Geminiani conquista la «maglia rosa» nella tappa di Scanno vinta da Nencini

Geminiani conquista la «maglia rosa» nella tappa di Scanno vinta da Nencini Geminiani conquista la «maglia rosa» nella tappa di Scanno vinta da Nencini flslrua giunto primo è distanziato dalla giuria - Crollo di Monti che retrocede al dodicesimo posto in classifica generale, mentre Magni sale al terzo e Coppi al quarto - Defilippis, uno dei più attivi animatori delia tappa, cede nell'ultima salita (Cai nostro inviato speciale) Scar.no, 26 maggio. La dodicesima tappa che ha portato il Giro ' dal mare di Napoli ai mille metri d'altitudine di questo romito e pittoresco centro turistico dell'Abruzzo, è stata un modello di combattività. Per inquadrare senza indugio la nuova situazione venutasi a creare, diciamo che i fatti salienti della giornata — naturali conseguenze dell'ordine d'arrivo e dei distacchi che i tre primi arrivati hanno inflitto ai battuti, — sono, primo: la perdita della maglia rosa da parte di Monti e il suo arretramento al 12° posto; secondo: l'avanzata del francese Geminiani che lo sostituisce al comando della classifica, seguito dal nostro Nencini con gli stessi 2 minuti secondi che li separavano stamattina in partenza; terzo: la perdita di un minuto e 53 secondi rispetto ai due nominati di Magni, Coppi, Moser e altri, e quella, ancor più grave, di ben 8 minuti e più da parte di Clerici, che ha terminato la tappa assieme a Monti. Tuttavia, rimane da dire come si è arrivati a questo cambiamento, e attraverso quali vicende Geminiani, Nencini ed Astrua hanno portato a termine la loro fuga, battendosi in volata per la vittoria di tappa. Questa pareva già assicurata al francese, allorché, ad una cinquantina di metri dal traguardo, Astrua lo afferrava per la maglia, prendeva la spinta in avanti e passava primo la linea, precedendo Nencini e il furente Raffaele. La giuria immediatamente lo retrocedeva al terzo posto — vana consolazione per la nuova maglia rosa, giacche la vittoria veniva assegnata al toscano secondo arrivato. Per dare il più schematicamente possibile un'immediata e chiara idea della corsa, diciamo che essa cominciò praticamente ad Isernia, giusto a metà percorso, dove il gruppo dei 92 partiti da Napoli si presentò compatto dopo una placida marcia a trenta all'ora. Quattro salite s'incontrano sui rimanenti cento chilometri. Prima: il Macerone (lunghezza 4 chilometri, difficoltà medie); seconda: quella di Rio Nero Sannitico (di 10 chilometri, assai ripida e oltremodo faticosa); terza: quella diRoccaraso (di 9 chilometri, di media difficoltà); la quarta, infine che comincia a Sulmona e, sia pure interrotta da frequenti falsipianl, risulta, eccettuati alcuni tratti assai ripidi, mediocremente difficile. Sul Macerone vi fu l'attacco di Minardi, subito inseguito da Carrea, che valse al romagnolo di compiere la discesa da solo, e di iniziare la seconda salita con 12 secondi di vantaggio .'sul gregario di Coppi, e con 35 sulla testa della lunghissima fila degli altri. E' vero che quasi subito Minardi venne raggiunto, ma è da quel momento che comincia il bello, grazie ai ripetuti allunghi operati successivamente da Dotto, Astrua, Defilippis, Conterno. E' a quattro chilometri dall'abitato che dà il suo nome alla salita — «storica» salita di tanti giri d'Italia, — che avviene la frattura definitiva del Giro, in quel momento ridotto a una trentina di uomi-. ni, e