Storie vecchie e nuove di Gronchi al suo paese di Arrigo Benedetti

Storie vecchie e nuove di Gronchi al suo paese Storie vecchie e nuove di Gronchi al suo paese Ragazzo, già faceva i discorsi e gli battevano le mani - E' an nomo che sa dominare gli umori della gente Quello che avvenne ai moderati toscani che nel '19 attaccarono il P.P» - Quasi tutti ora lo chiamano Giovanni ■ Folta e strana ressa di operai pochi giorni fa - Che volevano? Regalare una villa al Presidente (Nostro servizio particolare) Fontederu, 9 maggio. Gronchi a Pontedera mi fa venire in mente la Toscana dell'altra guerra. Quando un concittadino rincasava dal fronte con una medaglia o una promozione trovava la banda ad aspettarlo. Gli amici lo rubavano alla famiglia, ambivano farsi vedere a passeggio con lui; lo stringevano, lo pigliavano sotto braccio. Oggi con Gronchi Capo dello Stato queste familiarità affettuose non sono ammesse, ma la banda c'è, la c Volere è potere >, che appena lo vede attacca l'inno di Mameli. Non lo chiamano più « onorevole », pochi seguitano a dire < professore » il « professore Gronchi > ; la maggior parte dice « Giovanni > e basta, quasi a sottolineare una vecchia dimestichezza. Gli amici veri, che sono stati a scuola con lui, ne parlano impersonalmente. Dicono: «Ha fatto sapere che arriva... ». Oppure: «Si propone di invitarci al Quirinale... ». I negozianti di generi alimentari parlano di suo padre, di Sperandio Gronchi che oggi tutti tornano a chiamare Sperino, il quale li riforniva di pasta e la sera passava nel retrobottega a a n l a a o i o e , a . i a . l a a ? l a o, bo mi a e ofel n e, no à, ò o r- per rivedere i conti della glor-' nata. Allora Sperandio, lasciata la casa dove era nato Giovanni (posta sul tratto della via Pisana che ha preso il nome da due Caduti della prima guerra mondiale: Alvarado e Bixio Marconcini), era andato a stare con la seconda moglie dietro San Faustino che tutti a Pontedera chiamano il «Duomo » come ci abitasse ancora il vescovo. Al primo piano stava il < Sor Giuseppe », che era un sacerdote, don Carlini, cappellano della Misericordia, destinato a trasferirsi a Pisa quando il cardinale Maffl lo nominò cerimoniere diocesano. Al pianterreno era il circolo dei giovani cattolici con un teatrino dove si dava la « Pianella perduta nella neve »: una commedlola musicale che sta nel cuore dei toscani che hanno più di quarant'anni. C'era, nella casa accanto al « Duomo », l'aria devota e gaia ch'è propria delle abitazioni vicine ad una chiesa importante. Giovannino andava a scuola, ma appena aveva un momento libero, saliva sul palcoscenico del circolo e teneva ai suoi coetanei discorsi sul bisogno di organizzarsi e di restare uniti. La matrigna, che lo amava, ascoltava gli applausi che arrivavano fino al secondo piano. Però s'impensieriva- e diceva: «La colpa non è sua. Se invece di studiare perde il tempo in chiacchiere lo dobbiamo al sor Giuseppe che gli ha messo tanti grilli per il capo ». Sperino non contraddiceva la moglie, alzava il meno possibile la testa dai registri dei suoi clienti. Il giorno in cui il figlio andò à parlare a Massa, non so per quale congresso, ed ebbe gli applausi d'un teatro intiero, il contabile-piazzista apparve molto più sicuro di se. Andò in giro a passo più svelto. Dicono che facesse vista di non saperne nulla. «Sono ragazzi che si divertono », diceva, ma In tasca aveva la copia del giornale cattolico che citava il nome di suo figlio. Oggi il quartier generale degli amici del Presidente della Repubblica è al n. 6 di piazza della Libertà, dov'è lo studio dell'avvocato Guido Cioppi. Il suo telefono non aveva mai lavorato tanto; le sue pratiche non avevano mai corso il rischio di essere lasciate a dormire, come in questi ultimi 15 giorni. L'altra settimana, mentre il nuovo' Presidente della Repubblica era al cimitero per visitare le tombe dei genitori, l'avvocato Cioppi ricevè una telefonata che lo lasciò perplesso. Qualcuno si rivolgeva a lui non per avere un consiglio legale ma addirittura per avere un parere su un tema di ordine pubblico. Ecco cos'era accaduto All'incrocio tra via Roma e viale IV Maggio era stata notata un'insolita animazione di operai, cosa di per sè non eccezionale dato che era l'una in punto, quando alla Piaggio c'è il cambio dei turni. Quel giorno però