I parlamentari d.c. discutono sulla nuova formula di governo di Enzo Forcella

I parlamentari d.c. discutono sulla nuova formula di governo In attesa delle elezioni siciliane I parlamentari d.c. discutono sulla nuova formula di governo i senatori appoggiano l'attuale coalizione - Animate polemiche tra i deputati -1 frondisti in seno alla d.c. vogliono il "quadripartito senza Sceiba,, - Gonelia chiede chiarimenti alla direzione Roma, 20 maggio. I direttivi del gruppi parlamentari democristiani hanno iniziato quest'oggi l'esame della situazione politica in vista di quella « necessaria chiarificazione > che tra una ventina di giorni dovrà concludersi con la crisi o con un largo rimpasto dell'attuale governo. Tra 1 dirigenti del gruppo senatoriale la minoranza è scarsamente rappresentata: l'esame è stato, quindi, agevole e si è concluso con una riaffermazione di fiducia nella politica di collaborazione tra le forze del centro democratico c nella compattezza assoluta dei democristiani « condizioni prime perchè la democrazia sia sempre, senza pericoli, concretamente operante >. E' quanto si attendevano sia Sceiba che l'anfani, sia pure ognuno per sue ragioni "articolari: da questa parte, perciò, 1 due massimi protagonisti della vicenda democristiana possono stare tranquilli. Nel direttivo della Camera, invece, la « concentrazione > ha una agguerrita rappresentanza ed è qui che, infatti, ha iniziato oggi, con molta cautela, l'azione che ha per obiettivo la caduta del governo Sceiba. Gonelia, orchestratore di tale ■azione, ieri sera era partito per Firenze, dove stamane doveva pronunciare un discorso, ed aveva chiesto 11 rinvio della riunione. Ma è stato impossibile accontentarlo e cosi è tornatp in fretta per non mancare. Andreottl non fa parte del direttivo, ma anche lui ha voluto essere presente in serata a Roma ed è tornato, difatti, in aereo dalla Sicilia, dove ieri aveva tenuto alcuni comizi. La riunione è durata quattro ore e la discussione è stata serrata, abbastanza vivace; L'ha aperta Moro con una relazione che, nel suo nucleo centrale, ha suhlto toccato uno dei punti dolenti della situazione. Come presidente del gruppo — ha detto in sostanza Moro — dovrò presto partecipare a delle trattative, prendere delle decisioni. L'occasione non sarà offerta dalla mozione di sfiducia presentata dall'estrema destra che verrà discussa solo dopo le elezioni siciliane (e praticamente & cose fatte), ma dalla fase conclusiva della chiarificazione. Intendo presentarmi in questa fase come portavoce di decisioni precise, senza possibilità di equivoci. Gli organi del gruppo debbono perciò assùmere, in collegamento ed in armonia con gli organi del partito, la responsabilità delle loro decisioni e l'impegno di attenervisi scrupolosamente. Bruciava in queste parole, evidentemente, il ricordo della vicenda che portò al fallimento della candidatura Merzagora per la presidenza della Repubblica, Con la saggezza derivatagli da quella esperienza. Moro vuole evitare di assumere impegni a nome di tutto-11 gruppo e di ritrovarsi poi con metà dei parlamentari in posizione di dissidenza. E' un ammonimento alla minoranza, ma, nello stesso tempo, un riconoscimento della sua forza. E' evidente, infatti, che Moro non si presenterà a sostenere tesi che non abbiano avuto anche l'approvazione dei cconcentrazionisti >. Si conferma quanto già si è avuto occasione di notare: i dirigenti della D. C. pongono l'unità del partito innanzi tutto. Su quale piattaforma si potrà ricostituire tale unità? É' ciò che si è cominciato a discutere. Bettiol, primo oratore intervenuto nel dibattito, ha preso l'iniziativa della difesa e dell'attuale Governo e della formula su cui si appoggia. La situazione non è facile — ha detto il