La Beccaro si addossa ogni colpa sperando che i giudici la credano pazza

La Beccaro si addossa ogni colpa sperando che i giudici la credano pazza Ripreso il processo per il fosco delitto di Chieri La Beccaro si addossa ogni colpa sperando che i giudici la credano pazza La squallida figura della mezzadra di «cascina Giolito», accompagnata in aula da due infermiere del manicomio Il marito e il fratello si proclamano estranei al crimine - Insostenibile la versione della sciagurata contadina E' stato ripreso ieri mattina in Corte d'Assise il processo per il delitto di Chicri, già iniziato li 2 dicembre scorso e sospeso il giorno successivo in seguito al clamoroso arresto in aula di Emilio Bellio, rispettivamente fratello e cognato dei coniugi Luigina e Stefano Beccaro che erano stati rinviati a giudizio quali colpevoli dell'omicidio. Allora il Bellio era apparso sotto la figura de! calunniato poiché I coniugi, in uno degli interrogatori subiti dai carabinieri, lo avevano indicato quale unico responsabile del feroce crimine. Ieri sedeva anche lui sul banco degli imputati accanto ai suoi parenti: nel supplemento di istruttoria erano emersi a suo carico indizi tanto gravi da indurre il magistrato a chiederne il rinvio a giudizio. Svolte le formalità di rito e risolto un Incidente procedurale, il Presidente ha riepilogato i fatti. Il mattino del 12 marzo 1954 Luigina Bellio in Beccaro stava attingendo acqua dal pozzo quando all'improvviso cominciò a urlare: «Madama mi tira gin! La padrona mi tira giù! ». Accorsero il marito ed un vicino di casa; cercarono di calmare la tutta la notte la Beccaro conti nuò a gemere. Era in preda ad Incubi spaventosi, ogni tanto urlava: € Salvatemi dal fantasma della padrona! », L'episodio non poteva passare Inosservato: la «padrona», Ernesta Delmastro, di 64 anni, proprietaria della cascina di cui 1 coniugi Beccaro erano mezzadri, era scomparsa due giorni prima senza lasciar tracce. Era forse donna, che appariva sconvolta dal terrore; poi la trascinarono in casa e la misero a letto. Per nel pozzo, come andava dicendo la Beccaro? Si fecero scandagli ed effettivamente il cadavere della sventurata fu tratto dalla cisterna. I carabinieri iniziarono indagini e poi interrogarono 1 coniugi. In un primo tempo essi avanzarono l'ipotesi che la Delmastro si fosse uccisa in una crisi di sconforto. Ma il prof. Tovo, dell'Istituto di medicina legale, fece crollare quest'ipotesi, che pareva attendibile, affermando che la donna era stata ferocemente colpita al capo e al torace e gettata ancor viva nel pozzo. Nuovamente interrogati, Luigina Beccar} prima e suo marito poi affermarono che la ■ padrona era stata uccisa da Emilio Bellio. Egli — dissero — aveva posto gli occhi sulle sue ricchezze e, per impossessarsene, le aveva proposto di sposarla. La sera del 10 marzo la signora Delmastro andò nella cucina dei mezzadri e disse che avrebbe lasciato tutti 1 suol beni ad un Istituto di beneficenza. Infuriato, l'Emilio la colpi con pugni violentissimi (il prof. Tovo accertò che il setto nasale della sventurata era fratturato).' La I donna — sempre secondo la ver I sione del coniugi — cercò scam po in cantina. L'Emilio la in¬ seguì, la raggiunse e più volte le calò sul capo la « spina.» di una botte. Barcollando, la Deimastro per non cadere si appoggiò con una mano ad una botte lasciando un'impronta insanguinata (che fu poi effettivamente rilevata dagli inquirenti). Poi si «moscio ed 11 Belilo le sferrò alcuni calci violentissimi al petto (il perito riscontrò sul cadavere ecchimosi, prodotte ve- roslmilmente con. uno scarpone, e quattro costole fratturate). All'orrendo episodio assistettero I coniugi Beccaro, ai quali il Bellio avrebbe detto: «Non perdiamo tempo; prendiamola e buttiamola nel pozzo ». Mentre la trasportavano, la poveretta diede ancora qualche sussulto. In base a queste accuse, il Belilo fu tratto in arresto. Egli si proclamò innocente. I Beccaro vennero nuovamente interrogati e, dinanzi al magistrato, ritrattarono le accuse. Stefano Beccaro dichiarò anch'egli di essere lnno- cente; sua moglie, invece, affermò di essere lei sola colpevole del delitto. La padrona — disse 11 mattino dell'll andò a trovarla in cucina e l'accusò di furto perchè le' mancava del latte. Luigina Beccaro reagì alle accuse tirandole un pezzo di legno. Le due donne si accapigliarono e la Delmastro soccombette sotto i colpi vibratile sul capo. Allora la Beccaro, da sola, trasportò il cadavere al pozzo e