inizia la fase che deciderà la tappa. Geminiani attac¬ ca una, due, tre volte, finché con lui rimangono soltanto Astrua, Nencini e Defilippis. I quattro guadagnano terreno e su a Rionero, dove è posto un « tv > vinto dal torinese, il loro vantaggio risulta di 25 secondi. Poi. si buttano nella' discesa su Castel di Sangro, dove comincia la terza salita. E' in questo tratto che si verifica l'incidente che provocherà la perdita della maglia rosa a Monti. Al romano si spacca il cambio di velocità, e prima che la riparazione sia compiuta col passargli la bicicletta di scorta e poi riprendere la propria, perde due minuti. Nell'inseguimento, Monti si trova a far parte d'una pattuglia che contava, fra gli altri, anche Koblet che aveva raggiunto Clerici nella discesa; oi fu un momento che arrivarono a non più di 500 metri dal gruppo di Coppi, ma non ce la fecero a raggiungerlo. Davanti, c'era Magni che, staccato anche lui sulla salita di Rio Nero, era sceso come un bolide, superando un mucchio di avversari — e tirava da maledetto. Al povero Monti, ed ai suoi compagni, non rimase allora che accumulare altri minuti di ritardo Al piede della terza salita, il ritardo di Coppi e C. dai quattro in fuga è salito a 50 secondi, e da quel momento non farà che aumentare — e non perchè gli inseguitori battano la fiacca. Fanno tanto sul serio, che prima di giungere su a Roccaraso il gruppo si è ridotto a una decina di uomini (Coppi, Magni, Fornara, Conterno, Moser, Fantini, Dotto, Ruiz, Botella, Voorting) ; ma il cronometro, lassù, disse che erano indietro di un minuto e 40 secondi rispetto ai quattro, uno del quali, il solito torinese, aveva vinto anche il secondo « tv >. Da quel punto, e per tutto il rimanente della corsa, la situazione non mutò, se non al passivo di Defilippis, che sull'ultima salita cedette, e fu. ripreso dal gruppo degli inseguitori, ed a carico di costoro che, dopo essersi portati a Sulmona a un minuto dalla avanguardia, nell'ultimo tratto nuovamente arretrarono, come risulta dai distacchi al traguardo. Vittorio Varale ORDINE IVABBIVO: 1. Gastone Nencini (Leo), che percorre i 216 km. della tappa in 6 ore 45'46" (media orarla km. 31,939) ; 2. Geminiani; 3. "Astrua (arrivato primo, ma distanziato per volata irregolare) ; 4. Coppi, a l'53" ; 5. Conterno; 6. Magni; 7. Ruiz; 8. Botella; 9. Fornara; 10. Agostino Coletto; 11. Messina; 12. Wagtmans; 13. Serra, tutti col tempo di Coppi; 14. Van Breenen, a 3' e 55"; 15. Rossello, a 4'15"; 16. Voorting, a 4'38"; 17. Defilippis, a 7'50"; 18. Martini, a 7'54", davanti a un gruppo di 24 corridori, fra i quali Monti, Clerici, Klobct, Lauredi, Fantini, Assirelli, Giemondi, Filippi, Dotto, tutti col tempo di Martini; 55. Messina, a 14'19"; 92. e ultimo Angelo Coletto, a 39'1". CLASSIFICA GENERALE: 1. Geminiani, 60 ore 40'56"; 2. Nencini, a 2"; 3. Magni, a 2'34"; 4. Coppi, a S'5"; 5. Wagtmans, a 3'28"; 6. Moser, a 3'36"; 7. Astrua a 5'56"; 8. Fornara, a 6'42"; 9. Botella, aÉ 7'4"; 10. Voorting, a 7'13"; 11. Van Breenen, a 7'26"; 12. Monti, a 7'44"; 13. Clerici, a 8'49"; 14. Assirelli, a 9'38"; 15. Conterno, a 10'58"; 16. A. Coletto, a'13*20"; 17. Dotto, a 13'58"; 22. Koblet, a 17*14"; 39. Defilippis, a 29*2"; 92. e ultimo Decaux, a 2 ore 9*25". I calciatori jugoslavi sul pullman che li porta all'albergo appena giunti a Torino. Da sinistra a destra: Mi tic, 11 portiere Beimi e l'ala sinistra « continentale » Vukas (foto Moisio)