Il pericolo che la giovinezza si trasformi in un mestiere di Arrigo Benedetti

Il pericolo che la giovinezza si trasformi in un mestiere —— LE NUOVISSIME GENERAZIONI TEDESCHE Il pericolo che la giovinezza si trasformi in un mestiere Serata espressionista all'Accademia di Belle Arti di Berlino - Troppo seri e pedanti anche tra gli eccessi • La passione per il jazz - Indifferenza per il passato e distaccati giudizi sulla sconfitta, il nazismo e Hitler - Riconoscono di dovere molto agli Stati Vaiti - Sempre maggiori le esigenze giovanili e sempre maggiore l'assistenza ■ Un certo comodo arrivismo (Dal nostro inviato speciale) Francoforte, aprile. La prima impressione è che questa gioventù tedesca sia fin troppo seria. Un giorno che a Magonza mi trovai al tavolo d'alcuni giovani commercianti venuti ad Amburgo fui sottoposto ad un interrogatorio che quasi mi tolse ti respiro. Volevano avere notizie italiane: dalla politica alla letteratura, allo sport. Alcuni loro esatti giudizi su alcuni uomini politici italiani non di primo piano, mi meravigliarono, e quando se ne accorsero parVero inorgoglirsene; poi mi spiegarono che ogni giovane tedesco che sia. negli affari o negli studi non può lare a meno d'un giornale straniero: per lo più svizzero. La seconda impressione è che siano affamati di modernità. Criticane le nuove architetture di Berlino-est perchè sono una mescolanza di floreale e di neoclassicismo. I nomi di Walter Gropius e di Ludwig Mies van der Rohoe, i fondatori della moderna architettura tedesca, tornano di continuo nelle loro conversazioni. S'interessano al surrealismo di iHMMiwinMiiuwiiiwiNMiMniHmiiiiim Heinz Trokes e di Werner Gilles, ma sono attratti particolarmente dalla tradizione espressionistica, dall'arte che Hitler proibì. Quest'anno ha dato la misura, di questa rivalutazione dei motivi tradizionali dell'espressionismo pittorico, il « Cinabro di traverso », il ballo degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Berlino. Quando penetrai nel vecchio palazzo della Hadenbergstrasse, mi parve di precipitare indietro nel tempo. Paul Klee. Oskar Kokoschka avevano guidato la mano dei giovani pittori nel decorare le sale, i corridoi, i ripostigli. E tracce di espressionismo erano evidenti anche: nell'abbigliamento delle migliaia di berlinesi che empivano le sale. Predominavano i-colori netti, a blu, ti nero, il viola. Certi ambienti parevano grotte che svegliavano in un primo momento un senso di repugnanza. Mostruosi uccelli, fantocci orridi pendevano dai soffitti. In una sala si ballava solo charleston, in un'altra solo fox; quelta dei boogie era la più .piccola, la più piena. Perfino il caldo sembrava essere non la conse¬ guenza dei caloriferi che scottavano chi inavvertitamente vi si fosse appoggiato, e dell'incredibile affollamento, ma un motivo fantastico della decorazione. E quando i ballerini e le ballerine, non potendone più, cominciarono a spogliarsi, restando in costume da bagno, era come se ciò accadesse non a caso ma seguendo la traccia d'una misteriosa regia preoccupata di aggiungere agli elementi grotteschi che adornavano le stanze nuovi elementi grotteschi. Giustificata da questa quasi astratta sete di modernità, mi sembra la passione dei giovani tedeschi per ti jazz. Orchestre americane famose hanno avuto scarso successo pevohè non arrivavano a soddisfare il giovanile auditorio. E' accaduto al Titanio Palace< di Berlino dove i fischi non erano d'approvazione ma segno d'acerba critica. Una notte a Colonia, mentre : andavo verso il mio albergo ita piazza del Duomo, mi parve che il grande silenzio notturno fosse rotto da un clamore. Arrivava di sotto terra, saliva verso il cielo, svaniva. Cre- devo che fosse un ronzio agli orecchi, causato dal freddo, quando tornai ad udirlo di nuovo. Avevo una sensazione curiosa, come se un'onda di calore mi sfiorasse le gambe; tanto che, chinatomi, vidi che in una cantina, molto illuminata, suonava un'orchestra dove si vedeva un ufficiale negro dell'esercito americano nell'atteggiamento di chi dirige. La sala era pienissima, un mare di teste bionde, l'una uguale all'altra, giacché le donne