Le palme pasquali al Pontefice

Le palme pasquali al Pontefice Le palme pasquali al Pontefice Giunte dalla Liguria, sono state intrecciate dalle Suore camaldolesi dell'Aventino e saranno portate stamattina in San Pietro (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 2 aprile. Una tradizione di quattro secoli, collegata con la Domenica delle Palme, ha corso il rischio d'interrompersi quest'anno in Vaticano: si tratta della cerimonia dell'offerta delle palme al Papa ed ai canonici di San Pietro. Finora, per concessione di Sisto V, il privilegio di fornire le palme per la cerimonia di domani spettava alla famiglia Breschi di Genova; ma nel febbraio scorso è morto l'ultimo rampollo maschio di questa famiglia ligure, noto nella Città del Vaticano come 11 cav. Breschi, e le tre figlie di questi, dal momento che la Bolla di Sisto concedeva il privilegio al capo famiglia maschio, hanno posto un quesito alla Santa Sede: deve o non deve continuare la tradizione della fornitura delle palme da parte delle discendenti femmine dei Breschi? La Segreteria di Stato ha preso tempo; poi ha risposto in maniera uflìciosa esprimendo il desiderio che anche ouest'anno le palme giungessero dalla Riviera ligure. Cosi è stato, le palme sono giunte, e le suore camaldolesi dell'Aventino, che le hanno in consegna, le hanno già intrecciate per la cerimonia di domani nella Basilica Vaticana, Il privilegio ai Breschi, di fornire le palme, trae origine da uno storico episodio: l'ìnnàlzamento dell'obelisco di Sisto V al centro della piazza di San Pietro, nel 1565. Papa Sisto aveva fatto trarre la mole dai giardini vaticani e per il suo innalzamento aveva fatto bandire un concorso vinto dall'architetto liella Porta. Il giorno dell'innalzamento dell'obelisco una gran folla era sulla piazza e il Papa stesso vi assisteva in trono. Il Pontefice aveva ordinato il silenzio assoluto della folla durante la difficile opera, pena la testa. Una moltitudine di operai era attorno alla gigantesca colonna di pietra che, con speciali argani, veniva sollevata lentamente da terra. Ad un tratto le corde si misero a stridere e a bruciare. Nessuno fiatava. Se l'obelisco, che ormai era quasi dritto sulla base, fosse ricaduto a terra, avrebbe fatto un massacra D'un tratto si levò una voce: «Acqua alle corde!». Era una donna, che i cronisti dell'epoca ci tramandano col nome di «Bresca» o Breschi. Le corde furono innaffiate e resistettero alla tensione, l'obelisco fu drizzato. Sisto V volle conoscere la donna che aveva gridato e, anziché punirla, volle premiarla concedendo alla sua famiglia il privilegio di fornire, da quell'anno in poi, le palme pasquali. La tradizione è stata osservata fino ad oggi. Le tre discendenti femmine dei Breschi, nell'esposto rivolto alla Segreteria di Stato, hanno ricordato 11 merito della loro antenata e hanno ottenuto di continuare la gentile offerta annuale. Le palme che le suore camaldolesi dell'Aventino hanno intrecciato stasera sono una sessantina circa. Saranno portate domattina in processione, nella Basilica, dal clero e dai canonici del tempio. Ma la palma più bella, squisitamente adornata, è quella destinata al Papa. Essa è a forma di croce e ripete, in basso, lo stemma papale. Sarà consegnata a Pio XII, con tutta probabilità, negli appartamenti apostolici e non già nel tempio, dato che il Pontefice non parteciperà quest'anno alle cerimonie di domattina nel tempio. d. ni.

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Genova, Liguria