Il tedesco temeva la potenza dell'italiano

Il tedesco temeva la potenza dell'italiano Il tedesco temeva la potenza dell'italiano Dopo soli Ire anni di carriera il pugile bolognese ha saputo raggiungere la vetta europea • Aperta la strada ad altri trionfi Dal nostro inviato speciale) Bologna, 27 giugno. Al pugilato italiano rimaneva fino a ieri un solo campione d'Europa: Duilio Loi, titolare dei c leggeri >. Quasi inaspettatamente, più presto di quanto non si potesse pensare, se ne è aggiunto un secondo, per merito di un atleta valente, formidabile e volenteroso, ma che sembrava tuttavia ancora inesperto per sostenere con successo una prova cosi difficile. Cavicchi ha invece superato la prova, dimostrando a tutti di poter sprigionare dalle sue leve poderose tale potenza offensiva da tenere in soggezione anche rivali collaudati ed esperti. Ha saputo incassare, ha saputo adottare la tattica giusta durante tutto il combattimento, non ha voluto strafare (ciò avrebbe potuto condurlo su un terreno viscido) ed è stato pago di « regolare » un avversario che in modo evidente non si fidava a condurre un attacco decisivo perchè le < artiglierie » dell' erculeo atleta italiano agitantisi nell'aria, la sua espressione fredda ed attenta, di pugile all'erta, pronto a non lasciarsi sfuggire l'occasione propizia per risolvere d'un sol colpo la partita, non gli davano sufficiente tranquillità. Non fidandosi ad osare un'azione serrata nella quale avrebbe potuto imporre la sua maggiore esperienza (ma avrebbe potuto pure vederlo travolto), Heinz Neuhaus ha dovuto accontentarsi di attendere sino alla fine lo spiraglio buono senza che l'occasione gli si presentasse in modo allettante, scevro di pericoli. E Cavicchi ha vinto, perchè le sue pesanti mazzate allo stomaco, al fegato e ai fianchi del rivale germanico hanno fatto trovare quest'ultimo alla fine con una riserva di fiato inferiore a quella dell'italiano e con una conseguente minor precisione ed efficacia nel colpire. Dopo meno di tre anni dall'inizio della carriera professionistica, l'atleta di Pieve di Cento raggiunge quindi la vetta europea. E' ben condotto, la confidenza nei propri mezzi, la passione che lo anima, la serietà sportiva gli faranno acquisire quella disinvoltura nell'impiego dei suoi superbi mezzi fisici e quell'esperienza che ancora gli manca per essere un campione completo. Se in breve tempo saprà eliminare le lacune che ancora si denotano nel suo bagaglio tecnico (discontinuità nell'azione, coordinamento nei movimenti), troverà difficilmente avversari in Europa ed anche in America « potrà aspirare alle soddisfazioni maggiori che ad un atleta siano concesse. Ma il suo manager non dovrà fargli compiere passi falsi. g. m.

Persone citate: Cavicchi, Duilio Loi, Heinz Neuhaus

Luoghi citati: America, Bologna, Europa, Pieve Di Cento