ve lo gettò dentro. Emilio Bellio fu scarcerato; vennero Invece rinviati a giudizio i coniugi polche apparve chiaramente che Luigina Beccaro non poteva avere da sola compiuto il delitto. Quanto al movente, si ritenne che essi avessero ucciso perchè sorpresi dalla padrona in cantina mentre le rubavano il vino. Dopo la relazione, il Presidente ha fatto allontanare dall'aula i due Imputati per impedire che potessero regolare le loro deposizioni su quella della donna. Quindi Luigina Bellio (36 anni, piccolotta, grassa, sguardo ebete) è stata accompagnata da due infermiere in camice bianco nelemlciclo. Da parecchi mesi è ricoverata al manicomio perchè soggetta a violente crisi isteriche; 11 perito psichiatra l'ha dichiarata seminferma di mente (11 consulente tecnico prof. Ferrio è invece del parere che sia una simulatrice). L'imputata ha ripetuto esattamente quanto disse 11 2 dicembre scorso. Imputata — La padrona mi accusò di furto. Litigammo, io la colpii e l'uccisi. Presidente — Dove avvenne li delitto? Imp. — In cucina. Pres. — Ma furono trovate chiazze di sangue in cantina, tracce che si tentò di far scomparire allagandola con il vino. Imp. — Forse le macchie 6ono state lasciate da me. Non so, non ricordo. Pres. — Come trasportaste 11 cadavere Ano al pozzo? Imp. — Un po' alzandolo e un po' trascinandolo, Pres. — Dite delle bugie: è provato che il delitto fu compiuto in cantina e che 11 cadavere fu portato e non trascinato. Tutti e tre uccideste la sventurata perchè vi aveva sorpresi a ruba- re 11 vino. Ed era di notte e non di giorno. Imp. — Non è vero! Mio marito e mio fratello sono innocenti! Pres. — Ma perchè vi ostinate ad accusarvi? Imp. — Perchè è cosi; io sola devo espiare. Pres. — Dove avete preso I gioielli della Delmastro? Imp. — Nella sua cucina. Pres. — Anche questa è una bugia: le furono strappati dalle mani e dalle orecchie dopo che fu uccisa, proprio cosi come confessaste: vi sono 1 segni nelle carni. Altro non è stato possibile cavare dalla bocca dell'imputata che durante l'interrogatorio ha sempre mantenuto un'espressione da ebete. Più tardi, mentre attendeva in corridoio che fosse ultimato l'interrogatorio del marito, è stata colta da una violenta crisi Isterica. Di tanto in tanto le sue urla giungevano fin nell'aula. E' stato necessario legarle le mani e farle un'inlezlo» ne di calmante. Stefano Beccaro si è attenuto all'ultima versione In cui si proclamò del tutto estraneo al delitto e scagionò anche II cognato. Pres. — Eppure il racconto nel quale accusaste vostro cognato contiene particolari di una precisione Impressionante. Come è possibile che ve li slate inventati? Imp. — Io non sapevo nulla. Avevo paura e calunniai mio cognato confermando quanto 11 maresciallo mi andava dicendo. Ammetto di aver calunniato il Bellio, ma tutto il resto lo respingo. Il Presidente ha riletto allora 11 verbale di confessione e poi ha detto al Beccaro: « VI pare forzata questa versione? E' spontanea e corrisponde alla verità. Slete una canaglia perchè preferite che vada in galera quella disgraziata di vostra moglie!». Fatto allontanare 11 Beccaro è stato introdotto in aula Emilio Bellio. Pres. — E' falso che abbiate ucciso la Delmastro perchè si era rifiutata di sposarvi. E' vero Invece che la sopprimeste perchè aveva sorpreso voi e 1 vostri parenti a rubarle il vino. Imp. — Non è vero! Non ho commesso niente! Io dormivo quando si dice che sia stato compiuto il delitto. Ti giorno dopo andai al lavoro senza sapere nulla di nulla. Soltanto al ritorno seppi che mia sorella era stata colta da una crisi e che si diceva che la padrona fosse nel pozzo, Pres. — Vi siete fatto lavare una camicia sporca di sangue. Come mal? Imp. — Mi ero ferito alcuni giorni prima ad una mano. Dopo un confronto piuttosto animato fra i due cognati, i quali sono rimasti sulle rispettive posizioni, il Presidente ha ancora dato la parola alla Beccaro che insisteva di voler fare alcune dichiarazioni. Ma la donna ha detto soltanto: « Io sola sono colpevole; quei due poveretti sono innocenti ». Dopodiché l'udienza è stata tolta. .11 processo prosegue stamane. La Corte (Pres. Carron Ceva, giudice togato Ansaldi, P. M. Prosio, cane. Santosfano) lnizierà l'escussione dei testi. Difendono la Beccaro gli avvocati De Marchi e Slmonettl; 11 Beccaro gli avvocati Delgrosso, Gillio e Tortonese, il Belilo l'avv. Baravalle. Gli avvocati Dagasso e Astore sono patroni della parte civile. Lnigina Beccaro durante la .drammatica deposizione