A Dogliani sono lieti che Einaudi sia ritornato

A Dogliani sono lieti che Einaudi sia ritornato A Dogliani sono lieti che Einaudi sia ritornato L'applauso all'amico, l'ex Presidente risponde agitando il cappello - Donna Ida e la bimba imbarazzata "Manetta,, la vecchia cameriera - Colazione di commiato ai funzionari che gli furono accanto per sette anni (Dal nostro inviato speciale) Dogli ani, 12 maggio. Da sette anni, mal come stamane Luigi Einaudi è apparso cosi sereno e sorridente, cosi cordiale e affabile. Aveva l'aspetto d'un uomo che torna a casa dopo la fatica compiuta, soddisfatto della sua opera, lieto che sia conclusa, e che nel cuore già pregusta la gioia del riposo che si è meritato e del ritorno alle antiche consuetudini. Così è apparso agli amici e ai compaesani che questa mattina, insieme con le autorità, sono convenuti in gran numero ad aspettarlo alla stazione di Monchiero. Il suo sorriso, che s'irradiava — dietro un velo di commozione — dalle labbra e dallo sguardo mite e arguto, si è mostrato non appena è stato aperto lo sportello della vettura. Il treno presidenziale era partito ieri sera alle 22 da Roma; per la via di Savona era entrato nelle Langhe, e alle 8 è venuto a fermarsi dolcemente alla stazioncina di Monchiero alla quale è abbinata Dogliani. Era l'ultima volta che il treno presidenziale portava Einaudi alla sua residenza. Un applauso sprizzò, spontaneo e caldo, al suo apparire. Non era un arrivo ufficiale; autorità, personalità, l'intero Consìglio comunale con a capo il sindaco, si erano recati alla stazione a tìtolo personale, precisamente ad accogliere un amico. L'applauso era dunque per l'amico Luigi Einaudi, era il simbolo d'un abbraccio. Egli ne comprese il significato, e 1° ricambiò agitando ripetutamente in larghe volute il cappello che stringeva nella destra. Gli amici lo circondarono, gli si strinsero attorno. Luigi Einaudi cominciò a stringere le mani che gli venivano pòrte e gli riusciva diffìcile contenere la commozione. Ancora più difficile era dominarsi, per donna Ida; il suo sguardo, sotto la veletta, era visibilmente lucido. A un tratto, nella ressa che li avvolgeva, nell'incrociarsi di mani di sorrisi e di applausi, donna Ida si trovò davanti una bimbetta, una bionda e graziosa bambina che sgomenta e smarrita stringeva fra le braccia un mazzo di rose. Era la pìccola Rosanna Rovere, figlia d'un cantoniere della tranvia Monchierc-Dogliani, che con idea gentile il Consiglio comunale aveva incaricato di esprimere a Luigi Einaudi i senti menti del paese. Donna Ida comprese l'Imbarazzo della piccina che non riusciva ad assolvere 11 suo incarico Si chinò, le rivolse la parola. E la I bimba di slancio si liberò del- |]a BUa duplice missione: allun¬ gò all'amabile signora il mazzo di rose, e a bassa voce declamò il messaggio che le faceva prudere la lingua: < Dogliani . offre questi fiori con tanti auguri ». Donna Ida trasmise il messaggio al marito; tornò a chinarsi su Rosanna, la strinse in un abbraccio. Ed ecco avanzarsi, da una lontananza di oltre mezzo secolo, un'ottocentesca e patetica flguretta sbiadita, una minuscola, linda vecchietta. La folla la sospinse fin davanti alla coppia illustre, e volgendosi donna Ida esclamò: cMa è Marietta!». La abbracciò, si volse al marito: «C'è qui anche Marietta. Te la ricordi? La prima cameriera del nostro matrimonio ». Luigi Einaudi si voltò, le. strinse a lungo la mano. < Ma certo che mi ricordo di Marietta, me ne ricordo benissimo. Sorridendo, con voce timida la vecchietta disse: «Veramente, mi chiamo Teresa». Donna Ida si rivolse al marito: « Teresa Della Ferrera, appunto. Ma tu l'hai sempre chiamata Marietta, come le altre ». Egli sorrise: «Lo sai che io non vado d'accordo con i nomi. Non riesco a ricordarmi che di un solo nome: Marietta. Le chiamo tutte cosi >. All'uscita dalla stazione, accolti dagli applausi dell'altra folla, Einaudi e la signora filarono in macchina per S. Giacomo. Su altre vetture presero posto vàri funzionari già addetti alla sua persona, fra 1 quali 11 prefetto Chiaramente e il generale Marazzani. Affettuosissimo fu l'incontro con la sorella Maria Einaudi che si trovava alla villa già da alcune settimane. Nel cortile soleggiato e profumato di rose, il Presidente non si sottrasse all'assedio dei fotografi, amabilmente s'intrattenne per alcuni minuti con 1 giornalisti. — Il lavoro non mi manche rà. Da nove anni non mi occupo dei miei libri, ho dovuto trascurare i miei studi. Ho mucchi di carte da riordinare. Diede uno sguardo in giro, fece capire che oltre che per lo studioso vi sarebbe stato lavoro anche per l'agricoltore, Diede un'occhiata alla casa, ed era chiara l'allusione alle serene ore di riposo che si ripromette dopo gli impegni di questi anni. — Mi fermerò qui fino a San Martino, poi tornerò a Roma per trascorrervi l'Inverno. Alle 13, egli insieme con donna Ida ha voluto intrattenere in una colazione di commiato — offerta in una trattoria di La Morra — 1 funzionari che gli sono stati accanto nel suo settennio presidenziale: prefetto Chiaramonte, il generale Marazzani, il consigliere di Stato dott. Picella, 11 ministro plenipotenziario dott. Mosca, 11 dott. D'Aroma, con le rispettive signore. Questa sera alle 20 essi, col treno presidenziale, sono ripartiti da Monchiero per la capitale. Il distacco da Luigi Einaudi è stato per tutti loro un momento di profonda e sentita commozione. Gruppetti di persone, sulla piazza di Dogliani, sono rimasti a lungo questa sera a commentare 11 ritorno di colui al quale sono legati da sentimenti di autentica venerazione. Ne ricordavano la bontà, la mitezza, la modestia, il generoso interessamento per ogni loro necessità, anche non richiesto. L'acquedotto, il palazzo delle scuole, una parte dell'arredamento del municipio, e innumerevoli altre opere, sono dovute a Luigi Einaudi. E le somme che a tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiti 1 e o a i o a l i , o i a iiii*iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii*iiiiiiiiiiiiiiiiiiti«ogni suo soggiorno a Dogliani egli elargiva agli enti benefici locali. E le molte e molte persone che mai gli si sono rivolte invano. Particolarmente sensibili sono rimasti i doglianesi per un suo tipico gesto. L'estate scorsa Luigi Einaudi, temendo che gli agenti della squadra presidenziale facessero sciupio di acqua, fece stampare a sue spese un cartello da collocare presso ogni rubinetto nel quale venivano invitati à usarne con parsimonia per-non mettere a disagio la popolazione civile. Da questi epieodi, e da altri che rimangono ignorati, nasce l'affetto dei doglianesi per Luigi Einaudi. Oggi essi sono lieti che egli sia tornato e che rimanga fra loro. Giuseppe Paraci A San Giacomo: Einaudi con. donna Ida, la sorella Maria ed .11 prefetto Chlaramonte

Luoghi citati: Dogliani, La Morra, Monchiero, Roma, Savona