Il PCI decide oggi le misure contro il "ribelle,,

Il PCI decide oggi le misure contro il "ribelle,, Il PCI decide oggi le misure contro il "ribelle,, ,La direzione del partito convocata da Togliatti - Il capo triestino rifiuta di recarsi a Roma-Al ricevimento per, il'2 giugno Vidali a colloquio con il Console americano Soma, 2 giugno. L'on. Togliatti ha-ripreso òggi ufficialmente la sua attività politica comparendo per la prima volta in pubblico, dopo la sua recente malattia, nel corso del ricevimento al Quirinale; egli però ha eluso tutte le domande rivoltegli dai giornalisti sul caso Vidali. Domani l'on. Togliatti'presiederà la direzione del P.C.I. che esaminerà il caso Vidali, e probabilmente sarà formulata una « presa di posizione collegiale > nel confronti del deviazionista triestino. Naturalmente ■ tale presa di posizione non sarà differente dalla < sconfessione» già fatta Ieri l'altro dal vice-segretario del partito, on. Luigi Longo. Vittorio Vidali avrebbe fatto intanto già sapere di non ritenersi ' vincolato al. P.C.I. dal momento che il partito comunista triestino è statutariamente autonomo e politicamente riconosce solo l'autorità del Comlnform. Per questo motivo Vittorio Vidali avrebbe rifiutato l'Invito di Togliatti di venire a Roma per un « chiarimento della situazione». Megli ambienti politici si avanza già l'ipotesi che il P.C.I., pur non potendo intervenire direttamente sul Vidali, possa aggirare l'ostacolo creando una federazione triestina del P.C.I., in questo modo ponendo al bando il partito comunista di Trieste, che resterebbe un movimento isolato. Sugli incontri di Belgrado o sul Ravvicinamento U.R.SÌS.Jugoslavia, che sono alla radice della «levata di scudi» di Vidali, ha scritto un articolo di commento l'on. Luigi Longo. < Gli accordi raggiunti — scrive il vice-segretario del P.C.I. — dimostrano che sono stati eliminati gli ostacoli che si frapponevano sulla strada della completa normalizzazione dei rapporti fra l'Unione Sovietica e la Jugoslavia e del consolidamento dei rapporti amichevoli fra i due popoli ». L'ón. Longo aggiunge che gli accordi Indicano che- va nascendo qualcosa di nuovo oggi nel mondo, e particolarmente alle nostre frontiere, nei senso di un consolidamento della pace e di un allentamento della tensione militare. Tranquilla attesa dei comunisti triestini (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 2 giugno. Con una calma sorprendente, mentre tutto il mondo s'interessa al <caso Vidali », i co munisti triestini hanno seguito oggi di ora in ora l'evolversi della situazione. Nella loro nuova sede di via Capitolina, sulle prime pendici del colle di San Giusto, l'andirivieni è stato appena un po' più intenso del solito, ma sema eccitazione, affanno, atmosfera da grandi decisioni. Vidali, oltre ad intensificare i suoi contatti con la base attraverso una serie di rapide visite alle sezioni periferiche, ha predisposto la convocazione di tutti gli organismi direttivi del partito, con l'evidènte proposito di esser pronto ad una Ti¬ sposto immediata alle eventua¬ lì decisioni di Belgrado. Stamane si è avuta la riunione dell'esecutivo; per domenica è fissata quella dell'< attivo »: ma è solo il comitato centrale a doversi pronunziare ufficialmente, e fin da oggi pomeriggio i suoi quaranta membri erano pronti a riunirsi d'urgenza. La seduta di stamane dell'esecutivo non è durata molto permettendo così l'illazione che non sia affiorato il' benché minimo contrasto: A mezzogiorno Vidali ha fatto il suo ingresso nel palazzo del governo, dove il commissario generale, prefetto Palamara, offriva un ricevimento alle autorità nella ricorrenza del S giugno. Un ingresso a sensazione, dato che ì't uomo del giorno » raramente interviene a cerimo. nie ufficiali. Vidali ha monopolizzato l'attenzione generale. Sempre di buon umore, ha sostenuto e respinto l'attacco