Vasta retata della polizia fra i comunisti italiani in Svizzera

Vasta retata della polizia fra i comunisti italiani in Svizzera Vasta retata della polizia fra i comunisti italiani in Svizzera L'operazione eseguita simultaneamente all'alba di ieri in una decina di città - Stretto riserbo delle autorità federali sul numero dei fermati e degli arrestati- Contro di essi l'accusa di propaganda illecita e di spionaggio politico (Dal nostro corrispondente) Berna, 1 giugno. All'alba, di stamane la polieia federale, in collaborazione con le varie polizie cantonali, ha proceduto al « fermo > ed in alcuni casi àd un verb e proprio arresto, di un imprecisato numero d'italiani accusati di avere svolto un'attività politica comunista in territorio elvetico (il Partito comunista è fuori legge in Sviz»eraj. Quante siano esattamente le persone fermate per aver violato le leggi di questo Paese, non è stato possibile accertarlo. In un primo momento si facevano ascendere a una ventina, ma stasera negli ambienti giornalistici di Berna si afferma che si tratta di una cifra molto più elevata. Nella sola città di Winterthun, dove sorgono alcuni dei più importanti stabilimenti industria, li svizzeri, pare che almeno una trentina d'italiaì^i. fra cui cinque donne, siano stati lungamente interrogati; ma . si ignora quanti di costoro siano stati fermati, oppure arrestati. Per ora le autorità inquirenti mantengono una strettissimo riserbo, pur avendo fatto annunciare che l'opinione pubblica sarà ampiamente informata, non appena l'istruttoria in corso lo permetterà. Da fonte ufficiale non si ha finora che un comunicato del Ministero degli Interni, in cui è detto che la Procura di Stato, nonché alcune autorità cantonali di polizia, erano venute a sapere, in questi ultimi tempi, che un'attività clandestina veniva svolta da parte di cittadini italiani residenti in Svizzera. Si procedeva subito a delle indagini, e queste permettevano di accertare che < i suddetti stranieri — membri del P.C.I. — si erano raggruppati nel nostro Paese allo scopo di svolgervi un'attività comunista e in una maniera sufficientemente organizzata. Questi gruppi hanno in particolar modo tentato di formare delle cellule nelle località in cui lavoravano. Essi hanno inoltre tentato con subdole manovre di impadronirsi della Direzione della colonia italiana in Svizzera >. Il comunicato aggiunge: € Poiché tale attività da parte di stranieri non poteva essere tollerata sul territorio svizzero, e siccome vi sono anche seri indizi che le persone in questione abbiano fornito informazioni di carattere politico all'estero, ciò che è proibito dal Codice penale svizzero, la polizia federale, in collaborazione con gli organi di poli, zia cantonali, stamane all'alba ha proceduto a delle perquisizioni presso il domicilio dette persone che dirigevano i rag- gruppamenti dei comunisti italiani >. Il comunicato termina dicendo che tali operazioni s< sono svolte a Zurigo, Winterthun, Frauenfeld, Sciaffusa, Badenì Basilea, e cosi via, cioè in tutte le località in cui si trovano i maggiori complessi industriali svizzeri. A Winterthun, ad esempio, sorgono le officine della nota casa Suleer, e a Baden quelle della Brown Boveri. Si apprende, d'altra parte, che è «tato <.fermato> anche un cittadino svizzero del Cantone del Ticino il quale avrebbe mantenuto il contatto tra le diverse cellule. Un altro ticinese sarebbe stato lungamente interrogato. Come si vede, il comunicato non precisa se i comunisti italiani sono stati tratti in arresto o se semplicemente sono stati fermati. Comunque, non sono stati certamente lungamente interrogati per la strada! Del resto, la Tribune de Genève è uscita stasera con questo grande titolo; «£a polizia federale procede a' una grande retata tra i comunisti italiani ». Z/opera3io?te è stata diretta dall'ispettore-capo Max Maurer. uno dei maggiori funzionari del controspionaggio svizzero. Quanto all'accenno del comunicato ufficiale circa il tentativo dei suddetti comunisti di impadronirsi della « colonia italiana in Svizzera », evidentemente non si vuole alludere a tutti i sodalizi italiani qui esistenti, giacché è impossibile che qualche dozzina di persone possano avere il sopravvento su circa duecentomila nostri connazionali e tutti di sentimenti schiettamente patriottici che si trovano \n questo Paese. Si deve piuttosto intendere la « colonia libera >, che ha la sua sede a Zurigo, ma di cui fanno parte un ristretto numero di persone. In esse si sarebbero infiltrati di recente dei propagandisti comunisti. j £

Persone citate: Boveri, Brown, Max Maurer

Luoghi citati: Baden, Basilea, Berna, Svizzera, Winterthun, Zurigo