Primi accordi italo-francesi

Primi accordi italo-francesi Primi accordi italo-francesi Si sono riuniti gli.espertr-.I principali obiettivi di Mendès-France che arriva stasera a Roma-Un discorso di Sceiba: "In campo internazionale vogliamo la pace nella sicurezza e la prosperità nella libertà; sui piano interno riaffermiamo il proposito del governo di difendere le istituzioni democratiche, mettendo i comunisti in condizione di non nuocere,, Bona, lunedì mattina. Mendès-France compie domani a Roma 11 suo quarantottesimo anno; e avrà una giornata abbastanza, faticosa; alle 10 riceverà 11 ministro Vanenti che subito' dopo partirà per Parigi dove parteciperà ai lavori del Consiglio dell'OECE; alle 11 al recherà a Palazzo Chigi in visita a Martino che lo accompagnerà poi a Villa Madama, dove si terrà con Sceiba la prima conferenza a tre. Nel pomeriggio il Premier francese si recherà a Montecitòrio e a Palazzo Madama; l'incontro fra Gronchi e Mendès-France potrebbe avere a1 spetti non propriamente protocollari: nel colloquio verrebbero affrontati i problemi del póst-U.E.O. per far si che le voci che ai sono levate alla Camera francese e a quella Italiana per un tentativo di distensione con il mondo orientale'non restino lettera morta. Il Primo Ministro francese giunge stasera in automobile a Roma, dopo essere stato a colazione a Villa Rosebery, a Napoli, ospite del Presidente della Repubblica. Gli obiettivi che Mendès-France al propone nei suol Incontri romani sono già noti: egli vuole arrivare ad una collaborazione, che i francesi chiamano < triangolare >, fra Roma, Bonn e Parigi e che prevede da una parte l'Incontro delle forze produttive del tre Paesi in Africa e dall'altra 11 « pool » degli armamenti. Ma da Bonn non si sono avuti consensi entusiastici a questo « pool », sicché nei loro, colloqui i due Primi Ministri non potranno non tenerne conto. VI è poi una serie di problemi e questioni di minore importanza che le delegazioni tecniche italiana e francese stanno esaminando a Palazzo Chigi con reciproca soddisfazione. Le riunioni, Iniziatesi ieri mattina, sono proseguite anche oggi. Per mandare - avanti rapidamente i lavori, la conferenza tecnica si è divisa in due gruppi: uno economico (presieduto da parte italiana dal ministro Corrias, e da parte francese dal signor Wormser) e uno politico, diretto da Magistrati e Seydoux. Il «gruppo politicoj. ha già raggiunto un'Intesa sui problemi relativi alle regioni finitime di frontiera, lasciati in sospeBo dal trattato di pace, conpattlcolare riferimento alle facilitazioni d! transito; sullo «status» dei Sèp'ettivi cittadini residenti nell'altro Paese (sono state approntate due convenzioni, una consolare e l'altra di mutua assistenza giudiziària, le quali saranno firmate in questi giorni); sullo «status» degli italiani residenti in Tunisia e sul regolamento delle pendenze relative al beni del nostri connazionali in quel territorio. Altre questioni politico-culturali in esame sono: più intensa collaborazione nel campo radiofonico, equiparazione dei titoli di studio, ecc. Tra le questioni economiche all'esame dell'apposito «gruppo di lavoro » sono: l'intercambio tra 1 due Paesi, che come si sa è a noi sfavorevole; il traforo del Monte Bianco (11 relativo accordo già ratificato da parte italiana attende l'approvazione del Parlamento francese); l'ampliamento della strada Ventimlglla - Montone, per eliminare la strozzatura di Fonte San Luigi; 11 ripristino della ferrovia Cuneo-Ventlmiglia; intese per l'emigrazione permanente e per l'emigrazione stagionale; e cosi via. Ai prossimi incontri internazionali l'on. Sceiba ha accennato oggi nel corso di un discorso pronunciato a Roma per 'sottolineare 1 passi compiuti dal nostro Paese sulla via della ricostruzione e delle intese internazionali. «.Nel prossimi incontri di Roma, di Londra e di Washington — ha detto Sceiba — noi porteremo la voce del nostro Paese e la forza della nostra tradizione cristiana, che è l'essenza stessa della civiltà moderna. Noi slamo per la pace; ma vogliamo — ha soggiunto — la pace nella sicurezza, la prosperità nella libertà». Il Governo persegue la pace non soltanto sul plano internazionale, ma anche su' quello interno: «La pacificazione interna — ha detto ancora Sceiba — è possibile soltanto sul terreno dell'accettazione del metodo democratico: : la storia di questo dopoguerra documenta che dovunque il comunismo si è affermato la libertà è tramontata». I propositi più volte espressi dal Governo di difendere le istituzioni democratiche met-' tendo i comunisti in posizione di non nuocere sono stati dal Presidente del Consiglio riaffermati fuori da ogni equivoco: «Lo Stato democratico '-regli ha detto a questo proposito —' è in grado di difendere la libertà e intende perseguire questa azione senza tentennamenti nè debolezze, e slamo sicuri di poter contare su quanti hanno 11 culto della libertà». Per il partito comunista Sceiba ha avuto espressioni molto dure: questo partito «mira a sgretolare lo Stato democratico e ad annullare la personalità umana»; ed è per ?uesto che tocca alla D. c. afrontare tutte le sue responsabilità e adeguare.la sua azione ai problemi politici' .concreti. Accennando più specificamente all'azione dei d. e, l'on. Sceiba ha detto che 11- partito deve porsi sempre più ' come intermediario tra. 11 Govèrno e il "popolo, e ha infine avuto qualche esortazione ad una maggiore disciplina. Il problema dei patti agrari tuttora ai centro delle discussioni della coalizione governativa e Sceiba ha anche Ieri riconfermato 11 suo pensiero: é Questo problema — egli ha detto — non può che essere regolato sulla base della dottrina sociale cristiana, la quale riconósce e afferma il diritto di proprietà. Nè si può prescindere dall' esistenza di cinque milioni di piccoli proprietari, 1 ' cui diritti vanno equamente tutelati ». Come si vede il Presidente del Consiglio ha ribadit la sua nota: posizione, che è pienamente condivisa ■ dai i liberali. Il vice-segretario del partito, Bozzi, ha anzi aggiunto che la giusta causa, cosi come la vedono i socialdemocratici, incide a tal punto sul diritto di proprietà da fare ritenere incostituzionale una legge che la facesse propria, P- a. p.

Persone citate: Bozzi, Corrias, Gronchi, Magistrati, Seydoux