L'imputato steso a terra nell'aula ricostruisce il "dramma del Luna Park,,

L'imputato steso a terra nell'aula ricostruisce il "dramma del Luna Park,, La guardia notturna accusata di aver ucciso una giovane a Mignola L'imputato steso a terra nell'aula ricostruisce il "dramma del Luna Park,, Egli afferma: "Lina mi sottrasse la rivoltella e si accise,, - Ma gravi indizi sono contro di lui - Ricercata da tutte ie Questure una importantissima testimone - Oggi un sopraluogo sotto il tragico ciliegio (Dal nostro corrispondente) Modena, 14 aprile. , Al processo in Corte d'Assise, Marco Di Buduo — il presunto autore del < delitto del Luna Park* — è giunto stamane elegante e agghindato come quando nei balli delta periferia milanese si appresta va a corteggiare qualche avvenente fanciulla. La chioma lustra di brillantina, l'incedere sicuro, l'ex-metronotte milanese ha volto gli occhi in giro nell'aula ancora deserta pubblico. rtiPer tutta la durata delta udienza, è apparso sicuro di sé, ancorato a quella test difensiva (suicidio spontaneo della giovane, dinanzi ai iuoi occhi) che ha mantenuto per l'intero corso dell'indagine. Un solo momento di sconforto io ha preso quando la propria mo. glie, quasi lacera, negli abiti e piangente, è apparsa nell'emiciclo con la bambina di quattro anni per mano e in braccio il piccino ultimo nato, venuto alla luce mentre il Di Buduo era già in carcere. La donna è andata fin sotto la gabbia per porgere il bimbo ad uh carabiniere di scorta, che l'ha sollevato all'altezza 11EI : IJ >] 111M11111111111 ! 11J11111 ! 111E1 : ! 11E1111 < 11111111 , l o a ue o delle sbarre, attraverso le quali l'imputato lo ha ripetutamente baciato. Il processo ha avuto un ini- zio farraginoso per una se"e\di incidenti procedurali e di |richiesti sollevate dalle opposte 'pirli. Motivo di questi ritralci che hanno procrastinato l'interiogatorio del Di Buduo alle ultime ore della mattinata, il fatto che dall'appello dri testi si era constatata l'assenza di certa Francesca Jurcich, detta Fanny, da Bolzano, >ion ijmeolio identificata, una giova-| ne che_ gira il mondo con il a \ Luna Park e non ha un indi- di io oi r n o o. e itceDi a a o a, a rizzo preciso. Gli ufficiali giudiziari non l'hanno. rintracciata. Il procuratore generale chiedeva allora di interessare alle ricerche le questure e di domandare la collaborazione della stampa. Per decidere iu tale insolita richiesta, la Corte sostava quasi un'ora in camera consiliare. Accoglieva la prima domanda, ma non la seconda, ritenendo non essere 'nei suoi poteri il fare appello ai giornali. La misteriosa < Fanny » dovrebbe venire a confermare quanto già disse in istruttoria: essa fu testimone di alcune affermazioni fatte dal Di Buduo, 111 ! 111111111111 b I ■ 1111M1111111MIJ1111E J111 ■ 11111 ! 11 < ! I i 1 i I ) 1 il quale avrebbe fra l'altro detto in sua presenza: « Vorrei uccidere tutte e tre le sorelle Manzoni > e avrebbe inoltre espresso sul Di'Buduo il parere che egli tenesse in stato di apprensione le tre sorelle Manzoni. Esaurite queste formalità nuziali, si procedeva all'interrogatorio dell'imputato. L'exguardia notturna ha esordito facendo la dettagliata storta (ha citato nomi, casi e circostanze, come se i fatti risalissero al giorno prima anziché a quasi un anno fa) dei suoi rapporti con Una Manzoni che egli conobbe in una sala milanese da ballo a Porta Venezia il 19 marzo 1954. e che rivide poi assiduamente. Dopo poche settimane, ha detto stamane ti Di Buduo, tali rapporti divennero intimi. <Nòn l'avevo mai detto prima per non offendere\ la memoria della morta >, si è giustificato. ISavv. Perroux, che unitamente agli avvocati Malavasi e Ascari sostiene la parte civile