Nuovo processo a Bologna per una zulfa al cinema

Nuovo processo a Bologna per una zulfa al cinema Nuovo processo a Bologna per una zulfa al cinema Uno spettatore morì dopo aver ricevuto un pugno - L'imputato è stalo assolto due volle, ma la Cassazione ha ordinato un terzo giudizio Roma, 26 maggio. Ivo Naldini nel luglio 1953 prese a pugni in un cinema di Milano uno spettatore, Pietro Brignone, che morì dopo qualche minuto. Fu processato e assolto prima dalla Corte di Assise e poi dalla Corte d'Appello. Ma i giudici della Cassazione hanno stabilito che Ivo Naldini debba subire un terzo giudizio: questa volta a Bologna. La morte di Pietro Brignone fu la conseguenza di una violenta rissa scoppiata nella sala del cinema «Volta» fra gli spettatori. Ivo Naldini era con la fidanzata, e sembra-che Il film non attirasse tutta la sua attenzione. Infastidito dal continuo parlottare del Naldini con la sua ragazza, uno spettatore, Pietro Brignone cominciò a protestare a mezza voce, ed ai suoi commenti piuttosto vivaci un altro spettatore, Alessio Boschin, aggiunse il proprio, notevolmente aspro. Ivo Naldini irritato si voltò verso i suol Interlocutori e chiuse la prima parte della discussione con un tonante «cretino!» indirizzato alla volta di Boschin, il quale replicò con uno schiaffo. L'altro rispose con dei pugni, uno del quali colpì In maniera violenta anche il povero Brignone intervenuto nella lite. Tutto da quel momento si svolse rapidissimamente: Brignone, colpito, stramazzò tra le poltrone; soccorso, fece capire che si sentiva molto male, poi svenne. Lo portarono d'urgenza all'ospedale, ma durante il percorso morì. I medici accertarono in un primo momento che la morte era stata determinata da un trauma alla tempia; poi modificarono la loro prognosi e dissero che la causa del decesso era dovuta alla forte emozione che aveva accelerato, in maniera irreparabile, un processo di arteriosclerosi aortica e coronarica di cui il. Brignone era affetto. Ai giudici della Corte d'Assise prima e a quelli della Corte d'Appello poi venne prospettata la tesi secondo la quale Ivo Naldini, imputato di omicidio preterintenzionale, non poteva essere ritenuto responsabile di quanto era accaduto perchè il pugno era stato soltanto l'occasione che aveva determinato l'evento mortale, ma non la- condizione. La tesi venne accolta e il Naldini fu assolto con formula ampia. Contro le due sentenze, però, ha ricorso in Cassazione il Procuratore Generale per sostenere che un evento è sempre il prodotto di numerose cause. A torto, quindi, i giudici di Milano hanno dato alla azione del Naldini il valore di semplice occasione

Luoghi citati: Bologna, Milano, Roma