gli operai non andavano ne avanti nè indietro. Quelli che dovevano entrare stavano là ad aspettare qualche cosa; quelli che uscivano non si dirigevano verso casa col passo svelto di chi ha appetito. L'avvocato Cioppi ch'è un uomo alto, grosso, forse di poco più vecchio del-Presidente, quella mattina era stanco, desiderava tornare a casa, desinare In fretta, riposarsi un momento. Restò perplesso. Cosa mai potevano volere le centinaia di operai che aspettavano il Presidente ad un croclvia? Cioppi però è l'uomo fatto apposta per risolvere le situazioni difficili. Ci pensa su un momento ed ha già trovato il modo di semplificarle. Tanti anni fa. nel 1919. il giorno in cui i rappresentanti del moderatismo toscano, allora alleati con i fascisti che cominciavano a dare segni di vita, vennero in piazza Curtatone e Montanara per attaccare nel suo fortilizio elettorale la stella d'un giovane partito, il P.P., Cioppi trovò la soluzione del iiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiii caso abbastanza difficile semplificandolo. Mandò un messaggio a Gronchi, che stava parlando agli operai dei sindacati liberi da una finestra dell'Excelsior. Venisse subito, domandasse un contraddittorio. E fu un consiglio improvvisato ma degno di quella strategia politica che allora era sempre frutto di felici improvvisazioni. Gronchi venne in piazza Curtatone e Montanara e domandò il contraddittorio. Si fece subito un grande silenzio: perchè quello del contraddittorio era allora uno degli sport preferiti dai toscani, perfino dai pochi che sdegnavano la politica. Parlò, lasciò che la tempesta degli applausi scemasse e se ne tornò all'Excelsior seguito da tutta la cittadinanza. In piazza restarono solo 1 rappresentanti del più schietto moderatismo toscano. C'era l'on. Dello Sbarba, l'on. Toscanelli, il professor Pozzollnl ed un ammiraglio, Costanzo Ciano, di cui chissà perchè i moderati toscani facevano molto conto sebbene, a stare ai suoi discorsi, non fosse uomo disposto a dare esempio di moderatezza. Restarono là a guardarsi. Durante il grande banchetto di duecentocinquanta coperti che seguì, - Invece dei soliti discorsi ci furono franche liticate. « Possibile — si rinfacciavano reciprocamente — che noi si sia stati tanto sciocchi da venire a provocarlo in casa sua? ». Allora per la prima volta si parlò di quello di Pisa, Livorno, Lucca e Massa-Carrara come del « suo collegio». L'altro giorno Cioppi non dette nessun .consiglio. Quando seppe che la polizia s'era messa a caracollare gli scappò di bocca uno spontaneo: « Oibò ». Ma gli occhi gli ridevano. Perchè immaginava la scena: Gronchi scende dalla sua automobile, placa con un gesto i bravi agenti, si mette a parlare con quelli della Piaggio... Chissà, forse, fu allora che gli operai presero una decisione che ora sta mettendo In movimento tutta la cittadinanza. Abbiamo un bel dire al Presidente: «Torni, torni... » dissero, quando Gronchi se ne fu andato. Se vogliamo che qualche volta si faccia vivo, bisogna costringerlo a scegliere la sua casa campagnola nel territorio del Comune. Un tempo, quando veniva, pernottava da Pier Luigi Masi, buonanima, quello che aveva bottega in corso Matteotti. Certo, ora ci sono 1 figli di lui, ma può un Capo di Stato andare a' dormire in una casa qualsiasi? Così è nata l'Idea d'una villa da regalare al primo toscano che dopo Leopoldo sia salito tanto in alto. Gli operai si sono sottoscritti con una giornata, di lavoro, gli impiegati del' Comune col sindaco Paroll in testa anche. Pontedera avrà certo una villa da scegliere (speriamo non da costruire) sulle amene colline che scendono verso l'Arno. Sabato scorso mentre telefonava, Cioppi, senza accorgersene, faceva sfoggio d'una diplomazia da segretario di Stato. Ringraziava coloro che lo pregavano di salutare 11 Presidente, ammoniva i più smaniosi. C'era il problema della minoranza democristiana del Comune e delle sue relazioni con la maggioranza socialista. Cera il problema del gonfalone del Comune che stava per partire per Roma. Avrebbe sostato fuori o dentro Montecitorio? « Era predestinato », mi diceva intanto, annaspando tra le carte con la sinistra, occupata la destra a tenere il cornetto telefonico... Arrigo Benedetti

Luoghi citati: Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pontedera, Roma, Toscana