avevano i capelli troppo corti e gli uomini troppo lunghi. Quando la violenza del jazz crebbe, il mare di capelli ondeggiò compatto; e appena l'orchestra s'arrestò seguì, insieme al silenzio, una perfetta immobilità. Penetrai in un portone semichiuso, discesi e quando entrai nella sala sotterranea il jazz era di nuovo in marcia, come un treno. Appena però qualcuno avvertì il negro americano ch'era entrato'un forestiero, il convoglio sonoro s'arrestò immediatamente. Due ragazzi vennero a domandarmi ovviamente se ero socio e siccorue invece di rispondere accennai a ritirarmi, mi dissero ?he se volevo potevo restare un istante. Mentre il treno musicale ripigliava la sua corsa sempre più veloce, mi dettero, col loro fare didattico, numerose notizie sul jazz tedesco, troppo tecniche per essere riferite. La terza impressione è che abbiano voltato le spalle al passato sebbene segretamente ne siano sempre ossessionati. Si difendono dalla suggestione della potente Germania di ieri, dichiarandosi indifferenti nei confronti di Hitler. Recentemente l'Istituto « Emnid >, una specie di Gallup tedesco, per conto della Shell, d'Amburgo, ha svolto tra i giovani una inchiesta morale. Sono stati interrogati tedeschi tra i quindici ed i venticinque anni. I più giovani, alla dichiarazione di guerra, avevano un anno, i più grandi ne avevano nove. Alla fine della guerra stavano fra i sette ed i sedici ed i quindici. Interrogati sulla sconfitta, ti 37% ha risposto che la si spiega con la supremazia degli avversari, il S3% hanno addotto gli errori dei generali e degli uomini politici, l'll% ha parlato di tradimento, l'l% ha tenuto conto dell'efficacia dei bombardamenti alleati... Anche il giudizio sul nazismo testimonia una uguale capacità di distacco. Per il £1% degli interrogati, il nazismo è da condannare niMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii perchè illiberale, per il 6% perchè troppo centralizzatore, per il 4% perchè troppo violento, per ti S°!o perchè schiavo dei pregiudizi razzistici, per il 2% perchè militarista, per un altro 2% perchè ateo. La riprova di questo costante atteggiamento di critica, e direi d'indifferenza, sta nei giudizi su Hitler. Per il 17% sbagliò per sete di dominio personale, per il 10% una delle sue caratteristiche negative fu l'arroganza, per il 5% la ferocia. Solo il £% giudica abbastanza favorevolmente il suo socialismo, il suo coraggio personale, la semplicità della sua vita. I giovani -tedeschi della Germania occidentale hanno come modello gli americani. Infatti quando gli agenti dell'Istituto <Emnid> sono andati in giro a domandare quali sono i Paesi a cui la gioventù guarda per imparare qualche cosa, il SS% degli interrogati ha risposto di dovere molto agli Stati Uniti. Seguono; Inghilterra (10 per cento), Svizzera (5%), Francia (3%), Svezia (1%), Russia (1%), Olanda (1%). Gli altri hanno detto di non avere un'idea precisa in proposito. E' una gioventù che quando si dedica alla politica lo fa con scrupolo. Durante ti dibattito per la ratifica del trattato di Parigi, gruppi di giovani sostavano all'ingresso dell'edificio di marmo e vetro del Bundestag. Ascoltavano come fossero a scuola i discorsi diffusi dagli altoparlanti, pigliavano appunti. In quei giorni, per le strade di Bonn ci furono manifestazioni socialdemocratiche contro il riarmo ed anche i giovani vi parteciparono. Molti di essi erano venuti da lontano. Protestavano seri e dignitosi. II governo tedesco, ogni anno, presenta ai parlamento una specie di piano d'assistenza giovanile ed ogni anno le esigenze di questa strana corporazione aumentano. « Bisogna aiutare i giovani — ha detto recentemente il leader liberale Dehler — però bisogna fare in modo che i soldi del contribuente tedesco non servano a produrre un numero sempre maggiore di funzionari che vivono di giovinezza e di giovinezza invecchiano ». Insomma, la quarta impressione potrebbe essere quella d'un certo arrivismo; ma forse si tratta soltanto d'una sfumatura che hanno i giovani di tutti i paesi quando ostentano la loro serietà. Arrigo Benedetti iiifiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin