Un professore racconta le sue esperienze di esami
Un professore racconta le sue esperienze di esami Un professore racconta le sue esperienze di esami Non si deve dimenticare mai che l'esaminando è in preda a tumulti di idee sentimenti paure che annebbiano le sue capacità - Mai giudicare l'intelligenza, la "personalità,, dell'allievo, ma soltanto la sua preparazione specifica - Risposte spassose: "Quali mammiferi popolano le nostre stalle? Le mosche,, Si sta per aprire una delle epoche cruciali nella vita degli studenti italiani di ogni ordine e grado: l'epoca degli esami estivi; quelli il cui esito rovinerà o meno le vacanze. Sono stato spesso incolpato di aver scritto, citando il Gemelli, che gli esami non servono a nulla, sebbene non se ne possa fare a meno. E incolpato sono pure di aver dimostrato — indagini statistiche alla mano — che un tema d'italiano e di matematica lo stesso tema — viene giudicato con voti che oscillano dal 4 a1. 9 ed anche di più, a seconda del docente che lo esamini. Tuttavia il giudizio su un essere umano vivo e parlante di fronte ad una commissione viva, anche se talvolta dormiente, nelle persone dèi suoi membri non obbligati a parlare, è cosa diversa dalla Valutazione di un tema scritto, perchè possono entrare in gioco elementi vari sulla cui somma od elisione qualche speranza può essere nutrita. Nutrita, se ai professori una lunga pratica ed una coscienza sensibile abbiano suggerito l'obbligo morale di seguire alcuni umani principi e se agli studenti lo sport, i fumetti, il cinematografo e mille altre occupazioni abbiano permesso di raggiungere un minimo grado di preparazione. La mia esperienza di esami risale assai lontano. Ne ho fatti, all'Università, non meno di quindicimila e talvolta — di raro — ho presieduto Commissioni di maturità classica: di raro, perchè mi fanno pena i genitori che raccomandano, con il cuore in angoscia e le lacrime agli occhi, la salvezza dei loro figli; di raroperchè mi seccano le raccomandazioni che piovono da ogni dove e che servono per farsi tanti nemici, quando si parta dal presupposto di non tenerne conto. H problema delle raccomandazioni, che talvolta arrivano anche per gli esami universitari, va considerato sotto due aspetti: quello del professore e quello dello studente. Per quanto si riferisce al secondo esse sono utilissime, perchè lo incoraggiano; egli, infatti, ritiene che il professore ne tenga conto e si presentaperciò, con fiducia maggiorePer quanto si riferisce' al primo la cosa cambia, inveceaspetto: la raccomandazione crea il dubbio che l'esaminando sia impreparato equindi, previene l'esaminatore in senso sfavorevolePoiché, però, l'esame dipende dallo studente e non daprofessore, il lato positivo del maggior coraggio, che il discente acquista, sopravvanza quello negativo dedubbi che vengono suscitati nel docente. Ma le raccomandazioni devono essere molto discrete per riuscire a non portar danno, anche se, almeno ncr quanto mriguarda, non siano mai riuscite a portare un utile; sdiventano, poi. noiose ed opprimenti, c'è un modo rapidissimo per liberarsene, anche se è un modo un po' spietato. Prima dell'esame ci srivolge coram populo allo studente dicendo: «Lei mè stato raccomandato dal signor Tale; spero, perciòche sarà preparato, per non far sfigurare il suo raccomandante ». Questo meto do, usato un paio di voltemi è servito per non averpiù che rarissime sollecitazioni, perchè il fatto è su bito risaputo da eventualinteressati. Ma è un meto do cui conviene ricorrere icasi estremi: è poco umanoL'esame, per lo studente, è un'emozione ed il tèmpo vola, durante la proval'esame, per il professore, una tremenda noia ed itempo non passa mai, specie nelle ultime ore, quandsi siano sentite, come sem pre si sentono, tante e tan te piccole o grosse bestialità per un giorno interoIn questa diversa considerazione dello stesso fenomeno sta, un po', il pericoldell'esame, se il docente noha freni inibitori e pazien za a tutta prova. La stanchezza, ragioni personaextra-scolastiche, il sentiripetere sempre gli stesssbagli, la fatica per cavadi bocca cose male appreso male assimilate, fanno sche l'esaminatore possa involontariamente spostare suo metro «li giudizio. H grande sforzo consta nePavere sempre vivo e presente V più rigido senso d■ giustizia, nel cercare di nomodificare mai la propriobiettività, anche se il candidato balbetta, si impappna, si contorce, suda, schizza pulviscoli di saliva nelo sforzo dr esprimere unfrase, anche se cerca di imbrogliare le carte per giungere alla propria salvezzaL'aspetto umano dell'esaminatore sta nel non dmenticare mai che l'esamnato non è, come lui, in unstato di coscienza tranquilo o anzi reso più lucid dalla noia, ma ha tumulti di idee, di- sentimenti, di paure che annebbiano certamente le sue capacità normali; e perciò egli va aiutato, incoraggiato, elogiato e mai investito o criticete» con parole forti. Un altro grave pericolo sta nel fatto che il professore voglia giudicare l'intelligenza del candidato e non la sua preparazione. Nessuno può formarsi un'idea precisa della intelligenza altrui nel breve tempo di un esame; ma, soprattutto, non è nostro compito quello di giudicare P intelligenza. Noi dobbiamo dare il voto valutando solo auanto l'individuo ha risposto. E se, talvolta, abbiamo dèi gravissimi sospetti ch'egli sia un cretino integrale, dobbiamo fare il massimo sforzo perchè tali dubbi non pesino sul nostro voto. Non di raro, purtroppo, si sente di¬ rrsvsdttpcecsrqtssntChclimis"Mimili iiiliiiiiiiiiiimiinii ih iiiiii re, invece, che l'esaminatore deve dare un giudizio sulla personalità dell'allievo. Certamente non ha personalità propria chi creda di poter giudicare quella altrui in meno di mezz'ora. L'esame, talvolta, diventa divertente e lo diventa per due ragioni: quando il candidato è preparatissimo ed alza con ciò il tono psichico del• professore, cui sembra di essere salito a respirare altra aria; oppure quando le sciocchezze sono tanto grosse da riuscire spassose. Si ricevono spesso risposte più o meno amene: in terz'anno d'università, c'era chi riteneva Giulio Cesare vissuto nel 1500; ho sentito, con le mie orecchie, spiegare che i Vangèli erano due: il Vecchio e il Nuovo Testamento; un mio collega racconta che, in un esame di maturità scientifica, alla domanda su iiiiiiiiilllliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii iii quali fossero i mammiferi che popolano le nostre stalle, udì rispondere : « le mosche ». Alla vigilia degli esami, dunque, basterebbe raccomandare due cose: al professore di ricordarsi sempre dello stato d'animo del candidato e giudicarlo per la sola sua scienza; allo studente di convincersi che il suo esame, per il docente, è un'unità-esame simile ad altre centinaia di unità nelle quali l'esaminatore non mette nè l'animo nè la pas sione che vi mette l'esami nato ed ha, quindi, ben di raro malanimo o buonanimo nei riguardi di quest' ultimo. Perciò egli deve presentarsi tranquillo, come l'operando ai ferri del chirurgo. Anche se ì ferri del chirurgo possono uccidere, per colpa della natura e non dell'operatore. Diego de Castro iiniiiinniiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Persone citate: Diego De Castro
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