Una commissione di medici studia la ragazza che guarisce i malati di Francesco Rosso

Una commissione di medici studia la ragazza che guarisce i malati Ili SORPREAPE^TE CASO JD1 USTA VEUfTE^E A PESARO Una commissione di medici studia la ragazza che guarisce i malati La giovane avrebbe la facoltà di vedere dentro il corpo umano - Le fotografie sembrano prendere vita fra le sue mani prodigiose - Una fiumana di lettere e di invocazioni ogni giorno • Unico svago ; giocare con le bambole (Dal nostro inviato speciale) Pesaro, 2 aprile. Le lettere, i telegrammi, le telefonate che Marisa Mancini riceve ogni giorno costituiscono le dolenti avanguardie di tanti ammalati che da ogni angolo d'Italia la supplicano d'intervenire con le sue mani prodigiose sui mali che li affliggono. Arrivata per ultima nella già folta colonia dei < guaritori > Marisa Mancini ha bruciato le tappe della notorietà e in pochi mesi è arrivata là, dove di solito un buon guaritore arriva che ha 1 capelli bianchi. Questa piccola ragazza pesarese dai grandi occhi stupiti e il sorriso ingenuo, con il volto disseminato di bruffolettl, ha appena 20 anni, ma sa giuocare il suo ruolo con la compiuta finezza di una donna matura. A lasciarla parlare, incanta; puntando tutto su quella nativa e indifesa ingenuità che l'età giovanile le disegna addosso come un abito naturale, riesce a dire le cose più sconcertanti come se si trattasse di un giuoco da bambini. Il « dono > principale di cui si dice dotata è la possibilità che avrebbe di vedere nel corpo umano come attraverso ad un vetro. Senza bisogno di raggi Roentgen i suoi occhi frugano negli arti o nei visceri umani alla ricerca del male, lo scopre, applica quelle mani piccole .grassottelle sempre un po' rosse che sprigionano calore come una stufetta elettrica e l'inatteso si verifica. Facciamo un esempio. La bambina Carla Berlini di 4 anni un giorno ingoiò una spilla da balia; la madre la portò a Marisa Mancini la quale dopo aver guardato il corpo della bambina disse: «Io non posso estrarre'la spilla dal corpo della piccina, posso però dire che l'oggetto è localizzato in questo punto del duodeno. La porti dal chlrurgo>. Portarono la bambina all'ospedale, le fecero la radiografia e constata rono che effettivamente la spilla era nel punto indicato dalla giovane guaritrice. Ma ciò non sarebbe ancor nulla, tutto potrebbe risolversi in una straordinaria possibilità medianica di cui indubbiamente Marisa Mancini è dotata. Dove si rimane perplessi è nella casistica di guarigioni che la sorprendente ragazza presenta a chi va a trovarla. Qui si entra nel regno dell'incertezza. La scienza medica finora non ha voluto, o non ha potuto, interessarsi alle vere o presunte guarigioni che la ragazza dice di aver ottenuto. Bisogna perciò credere un po' a lei ed un po' a qualcuno di coloro che gridando al prodigio dicono di essere stati guariti dalle sue mani portentose. La signora Mina Rossi, che abita a Rimini in via Glarabub 29, è stata la prima e più convincente testimone. MI ha mostrato il referto medico steso dalla dott.ssa Lidia Rossini, che l'aveva sottoposta all'esame radiologico nel '47. La donna soffriva di una scogliosi alle vertebre sacrali che la costringeva a letto almeno venti giorni al mese. Per star diritta doveva entrare in un rigido busto che la stringeva come un'armatura. Durò cosi sino al febbraio scorso, quando sentì parlare di Marisa Mancini ed andò a trovarla. Bastarono cinque applicazioni di quelle manucce; ora la signora Rossi, libera dal busto, dice di essere perfettamente guarita, di non sentire più alcun disturbo, di non aver bisogno del letto se non per il riposo notturno. Ha tre figli, lavora sodo per tutta la giornata e la spina dorsale non le dà alcun fastidio. C'è però un lato oscuro per chi proprio vuol fare la parte del diavolo: la signora Ross! dopo le applicazioni delle mani di Marisa Mancini non si è più fatta visitare da un medi co. Non si può escludere quindi che la sua scogliosi non sia sparita, anche se non è più dolorosa. In questi casi di guarigioni improvvise, quasi istan tanee addirittura, è opportuno andar cauti: a volte l'autosug gestione può giocare un ruolo importantissimo. ♦ Se dovessimo fare l'elenco del malati «guariti» al tocco delle mani della ragazza di Pesaro ne avremmo per continuare a lungo. Citiamo i più appariscenti. La bimba Gabriella Fabbri di Vergiano (Forlì) era gravemente ammalata di leucemia. Con pochi tocchi di mano Marisa Mancini le avrebbe arricchito considerevolmente il sangue di globuli rossi, per cui la bimba pare avviata a guarigione sicura. Un'altra bimba di Vergiano, Mirella Urbinati, anche essa di quattro anni, era affetta da una grave forma di encefalite, che le faceva ciondolare il capino come un povero passerotto tramortito. Ora è vispa, corre e gioca. Sui bimbi