Attesa necessaria

Attesa necessaria Attesa necessaria Le riserve con cui si erano accolte le dichiarazioni di Lombardi, Pieraccini e Dugoni che prospettavano la possibilità di un incontro a breve scadenza tra democristiani e socialisti sono state pienamente giustificate dagli interventi della terza giornata congressuale. Il problema esiste, ed è sentito dal P.S.I. con accenti abbastanza sinceri: ma è lontano dalla soluzione. I sociali sti non ai sentono ancora pron. ti e, come sempre avviene in questi casi, cercano di riversarne la responsabilità sugli avversari. Intuiscono che un giorno o l'altro, perseverando nella nuova politica, si trove ranno a dover fare i conti con i comunisti; ma non hanno fretta e sperano, anzi, che gli venga risparmiato questo amaro calice. Sognano, difatti, di poter continuare a conquistare voti, anche a spese dei comunisti di modo che la forza del P.C.I. sia fortemente ridotta il giorno in cui si riterranno finalmente maturi per il gran passo. E cosi sperano che capiti anche ai democristiani: vorreb bere che Fanfara, o chi per lui, riuscisse non solo a ridurre al silenzio le opposizioni interne, ma anche ad eliminare dalla scena politica i partiti della democrazia laica. (Il di sconoscimento della funzione che potrebbero svolgere i «minori> nella formazione di una nuova maggioranza — sia detto di sfuggita — è uno dei più grossi addebiti che si dovranno muovere a questo Congresso). Finalmente soli sulla scena politica, socialisti e cattolici al potranno così dedicare, senza altre preoccupazioni, alla realizzazione dello storico incontro. E' una immagine Idillica ed astratta dell'avvenire politico, ma è proprio quella che risulta dal complesso degli interventi ascoltati ieri, e soprattutto da quello di Morandi che l'ha illustrata con una onestà di cui, se non altro, occorre riconoscergli il merito. Morandi è il numero due del partito, il numero uno dell'c apparato». Questa qualifica di guida suprema del funzionari, unita al suo rigorismo morale e ad una illimitata fedeltà agli schemi del marxismo-leninismo gli aveva procurato la fama di < criptocomunista >, Per quel che si è potuto capire ieri non è una fama del tutto meritata. L'unità d'azione con il PjC.I. è apparsa più come una necessità che come una vocazione, la mancanza di autonomia come un difetto che si è potuto lentamente riparare a mano a mano che il P.S.I. è andato riacquistando peso nella classe operaia. L'illustrazione degli sforzi che il partito ha dovuto fare per uscire dall'isolamento in cui lo aveva posto la scissione del '48, ha avuto momenti appassionati (ma l'affermazione secondo la quale 1 socialisti europei che si sono mantenuti fedeli alla linea occidentale sono tutti in crisi è rimasta indimostrata); la difesa del P.S.I. come partito di < democratici conseguenti » che intendono rimanere ad ogni costo sul terreno della democrazia e della Costituzione è stata svolta con puntigliosa, eloquente insistenza. Con tutto- ciò, e forse proprio perchè la sua carica gli iiiminniiimimiiniMiiiiniiimmiiiiitimiiHiii I democristiani presenti al c Carignano > in qualità di osservatori si sono detti abbastanza soddisfatti anche di questa giornata: non gli capitava da anni di sentire in un congresso socialista la polemica col loro partito condotta in termini spesso duri, ma quasi sempre mantenuti nei limiti della correttezza e della discrezione. Si può aggiungere una impressione; gli osservatori della D. C. si sono forse sentiti a loro agio più oggi, dopo l'intervento di Morandi, che ieri dopo quello di Lombardi. La prospettiva di tirare a breve scadenza le conclusioni del dialogo appena impostato li poneva in un certo imbarazzo. Anch'essi, pur riconoscendo che il problema esiste, non hanno fretta perchè hanno nel loro partito problemi eguali e contrari. Senza con questo voler tirare conclusioni anticipate v'è da augurarsi che la situazione italiana consenta quel margine di tempo di cui gli uni e gli altri hanno bl sogno. Enzo Forcella consente di avvertire meglio di ogni altro il polso della base, quando si è trattato di affrontare il tema centrale del dibattito, Morandi ha gettato molta acqua sul fuoco degli entusiasmi degli ex-centristi e deliostesso Nenni. Onestamente, non gli se ne può fare una colpa: le difficoltà esistono, e sono gravi; il vice - segretario del P.S.I. non le ha inventate, si è limitato ad elencarle, magari con un di più di compiacenza. Non a caso, dopo aver illustrato quelle che addebita alla controparte, ha ammesso francamente che anche la base socialista è esitante: i capi debbono evitare di gettarsi in una politica sino a che i seguaci non l'abbiano ben compresa. E fosse soltanto una questione di base: gli interventi di Tolloy, di Basso, del direttore de l'Avanti 1 Vecchietti, tutti in maggiore o minore misura legati alla vecchia politica, scettici sulle nuove strade che si sono accennate nel corso del dibattito, hanno dimostrato che molti capi sono ancora o impreparati o nettamente contrari.

Persone citate: Dugoni, Enzo Forcella, Fanfara, Lombardi, Nenni, Pieraccini, Vecchietti

Luoghi citati: Carignano