per le sorelle della vittima (alla difesa sono l'avvocato milanese Santulli e l'avv. Ronchi di Modena) gli ha ribattuto: < e ora non si perita di offenderla pubblicamente ». L'ultimo appuntamento era per il 6 giugno. Lina non vi andò. € Avevo tre giorni di ferie e avevamo deciso di trascorrerli insieme in qualche alberguccio », dice il Di Buduo. Telefonò alla pensione della ls\gi0vane; gii dissero che era | partita dopo aver saldato il ,gelosia e dall'ira'prese il pri j mo treno e l'indomani matti conto e che aveva lasciato una lettera per lui e 5 mila lire. Nella lettera epoche parole: € Scrivimi a Vtgnola (Modena) fermo posta. Ti restituisco parte della somma che mi hai prestato ieri. Le altre 6 mila lire te le darò al mio ritorno ». Il Di Buduo, infuocato dalla , e , i e a o i r a o no fu a Vignola. Prese a vogare iti paese, s'imbattè nella sorella di Lina, la schiaffeggio. Più tardi vide la « fidanzata ». « Andammo a fare una lunga passeggiata il mattino con Lina e la sorella. Poi tornammo soli, Lina ed io. Ci sedemmo in un prato. Lina aveva saputo che ero sposato, non una bambina. Me ne chiese conferma. Ad un certo momento mi alzai per cogliere alcune ciliege da un albero vicino. Avevo lasciato la pistola nella tasca della giacca, poggiata sull'erba. Lina mi disse; « alza le mani ». Mi voltai credendo ad uno scherzo, ma la vidi portare la pistola in alto, sopra di sè, e udii un colpo. Poi la vidi accasciarsi sull'erba ». Hanno inizio le contestazioni. A richiesta della parte civile, il Di Buduo ricostruisce la scena, si sdraia a terra nell'emiciclo, si punta la pistola, ora acquisita come corpo di reato, alla gola. Poi ritorna nella gabbia, si asciuga il sudore con un fazzoletto colorato. Comincia poi la lunga sfilata dei testimoni, che si protrarrà per laniera giornata. Sono di turno il colonnello Avenzano, capo delle guardie notturne milanesi (che definisce il Di Buduo « un buon ragazzo, di temperamento un poco vivace »); le sorelle della vittima, Annunziata, che conobbe il Di Buduo solo a Vignala, e dice che Lina aveva paura di lui; Antonietta, ta quale udì la famosa frase rivolta dal Di Buduo a Lina « Sono le ultime ciliege che mangerai».'' Entrambe le sololle asseriscono ohe Lina non era mancina. Una penosa figura è quella della moglie dell'imputato, ohe si presenta con il bimbo in braccio. Piange e tenta scagionare il marito, al quale ha già perdonato in cuor suo. < Era tanto buono con noi e trattava i)ie e mia figlia con tanto affetto. Bolo dopo aver conosciuto la Manzoni il suo compattamento cambiò». Presidente — E' vero ohe una volta vi minacciò oon ta pistola? Teste — Non è vero. Lo dissi io perché allora ero gelosa e volevo vendicarmi di lui. Vengono sentiti anche i funzionari dell'Arma che svolsero \ le indagini e che riferiscono sui particolari dell'inchiesta, e numerosi coloni i quali udirono i colpi d'arma da fuoco e videro Lina appena morta. L'ultimo è l'albergatore Luigi Franchetto: egli si fece consegnare la pistola dal Di Buduo, vedendolo agitato, prima di as. segnargli un alloggio. L'odierno imputato gli disse di volersi vendicare della fidanzata che era fuggita col suo stipendio. A conclusione delia giornata, Dstlmvprndtnzmla parte civile ha chiesto che, venga effettuato un sopraluogo j sul posto del delitto per la ricostruzione del fatto. La Corteaccettando la richiesta, ha disposto che il sopraluogo venga effettuato domani mattina alle ore 9 alla presenza dei funzionari che svolsero le indagini. v. m. LhuiiMiiinimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiuMmiiiiu Marco DI Buduo e Lina Manzoni al tempo della loro relazione

Luoghi citati: Bolzano, Modena, Venezia, Vignola, Vtgnola