La doppia vita dei tre fratelli

La doppia vita dei tre fratelli La doppia vita dei tre fratelli Nell'abitazione milanese sono state trovate le prove della loro criminosa attività - Si profila l'ombra di un quarto nomo Pai nostro corrispondente e o à i à Milano, lunedi mattina. Con la cattura degli autori materiali dell'assassinio di don Silvestro Beneggi, il parroco ucciso dai fratelli Giuseppe, Modesto e Gianfranco Bettelle il 1S agosto 1954 a colpi di rivoltella, la luce completa sul fosco dramma di Vermezzo non è stata ancora fatta. Mentre ormai la polizia ed i carabinieri sono in grado di conoscere la vita dei tre arrestati, nulla è ancora dato invece sapere su altre due figure del truce episòdio: due figure che potranno probabilmente offrire oggi il quadro completo della sanguinosa vicenda. Una dì queste figure è il giovane arrestato dai carabinieri di Milano venerdì alle 14,55 in via Torino, di fronte al cinema « Centrale », su segnalazione della Questura di Casale Monferrato che ne precisava i connotati: altezza 1,70, età 27-30 anni, zigomi sporgenti, portamento effeminato, cappotto color paglia. L'autorità non ha ancora ritenuto di precisare il nome ed il cognome dell'arrestato per non intralciare il corso delle indagini che, come è noto, continuano anche da parte dell'autorità milanese. I tre banditi arrestati a Casale dopo l'aggressione al tassista Parassole, e cioè il primo dei tre Bettelle,.Giuseppe, e Vittorio Margherita e Luigi Galletti — precisava il cablogramma della polizia di Casale — avrebbero dovuto incontrarsi con lui. L'operazione fu rapida e perfetta e dopo dieci minuti soltanto, cioè alle 15,05, il giovanotto era già al sicuro nelle guardine del comando carabinieri di via Moscova. Una perquisizione operata nella sua abitazione \ non recava però alcun dato prezioso all'affannosa inchiesta. I/altra figura è una donna, quella che sarebbe al centro del vero dramma che costò la vita al giovane parroco di Vermezzo; la giovane di Sesto 8. Giovanni che, prossima forse a divenire madre, avrebbe convinto il seduttore Gianfranco Bettelle di 18 anni — il minore in età dei tre fratelli arrestati — ad escogitare un mezzo qualsiasi per sistemare con una parvenza di legalità la posizione dei due giovani amanti. Minorenni entrambi, il matrimonio si presentava problematico, pressoché difficile per la contrarietà dei genitori del Gianfranco Et tteUe; per questo Giuseppe e Modesto Bettelle avrebbero deciso di venire in possesso di un certificato di nozze « a qualunque costo »; l'atto di forza non sortì come è noto l'effetto desiderato da don Benegni, che pagò con la vita il suo energico rifiuto. Ma come giunsero i tre Bettelle ad una soluzione tanto violenta, e perchè? Erano essi dei banditi di professione? Per quanto se ne sapesse presso i coinquilini della casa di via Iglesias 38/6 Agorla, siUlo stradone di Monza tra Milano e Sesto 8. Giovanni, parrebbe di no. I loro volti non erano stati fotografati mai in nessuna occasione da agenti della polizia, nè quindi le loro immagini si potevano trovare negli archivi segnaletici della questura. Ora soltanto, e cioè dopo l'arresto di Modesto Bettelle e dopo l'ispezione eseglta dai carabinieri neUa casa di via Iglesias, si può dire che i tre assassini erano veramente dei rapinatori matricolati: due di essi facevano i mosaicisti di mestiere; Gianfranco invece era occupato come aiutante aggiustatore presso un'officina meccanica. Uscivano sempre tutti e tre insieme ogni mattina prima delle 7, rincasando a tarda ora della notte, uno dopo l'altro, a distanza di pochi minuti. È' quindi evidente che la sera tutti e tre avevano un'altra attività che costituiva una specie di seconda vita. Nelle due stanzette al primo piano di via Iglesias S8/6 i carabinieri hanno infatti trovato un ricco materiale che mostra ineluttabilmente la loro criminosa vita notturna. Avvolti in un giornale del luglio 1954 Cerano una ventina di proiettili da rivoltella debi tornente oliati; alcuni erano di càlibro 9 prolungato, altri di calibro 9 corto. Ma in un cassetto di un mobile i carabinieri scoprivano noi la prova decisiva che i tre Bettelle ave vano organizzato un'autentica banda di rapinatori alla quale probabilmente soltanto in questi ultimi giorni si erano affiliati il Margherita ed il Galletti: numerate carte topografiche, planimetrie, schizzi di zone della provincia di Milano e di case di abitazione, dettanliate fino alla minuzia con l'indicazione precisa degli ingressi e delle finestre a piano terreno. Lincoln Cavicchio!!

Persone citate: Gianfranco Bettelle, Lincoln Cavicchio, Luigi Galletti, Parassole, Silvestro Beneggi