitta-abiti da sera. Adorano < vestirsi » ed ogni qua! volta esse mettono addosso vestiti che coprono pochissimo, i rispettivi cavalieri debbono presentarsi in smoking, che qui si chiama dinner jacket oppure semplicemente block tie (cravatta nera). Ma gli affittaabiti non escludono ormai le stesse donne dalla loro clientela. Dopo tutto se gli uomini hanno bisogno di un abito per mostrare la propria posizione sociale, le donne hanno bisogno di molti abiti per incorniciare o potenziare le grazie naturali o, im alcuni casi, per partecipare ai fasti sociali dei mariti. Ecco dunque nascere un servizio di affitto di abiti da sera, di abiti da sposa, di abiti da garden-partie e — cosa importante — un servizio di affitto di pellicce. Qualunque signora voglia pagare dieci sterline di affitto può uscire per una sera con una cappa di visone. I prezzi sono più alti, spiegano le ditte, perchè questi abiti si sciupano più rapidamente, perchè c'è sempre bisogno di alzare o abbassare leggermente il fondo, o di stringere od allargare leggermente la Vita, e — soprattutto — perchè dopo ogni ritorno bisogna lavorare intensamente per togliere dagli abiti le macchie dì trucco e le tracce di pesante cerone di cui si fa qui grande uso. Ora queste ditte stanno studiandola possibilità di espandere i loro traffici: si affittano abiti da sci, da yacht o da cavallo per coloro che si avviano ad una prima o ad una rara esperienza in questo campo. Se dopo l'uso costoro decidessero di dedicarsi abitualmente allo sport, per cui hanno affittato gli indumenti, la ditta offre loro la possibilità di comprarli definitivamente, e il pagamento dell'affitto viene considerato come una prima rata. Ma è importante osservare da un punto di vista sociale, che niente di simile viene offerto per gli abiti da cerimonia, Si ha l'impressione che anche gli affitta-abiti si rendano conto che il tight non ha futuro. Riccardo Aragno

Persone citate: Harrow, Henley, Public

Luoghi citati: Ascot, Gran Bretagna, Londra