presidente della commissione esteri — e la delicata congiuntura internazionale la rende vieppiù complessa. Ma i politici responsabili che meditino seriamente sull'atmosfera di apprensione che si è determinata all'Italia, e all'estero debbono fare ogni sfor. zo per mantenere in vita il governo di coalizione. Foco male se taluni annosi, problemi rimasti in frigorifero per tanti anni (i patti agrari, Vtàt e così via) vi rimarranno ancora un po'. Non si può pretendere la quadratura; dei cerchio. Ci si poteva attendere che: 11 leader della minoranza rispondesse con altrettale franchezza ad una così brusca e decisa impostazione del tema in discussione. Ma Gonelia.ha preferito una tattica più sottile. Non si è soffermato ad illustrare i motivi per cui la sua parte giudica il quadripartito in crisi; ed ha ristretto la discussione ad un solo» punto, chiedendo che l'on. Gui, capo dell'ufficio legislativo della D.C, riferisca in una prossima riunione l'Interpretazione autentica che si deve dare delle deliberazioni del congresso di Napoli e del successivi consigli nazionali in ordine alla formula di governo. Gui si è riservato di esporre nella prossima riunione il punto di vista ufficiale della direzione, ma intanto, senza attendere' la prossima riunione, altri rappresentanti della maggioranza hanno replicato subito a Gonelia. E' Inutile discutere se in linea di diritto l'ultimo congresso ha ammesso come subordinato al governo di coalizione il governo monocolore. Nei fatti 11 monocolore è sconsigliabile per mille ragioni e può facilmente condurre o al fallimento' o ad accettare la collaborazione di forze di destra o di sinistra, entrambe — quéste — « strade proibite >. Così ha parlato Zaccagnini, camancCgadCfalts così la Elisabetta Conci. E allora, tralasciando le schermaglie dialettiche, anche gli altri rappresentanti della minoranza hanno illustrato più chiaramente il loro pensiero. Codacci-Pisanelli ha caldeggiato un governo monocolore aperto alle due < mezze ali > dei monarchici e dei socialisti, Concetti si è detto, invece, più favorevole ad un monocolore aperto a sinistra. Vedovato se l'è.presa con i c minori > ed in termini abbastanza vaghi ha sostenuto la possibilità 41 «modificare gli uomini mantenendo la formula». Ci sono stati ancora altri interventi, egualmente decisi, in favore del quadripartito, come quello di Truzzi, ad esempio, rappresentante del forte gruppo del coltivatori diretti; mentre Montini, raccomandando l'unità del partito, non ha tralasciato dal ricordare il malumore che le recenti vicende hanno provocato nella gerarchia ecclesiastica ed 11 pericolo che esso possa portare al potenziamento dei comitati civici ciiEi[iiiiiiiii(iiiiiiiiii]iiiitiiititiiii»i(ti]iiiiiii]ii e di altri organismi in concorrenza con la Democrazia Cristiana. Ci si è lasciati, però, su battute interlocutorie, con l'impegno •di rivedersi il 24 e di convocare al momento opportuno l'intiero gruppo. Lo svolgimento dell'azione dei < concentrazionistl > pare, sin d'ora, abbastanza ohiaro. Insisteranno nelle evitiche al quadripartito, sosterranno l'opportunità del monocolore per poter alla fine proporre il compromesso sulla formula del «quadripartito senza Sceiba > Il « quadripartito senza Sceiba > può essere, però, reso impossibile per l'opposizione dei liberali e del socialdemocratici e, aperta la crisi, il monocolore potrebbe venire come conclusione dell'impossibilità a risolverla altrimenti. E' una ipotesi che Fanfani e gli altri dirigenti tengono, ovviamente, ben presente ed è quella che li fa ancora tanto cauti nel definitivo giudizio, Enzo Forcella fiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiii(iiiriiii(iiiiiiiiiiifriiiiiiiiii

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