dei giornalisti: « Voi mi perseguitate, ma niente da fare ». ' Il console americano signor Sims, gli ha fatto sapere che sarebbe stato lieto di conoscerlo: Vidali è rimasto, insolitamente, ma per un attimo solo, perplesso, poi è mosso incontro ni diplomatico ed ha conversalo brevemente con lui in buon inglese. Ad un certo momento si è trovato di fronte a Belihur, responsabile del quotidiano filojugoslavo triestino, che gli ha chiesto: <Gome andremo a finire t ». c Staremo a vedere ». ha risposto secco. Già il giornale in lingua slovena, Prlmorski Dnevnlk, aveva esplicitamente scritto come, a suo giudizio, la vicenda potrebbe finire: estromissione di Vidali, scioglimento del partito comunista del Territorio di Trieste, sua trasformazione in una federazione del partito comunista italiano alle dirette dipendenze del suo segretario Tganizzativo Amendola. Limitiamoci a questa citazione e, rinunziando a riavanzare ipotesi ohe stanno per esser superate in breve volgere di tempo dalle decisioni di Belgrado, di Trieste e.rdi-iJo?»aj-iimitiamoci a rilevare brevi dati di fatto. A tarda sera, nessun emissario del partito comunista italiano era giunto ancora in via Capitolina: nel darcene notizia, i dirigenti wcali osservavano che un eventuale compito del genere non avrebbe potuto essere affidato che ad uno di quei personaggi di primo piano ora' impegnati al gran completo in Sicilia per le elezioni. Altro elemento importante. Si è scritto oggi che Vidali avrebbe esclamato ih modo da farsi sentire da tutti: « Serio Non ho mai conosciuto questo volgare assassino ». A parte ta formulazione della frase, dirigenti e giornalisti comunisti ci han confermato la sostanziale esattezza dell'affermazione. Ciò ha suscituto subito vari commenti: < Vidali — si è ipotizzato — comincia a far marcia indietro sganciandosi dal gruppo dei Beria e degli Abakumov, nel quale, pur senza nominarlo, Krusoev l'aveva cacciato ». L'ipotesi più verosimile sembra, però, un'altra: Vidali, urtato dall'appellativo rivoltogli di « allievo ai. Beria >, intende"]riporfare te sua polemica sul piano politico e morale sfrondandola da qualsiasi sospetto di urto di fazione e di uomini: Il testo del comunicato di Belgrado è giunto troppo tardi per suscitare i commenti e le reazióni, ufficiali dei comunisti triestini: l'esaminerà domani, forse, già in mattinata,- 'il comitato centrale. E' chiaro, però, che il testo finale di Belgrado non consacra affatto l'invito ad una comunanza d'. partito rivolto cosi apertamente da Kruscev al suo arrivo, e ribadisce, anzi, più volte l'impegno di evitare qualsiasi reciproca interferenza anche e proprio nel campo ideologico. Il protocollo, quindi, se costituisce indubbiamente un successo di Tito che ne ha imposto la limitazione ai rapporti fra Stato e Stato, fornisce la prova più chiara de i fondatezza della tesi di Vidali suite netta differenziazione fra marxismoleninismo-stalinismo e il titoismo. E' vero che a , Belgrado, < considerato che negli anni i ècenti le reciproche relazioni sono state gravemente compromesse a detrimento e danno sia dell'una che dell'altra parte nonché, della cooperazione internazionale, le due parti si dichiarano fermamente risolute a indirizzare le loro relazioni avvenire in uno spirito di amichevole collaborazione >: nia alla collaborazione fra i due Stati (non all'identità dei due partiti) VidaK si è dichiarato favorevolissimo anche nello stesso incriminato articolo del Lavoratore. Se, quindi, non affioreranno altre e per ora non note decisioni contro di lui, Vidali non esce in nulla toccato dall'incontro russo-jugoslavo. Resta il gesto inconsueto e ardito della sua reazione a Kruscev; ma, stasera almeno, un compromesso che ponga momentaneamente fine al caso Vidali. appare abbastanza probabile. Giovanni Giovannini li eapo dei comunisti triestini: Vittorio Vidali. (Telef.) btd