l'autosuggestione è un elemento che non esercita alcuna influenza, perchè essi ne sono totalmente _ immuni. Bisognerebbe perciò concludere che la giovane ragazza di Pesaro possiede la virtù di travasare nell'ammalato quella particolare energia che gli studiosi di me chiamano < fluido tapsichlea animale >. Non è un fenomeno nuovo, e nemmeno sovrannaturale ; già un secolo fa il medico tedesco Francesco Antonio Mesmer mise a soqquadro il mondo con la sua teoria del fluido animale, che si chiamò poi mesmerismo, con il quale diceva di poter guarire la gente. Marisa Mancini, sull'esempio di Mesmer, pecca forse ' di eccessivo ottimismo, non controlla le sue parole, crea degli stati d'attesa e speranze che potrebbero provocare gravi e fatali delusioni. Mentre le parlavo nella chiara stanza della sua casa, in via Branca 50, avevo l'impressione di una ragazza che parlasse di cose enormi senza rendersi conto esatto di ciò che diceva. < Ho la specialità — raccontava — di scoprire 1 tumori almeno tre mesi prima che il medico possa diagnosticarli >. Ed aggiungeva ancora: «Ho guarito molta gente malata di tumori. Quando mi accosto ad un infermo sento immediatamente se egli guarirà o se è ì do o, e ; esndo oi die. io cngli he e aia ne di si a. aal il >. Ho di ad a è irrimediabilmente condannato. Nel primo caso metto tutto il mio impegno per guarirlo al più presto; nel secondo caso non lo abbandono, per non togliergli la speranza). Per essere completamente chiari si deve aggiungere che Marisa Mancini ha frequentato, anche se poi non l'ha concluso, un corso di infermiera professionale, non è quindi totalmente digiuna dei primi elementi di medicina, e di questa sua educazione professionale si serve per apparire agli occhi del malato non proprio come il medico e nemmeno come l'angelo custode e taumaturgo, ma un po' dell'uno e dell'altro insieme. Non si permetterebbe mai di prescrivere un medicamento, perchè sa che incorrerebbe in precise disposizioni di legge per l'abusivo esercizio della medicina, ma non disdegna di parlare in termini tecnici descrivendo 11 corpo umano e le alterazioni che lo affliggono. Ma i lati oscuri di questa sorprendente ragazza di venti anni non si esauriscono qui. Tra le sue mani le fotorrafle subiscono le più strane contorsioni. Le ho affidato la fotografia di una persona viva; 11 cartoncino si è dapprima curvato e poi accartocciato. « E' viva e sta bene », mi ha detto. Poi le ho dato la fotografia di una persona morta; ed il cartoncino è rimasto inerte. « E' una persona morta», confermò la veggente, Il gioco delle fotografie diventa però un'inezia di fronte ad altri episodi che- qui registriamo a puro titolo di curiosità. La giovane guaritrice afferma di potersi sdoppiare a suo talento. Una sera un autista di Modena dice che l'avrebbe portata con il suo taxi al domicilio di un malato, mentre lei, in carne e ossa, era invece a Pesaro. Sono questi elementi che lasciano perplessi gli studiosi. Marisa Mancini si è sottoposta giovedì scorso ali esame di un gruppo di medici e studiosi di metapsichica presso il « Centro di studi parapsicologici» di Bologna U primo contatto è stato un fallimeli to, la ragazza non ha saputo dimostrare quasi nulla delle sue qualità. Marisa Mancini si giustifica dicendo che quei quindici dottori che l'interrogavano l'hanno messa in soggezione, e non si sentiva più in grado di agire come Invece agisce quando è sola e libera, Spera comunque di convincere i buoì esaminatori, nei prossimi colloqui. Il primo è fissato per il 14 aprile, ed altri- ancora seguiranno. Chi è già convinto in partenza sono però i malati, i quali, dati per spacciati dal medici, appendono le loro iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiu speranze al più fragile uncino. Da Milano, Genova, Torino, Roma, Palermo, Napoli arrivano a Marisa Mancini lettere Imploranti. Le promettono tutto ciò che desidera se sono ricchi, le assicurano riconoscenza se sono poveri, pur di guarire. La chiamano «guaritrice», « dottorina », « angioletto » e con altri nomi. Ha vent'anni, non è brutta, non è mai entrata in una sala da ballo, non ha mai flirtato con un ragazzo della sua età. «Non perchè non mi piaccia dice, — nè perchè sono bigotta, ma non ho tempo per questi giochi, gli ammalati mi attendono ». Non si capisce se dice queste parole recitando una lezione, oppure perchè le sgorgano dal cuore. Marisa è ancora una bambina e gioca con le decine di grosse bambole che i suoi «guariti» le hanno donato. Perchè, dice, come compenso alle sue prestazioni vuole soltanto un ricordo, che 11 più delle volte è una bambola. Ne ha una collezione nella sua chiara stanza di educanda, e quando ha dieci minuti di tempo si diverte come una bimba a giocare con esse. Francesco Rosso iNmpngcMtctms Marisa Mancini legge la posta di ogni giorno (Telefoto)