La direzione d. c. non è favorevole a un governo orientalo verso destra di Enzo Forcella

La direzione d. c. non è favorevole a un governo orientalo verso destra Una giornata dì discussioni tra gli esponenti del partito di maggioranza La direzione d. c. non è favorevole a un governo orientalo verso destra Nessuna decisione sulle dimissioni del ministero - Forse ai liberali la vice-presidenza della Camera - Polemiche tra i socialdemocratici dopo le dichiarazioni di Saragat - Le condizioni poste da Nenni per l'appoggio a un governo monocolore Roma, 6 maggio. I dirigenti democristiani hanno esaminato quest'oggi la situazione politica che si è determinata con l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica ed 1 gravi problemi che si dovranno risolvere nel prossimi giorni: elezione del successore di Gronchi, carattere delle dimissioni che il Presidente del Consiglio presenterà al Capo dello Stato subito dopo l'insediamento, soluzioni della crisi governativa nel caso ch'essa non possa essere scongiurata. I membri della Direzione ed il presidente del Consiglio nazionale Zoli si sono riuniti alla « Camilluccia », dove ha sede il loro istituto di studi politici, e vi sono restati per tutta la giornata sospendendo 1 loro lavori soltanto per consumare una colazione sul posto. Si rivedranno' ancora prima della seduta comune del Parlamento, ed infatti il comunicato diramato al termine della riunione si limita a comunicare 1 nomi dei relatori avvertendo che la discussione iniziata oggi sarà proseguita in una prossima riunione. Sin d'ora, peraltro, sono emerse delle indicazioni di massima che consentono di precisare meglio l'orientamento che il Partito di maggioranza intende assumere di fronte alle prossime scadenze. Il primo punto che v'era da affrontare era una questione di carattere: Interno: la situazione del Partito dopo la massiccia ribellione dei membri della < concentrazione » ed 1 rapporti di questa corrente con la maggioranza direzionale. . Ne ha parlato a lungo Fanfani, esponendo tesi che hanno poi trovato consenzienti tutti 1 convenuti. La vicenda delle candidature alla presidenza della Repubblica — ha detto in 'sostanza il segretario della D. C. .— ha assunto sin dall'inizio un evidente significato politico èppòrelò non è cerVo il caso di "considerare la ribellione delie minoranze da un puntò di vista disciplinare, proponendo sanzioni, deplorazioni o simili provvedimenti. Ciò non significa, però, che la maggioranza direzionale deb¬ bgsclolmmlvIIIIIIIIIIIIIIIHIilllllllllllllllllllllllllllllllllllllll ba cedere alle Imposizioni degli oppositori, modificare la sua linea politica o, peggio ancora, accettare modifiche nell'attuale composizione degli organi dirigenti. Questi sono l'espressione degli atteggiamenti che prevalsero nell'ultimo congresso del Partito e se la minoranza — come lamentano 1 suoi esponenti — non vi è abbastanza rappresentata, la responsabilità è della stessa minoranza che a Napoli volle estraniarsi dalla lotta. SI possono ricavare da tali impostazioni due conseguenze di notevole interesse ai fini delle questioni che si dibattono In questi giorni. Panfani ed i suoi collaboratori escludono, in primo luogo, che la sconfitta che hanno avuto nel contrasto tra le candidature Merzagora e Gronchi possa avere ripercussioni sulla loro posizione nel Partito. Non vi saranno dimissioni, nè cooptazione di esponenti della concentrazione nel Consiglio nazionale, nè congressi straordinari. La maggioranza, come dicono 1 militari, farà quadrato attorno al suo segretario. E' una precisazione forse opportuna, ma che, ad ogni modo, nessuno si attendeva diversa. L'altra illazione ha, invece, un maggior sapore di novità. Confermando, come si è fatto, la < linea di Napoli > Si è anche implicitamente precisato (ed anzi, a quel che ne sappiamo, se ne sarebbe par lato esplicitamente e diffusamente) che la Direzione non è disposta a favorire un mio vo Governo orientato a destra, presieduto da Pella o da altri. Il nome di Pella circola in questi giorni con una certa Insistenza negli ambienti della minoranza democristiana ma è doveroso riferire ohe lo stesso Pella considera con molto scetticismo la possibilità di un suo nuovo Governo. Anche lui In questi giorni ha svolto *1 suoi sondaggi e si sarebbe resoconto delle grandi difficoltà che incamererebbe-- une -, sua' -.;.