Uccide la fidanzata ferisce gli zìi e si sopprime

Uccide la fidanzata ferisce gli zìi e si sopprime A TORINO, FOLLE SPARATORIA IN UN ALLOGGIO Uccide la fidanzata ferisce gli zìi e si sopprime Una tragedia della gelosia in una casa signorile di corso Duca degli Abruui - Lui, 25 anni, studente di tisica; lei, 24 anni, laureanda in legge - Lo zio della ragazza, ex-vice Intendente di Finanza, in gravi condizioni; la zia ha un predettile nel petto - Unico illesa la cameriera Alle 12,30 di ieri su un balcone al terzo- piano di corso Duca degli Abruzzi 31 un giovane ha ucciso la ragazza che amava: ha trascinato il cadavere in cucina, adagiandolo con cura sul pavimento, si » steso al suo fianco, e con due colpi di piatola ai cuore ai è tolta la vita. Prima di compiere il folle gesto aveva -ferito gli zii della ragazza che gli si erano gettati addosso per disarmarlo. Il giovane si chiama Vittorio Rigat, SS anni, studente già di ingegneria, poi di economia e commercio, e, da quest'anno, di fisica. Abitava in corso Arimondi 17 con la madre: il suo alloggio si ■ trova di fronte a quello dove è avvenuta la tragedia. La ragazza aveva un anno di meno — ventiquattro —, il suo nome, Anna Maria Dolores Rayneri,, laureanda *»' legge.. Figlia unica abitava con i genitori in corso Galileo Ferraris 77l Lo zio, il dott. Attilio Rayneri di 70 anni è una figura nota nella nostra città, dove per anni era stato vice-Intendente della Finanza: in seguito fu Intendente a Nuoro ed a Teramo; Collocato a riposo da quattro anni era tornato a Torino. La zia, Adalgisa Pessano, ha 54 anni, Anna Maria Dolores, ieri mattina si era.recata in casa degli zii, ospite a colazione. L'aveva accompagnata il padre verso le liso. Alle MAO squillò il telefono. Andò a rispondere la ziaEra sua cognata la madre di Anna Maria Dolores. < Senti ~ Io. disse —• c'e' Vittorio che Nini: parte per l'America. Ri cevetelo, per cortesia. Però non lasciateli soli,, mi pare un po', agitato». , Vittorio Rigat ed-Anna Maria Dolores Rayneri, chiamata «Nini» dai parénti, erano andati a scuoia insieme, si erano fidanzati, poi avevano interrotto la loro relazione. Era stara la ragazza ad abbandonarlo perchè lo credeva incapace di costruirsi' una. vita. Nel novembre scorso si era avuta la rottura definitiva, anzi i genitori di lei lo avevano fatto diffidare dalla polista perchè non importunasse la loro figlia. ; Il giovane Vittorio aveva cercato di dimenticare £S\nia —Mafia! -Hon~'era til* setto. Negli ultimi mesi aveva voluto avvicinarla di nuovo. Le aveva giurato eterno amore, l'aveva minacciata della morte più crudele. Aveva voluto commuoverla, aveva tentato di intimorirla. Ma la ragazza era rimasta ferma nel suo proposito: «Non mi cercare, non mi sento di volerti bene. Le nostre vie sono diverse ». Pur di poterla vedere, Vittorio Rigat inventava i pretesti più diversi. Sabato, a mezzanotte, le telefonò dicendole che sarebbe partito per l'America. Aveva risposto la madre: « Dormi tranquillo, ora è tardi. Ti pare che sia l'ora più adatta per telefonare? ». « Ma lo voglio soltanto salutarla ». < Va bene, non adesso però ». Ieri mattina, alle 6, il giovane telefonava una seconda volta. E' facile dedurre che non aveva chiuso occhio durante la notte, che si era tormentato pensando ad Anna Maria. Rispose ancora la madre: « Ma, benedetto ragazzo, noi dormiamo ancora... Tu stai impazzendo ». A mezzogiorno si presentò in oorso Galileo Ferraris 77. Vestiva di blu scuro, camicia bianca, scarpe nere. «E' m casa Nini? La voglio vedere prima di partire ». La madre gli disse che era dagli zii. < Se proprio vuoi, sai dove abitano». li! Vittorio Rigat andò in corso Duca degli Abruzzi SI. Quando suonò al campanello venne ad aprire la donna di servizio, Maria Margaria, di 63 anni. Già la padrona l'aveva avvertita che sarebbe venuto un giovanotto: lo fece passare nello studio. E' un alloggio molto, ampio, in una bella casa dell'anteguerra. Un ingresso, il corridoio sul quale si aprono, l'una di fronte all'altro, la sala da pranzo e lo studio. Dopo lo studio, dalla stessa parte, vi è la cucina. Più avanti le camere da letto. E' una casa arredata severamente, con una signorilità che risente della moda dei primi anni del secolo. Il giovane attese in piedi in salotto. Anna Maria entrò accompagnata dagli zii. Erano le ÌSJIO. Nella sala da pranzo il tavolo era apparecchiato per tre. In cucina cuocevano i cibi. Il colloquio fu breve e lo si può ricostruire, per la prima parte, attraverso la testimonianza della zia (lo zio, all'ospedale, è in condizioni tali da non poter parlare). Vittorio non accennò al pretesto del suo viaggio in America. Ripetè subito alla ragazza l'invito di tornare a lui. Si vedeva che faceva uno sforzo per mantenersi calmo. Ma era pallidissimo., e le parole gli uscivano stentate. Sapeva che era un colloquio decisivo: ne dipendeva la vita sua e della giovane che amava. «Nini, comprendimi, non sono più padrone di- me. Non mi lasciare. Ho detto che voglio partire, ma non si parte soltanto per andare in America. Mi capisci? Nini, non mi lasciare. Non posso dimenticarti. Per tutta la nòtte ho pensato a te, neppure a Messa sono riuscito a liberarmi di quest'idea ossessiva ». Gli *ii erano imbarazzati. Avrebbero preferito non essere presenti; Ma la madre di Anna Maria aveva insistito per telefono che non perdessero di vista la ragazza, Vavv. Rayneri per superare il disagio offrì al giovane un bicchiere di marsala e disse alla moglie: — Portai due bicchieri per loro ». La moglie portò i bicchieri e la bottiglia e tornò in cucina: Quel ■ che successe poi nel salòtto noti si sa con precisione, perchè Vavv. Rayneri non è in grado di parlare. Si pud ricostruire dal racconto della zia. Era appena giunta in cucina che sentì suo marito dire con voce concitata: «Non faccia pazzie, si calmi». Subito dopo la sig.ra Rayneri vide Anna Maria correre nel corridoio, infilarsi in cucina e di H sul balcone. Dietro <M lei, il giovane con in pugno una pistola Be- retta calibro 6,35. Sembrava pazzo, L'avv. Rayneri gli era dietro, ai aggrappava al suo braccio per trattenerlo: « Si fermi, lei è pazzo ». Ma il aiovane Io respinse e gli sparò ur colpo al petto. La signora, chiudendo gli occhi per lo spavento si lanciò avanti per difendere il marito. Un altro colpo e la donna senti una sfitta tremenda alla spalla destra. Comprese di essere ferita, ma invece di badare a se stessa, si chinò per soccorrere il marito che era caduto di(:,traverso .nel corridoio. VittorìqR}pat irruppe,in où-i cinijt, L'féìtfb&ra aperte, indenti ', strétti, ffli'Qc'iihi dy<tiati.&nairsttèa. 9bsì toÀvidé i% carieìés- -* , V,; 7— (Continua in 2a pagina) vittima l l i ii E i Lo zio, avv. Attillo Rayneri , Corso OUCA CAMERA PALBTTO OfEGU AB fi UZZI VlfWMiWlìSi CORTILE La pianta del tragico alloggio: In cucina, nascondendosi sul I giovani si balcone <3) incontrarono nel salotto (1); la ragazza fuggì l'Innamorato sparò agli zìi che tentavano di disarmarlo (2), poi raggiunse la vittima e si uccise accanto al cadavere (4)

Luoghi citati: America, Nuoro, Teramo, Torino