Revocata la pensione di guerra all'ex-questore Saverio Polito

Revocata la pensione di guerra all'ex-questore Saverio Polito Revocata la pensione di guerra all'ex-questore Saverio Polito Il provvedimento motivato con il iatto che egli non riportò la sua invalidità durante azione bellica - Immediato ricorso dell'interessato (Nostro servizio particolare) Roma, 12 maggio. A Saverio Polito, ex-questore di Roma, è stata revocata la pensione di guerra. Il provvedimento è stato firmato oggi dal Sottosegretario alle pensioni di guerra, on. Luigi Preti, su proposta del Comitato che aveva esaminato la pratica. «Il dott. Polito — spiega il documento — non ha diritto all'assegno mensile di 30 mila lire. Egli non è stato mai in zona di operazioni al seguito di forze armate operanti e non ha comunque riportato l'invalidità nel corso di azione bellica ». La questione venne sollevata dalla Procura della Repubblica in seguito a talune segnalazioni. Essa chiese al Sottosegretariato delle pensioni di guerra che la pratica relativa a Saverio Polito fosse presa nuovamente in esame. Le indagini accertarono che l'exquestore di Roma, dopo avere presentato domanda nel luglio 1945, il 16 agosto dello stesso anno ottenne la concessione di un assegno di seconda categoria. Saverio Polito, nel gennaio 1942, era stato militarizzato con il grado di generale di brigata e assegnato alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa con la qualifica di Capo dell'Ispettorato generale di polizia per i servizi di guerra. Nel pomeriggio del 17 agosto 1943, Saverio Polito — per incarico del Maresciallo Badoglio - stava viaggiando in Umbria su una macchina mi litare per cercare una località adatta ad ospitare Mussolini in quel momento prigioniero alla Maddalena. Per cause non precisate la macchina sbandò e finì contro un alberò. L'ufficiale di ordinanza nell'incidente perse la vita. Saverio Polito si salvò dopo tre mesi di degenza all'ospedale. Rimase però con la gamba destra accorciata di cinque centimetri e con il ginocchio semi-anchilosato; inoltre perse quattordici denti. Ottenuta la pensione, Saverio Polito fu sottoposto nel 1951 a nuova visita di controllo e gli fu riscontrato un aggravamento dell'infermità: esiti di ferita multipli al capo e agli arti, parestesia del nervo sciatico per nevrite, artrite traumatica al ginocchio, miocardite, iperglicemia accentuata... La pensione venne modificata: gli fu concessa la prima categoria, seniga superinvalidità, con un assegno mensile di 36 mila lire. Mesi fa, quando gli venne comunicato che il comitato di liquidazione delle pensioni di guerra aveva preso in esame la pratica per studiare la possibilità di una revoca, Saverio Polito, a mezzo del suo lega le, on. Filippo Ungaro, esibì ai suoi giudici una serie di documenti per provare il proprio diritto alla pensione: il decreto con il quale nel gennaio 1942 era stato militarizzato col grado di generale di brigata, una dichiarazione del generale Ambrosio, una del maresciallo Badoglio, per sostenere che l'incidente di cui fu vittima doveva essere considerato come una vera e propria azione bellica. Ma 11 provvedimento odierno conclude: «Senza entrare in merito alla trasformazione della pensione di guerra dalla seconda alla prima categoria, concessa nel 1951 dalla commissione medica di Roma, la quale tenne conto verosimilmente anche d'infermità che non erano state determinate dall'incidente d'auto — Saverio Polito non ha alcun diritto all'assegno. L'organo che concesse nel 1945 la pensione Interpretò erroneamente la legge ». Contro questa decisione, che rende esecutiva la revoca della pensione, — già sospesa da qualche mese, da' quando cioè fu iniziatp l'esame della pratica, — Saverio Polito ha presentato immediatamente ricorso alle sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti. «Ho le carte in regola — ha sem pre sostenuto l'ex-questore — e nessuno potrà togliermi la pensione di guerra», g. g

Luoghi citati: Roma, Umbria