àSeslr gnazione. '" Per quanto riguarda la successione di Gronchi si è convenuto che la candidatura Leone sia la sola che può riuscire a mantenere la unità del gruppo nella vota- llllllllllllllllllllllllMIIIIIH iiiiiiiiiiuiiiiiiiiii vt r - o n l a e e n a i o o zlone, e Moro parlerà in questo senso al Direttivo convocato per domani. Per non Inasprire ulteriormente 1 Partiti laici (e per ottenerne nello stesso tempo l'appoggio a Leone) si penserebbe, però, di offrire ad un liberale la vicepresidenza che rimarrebbe vacante chiudendo cosi la strada alla candidatura di De Francesco, avanzata dai monarchici. Resta a vedere se i « minori > accetteranno l'offerta: ma non è un problema estremamente urgente, poiché all'elezione del vice-presidente di penserà in un secondo tempo e su di essa influiranno notevolmente gli sviluppi della crisi governativa. Per questo punto — che è, poi, quello di maggiore attualità — 1 dirigenti democristiani avrebbero espresso un orientamento che si può definire a mezza strada tra la te si di Sceiba e quella dei concenti-azionisti. Essi, in sostanza, non faranno nulla per provocare la crisi e saranno, anzi, ben lieti se il Presidente del Consiglio riuscirà ad evitarla, tranquillizzando i «minora e concordando con la «concentrazione* l'ingresso nel Ministero di qualche suo esponente. Ma non faranno neppure nulla per evitarla. Se la crisi vi sarà, provocata da gruppi diversi dalla Democrazia Cristiana, occorrerà pure risòlverla: e per questo i dirigenti democristiani ne hanno sin da òggi cominciato ad accennare le soluzioni. Si è trattato, a quel che risulta, di un esame tenuto ancora sulle generali. Ne sarebbero, però, già emerse alcune indicazioni di massima: l'esclusione di un monocolore orientato a destra, come si è detto, e poi la propensione per un nuovo Governo di concentrazione notevolmente modificato nella composizione e meno rigido verso le cosidette, < mezze ali », soprattutto quella del P.S.I. •Al « monocolore » si dovrebbe jarrivtjtfi éattfi^Mifta'vatio •dòpo aver' spjerime'nfato tutte le possibilità; di un nuovo ac cordo con ì « minori » mentre non dovrebbe essere scartata anticipatamente la eventualità di un accordo parziale con queste forze, vale a dire solo cori i repubblicani ed i socialdemocratici. Si dice che qualche passo confidenziale sia stato fatto verso il P.S.I. per sapere come verrebbe preso un governo del genere, presieduto da Zoli o da Segni. C'è stasera una risoluzione della direzione del P.S.I. che può valere come risposta. Vi si chiede un governo « il quale assuma impegni precisi e di immediata realizzazione sui problemi del momento e dia sicura garanzia per la fine di ogni abuso di potere e di ogni discriminazione » (la nota pregiudiziale contro l'anticomunismo, programmatico), si avverte che il problema della partecipazione socialista non è attuale è si promette, invece l'appoggio « ad un ministerq di restaurazione democratica, di progresso economico,-di pace ». « Bisogna rompere ogni indugio — si conclude — e cogliere l'occasione che si' presenta ». Sceiba, com'è naturale, continua a lavorare, invece, per evitare la crisi ed ora la sua attenzione è rivolta ai socialdemocratici poiché ritiene che da questa parte possono venire le più Immediate difficoltà: basterà, infatti, che i ministri del P.S.D.I. insistano, nella riunione consiliare dell'll, sull'orientamento preannunciato dscPpnbmrpcnptzdrrtdiP1 11 111 [ 11 1M ! 11111111111M M11 i i 111M M i f 11M1 [ [ ! 11 da Saragat perchè le dimissioni siano inevitabili. Gronchi non. farebbe nulla se il Presidente del Consiglio gli bì presentasse con una situazione formalmente immutata, ma basteranno le dimissioni di un ministro per deciderlo ad aprire le consultazioni. Il Direttivo del Gruppo parlamentare socialdemocratico ha emesso oggi un comunicato che suona, se non proprio come una smentita, certo come una manifestazione di malcontento per le dichiarazioni fatte ieri da Saragat. < Per ciò che riguarda recenti voci di crisi governativa più o meno accentuate dai giornali — vi si legge — il Gruppo parlamentare del P.S.D.I. dichiara che nessuna decisione è stata presa In me¬ G■■iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiitMiiiiiiiiiii rito dagli unici organi competenti a decidere In materia, la Direzione del Partito ed il Gruppo parlamentare, che hanno stabilito di riunirsi prossimamente >. Forse è soltanto una precisazione dettata dalla irritazione per il fatto che 11 leader, nonostante quanto era restato concordato nell'ultima riunione di gruppo, ha anticipato le decisioni del gruppo stesso. Però si profila per Saragat, nelle riunioni che i parlamentari ed 1 membri della Direzione terranno lunedi, una battaglia più difficile di quanto era lecito credere. E gli sviluppi degli avvenimenti sono per gran parte legati all'esito di questa battaglia. Enzo Forcella iiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Napoli, Pella, Roma