La Difesa chiede che il processe venga discusso entro breve tempo di Guido Guidi

La Difesa chiede che il processe venga discusso entro breve tempo Dopo un nuòvo esame detta requisitoria Montesi La Difesa chiede che il processe venga discusso entro breve tempo Per accelerare il corso dell'istruttoria gli avvocati non presenteranno memoriali né consulenze - Quali sarebbero i punti deboli dell'accusa - La Procura non ha potuto dire dove Wilma trascorse la sera del 9 aprile (Nostro servizio particolare) Roma, 18 marzo, «la requisitoria è un atto di accusa poco chiaro e poco logico nel quale si parte da taluni presupposti senza fondamento per dare corpo alle ombre ». Questo è il commento dei difensori dopo aver esaminato per la seconda volta nel corso di un'altra mattinata le conclusioni alle quali sono giunti i magistrati della Procura generale. Come dire cioè che l'opinione degli avvocati non ha subito alcun mutamen- ,ta. dopo- un più attento esame McAitoO' ''dètia situazione. Che questo loro atteggiamento sia sincero e non nasconda, invéce, una comunque comprensibile preoccupazione io si dovrebbe desumere dal fatto che tutti i difensori hanno tenuto a riaffermare oggi il proposito espresso ieri: «Non faremo nulla, non presenteremo promemoria, nè forniremo chiarimenti alla sezione istruttoria. Abbiamo un solo interesse ormai: che si arrivi al dibattimento e subito ». Il parere di Sepe Il discorso dei difensori può tranquillamente sottintenderne un altro. « L'opinione del dott. Sepe è nota: insistere perchè la modifichi sarebbe uno sforzo assolutamente - inutile. Abbiamo ritenuto che la Procura generale riconoscesse l'innocenza degli imputati. Se il dott. Scardia — ed insieme a lui il Procuratore generale dott. Giocoli — ha 'cercato di dimostrare che Piccioni, Montagna e Polito sono responsabili è logico supporre che le conclusioni della sezione istruttoria, presieduta dal dr. Sepe, non saranno certamente diverse. Quindi; mèglio andare in dibattimento dove tutto verrà discusso in contraddittorio. Ed allora quelli che sono stati ritenuti indizi gravi per affermare la responsabilità di Piccioni, Montagna e Polito si dissolveranno come neve al sole ». E' facile capire che l'unico scopo per il quale stamane gli avvocati dei tre personaggi più in vista di questa vicenda sono tornati nella stanza n. 93 del Palazzo di Giustizia a consultare le oltre duecento pagine ; dattiloscritte della' requisì- j torta è stato quello di scovarne i punti deboli, le lacune, le eventuali contraddizioni. Il documento sarà loro consegnato in copia lunedì, ma è chiaro che la curiosità e la passione di difensori li ha spinti a perdere un'altra mattinata per rendersi conto subito di quello che può essere negativo o positivo per le proprie tesi. E come ieri anche oggi sono usci, ti non Paria di chi era sostanzialmente soddisfatto lasciando il posto ai tre magistrati della Sezione istruttoria che hanno dato cosi l'impressione di voler affrettare i tempi per giungere al più presto al traguardo costituito dalla sentenza. In ogni modo è facile fare due previsioni: che dovrà' trascorrere ancora molto tempo non meno di tre mesi prima che si possa avere la sentenza istruttoria; che le conclusioni alle quali giungerà il dott. Sepe d'accordo con i due consiglieri dott. Stipo e Baumgartner non si discosteranno molto da quelle esposte dalla Procura nella requisitoria. Se vi dovessero essere dèlie divergenze, queste saranno di carattere marginale e non intaccheranno la sostanza del problema. Per esempio: forse la Sezione istruttoria potrebbe non esser d'accordo con la Procura sul proscioglimento dei guardiani di Capocotta e questo soprattutto perchè, indipendentemente da ci/ni apprezzar mento sul fatto, una loro assoluzione in istruttoria li estrometterebbe dal processo non consentendo quindi a quel'i che saranno i giudici ai esaminarli come testimoni. Per esempio: la sezione istruttoria potrebbe non ravvisare a necessità di stralciare 't processo per taluni personàggi secondari quali Utlvano Muto. Ma sulla, questione tfetu , "le, sui destino di Piero Picei ni, Ugo Montagna Saverio P -lito, in sede istruttoria, non vi dovrebbero essere dubbi; rinvio a giudizio, quindi processo pubblico. Il malore di Wilma in attesa che si giunga alla conclusione di questa fase la difesa sembra che voglia occupare il suo tempo a studiare i lati deboli dello schieramento avversario. Il deposito della requisitoria e, di conseguenza, degli atti completi che costituiscono il fascicolo processuale dà loro ampie possibilità. E come prima preoccupazione hanno annotato diligentemente tutte le lacune che esistono nell'atto di accusa contro Piero Piccioni, Ugo Montagna e Saverio Polito. Quali le più importanti? Due sono sembrate pressoché decisive ai difensori dopo i loro esumi sommari della requisitoria. La prima è costituita dall'impossibilità di ricostruire dove sia andata Wilma Mon tesi non appena si allontanò da casa il pomeriggio del 9 aprile 1953, dove trascorse la notte e la mattina successiva sino a quando cioè nel pomeriggio del 10 aprile non venne veduta (almeno cosi afferma fno la sìgno-a Jole Manzi e'Anna Salvi) lungo la strada di Tor Vajanica. Il magistrato ha soffermato a lungo la sua\ j attenzione su questo particolare, ma alla fine si è dovuto dichiarare sconfitto: ogni accertamento ha dato esito negativo. I/altra lacuna che presenta la requisitoria è la causa del malore che avrebbe colto Wilma Montesi, e per cui essa venne abbandonata come morta sulla spiaggia di Tor Vajanica. La Procura Generale, trascurando questi due elementi cosi importanti, non dà pertanto una ricostruzione di come si sarebbe, svoltò l'evento delittuosa, che portar alla morte di Wilma. Non si attenta neppure ad avanzare ipotesi, ma — hanno commentato i difensori — se neppure l'accusa riesce a stabilire in quale modo è stato commesso il delitto, non si riesce a comprendere per quale motivo sia stato contestato l'omicidio colposo. Perchè l'accusa ha individuato nell'episodio gli estremi dell'omicidio colposo e non quelli dell'omicidio volontario o quelli dell'omicidio preterintenzionale o più semplicemente quello di una banale omissione di soccorsot L'accusatore N. 1 Ma non sono state soltanto le supposte lacune della requisitoria a creare un senso di così euforico ottimismo fra i difensori. Si attendono al varco testimoni che asseriscono di avere veduto Piero Piccioni insieme a Wilma Montesi. Naturalmente l'obbiettivo die si intende battere con maggiore violenza, è quel tale Mario Piccinini che costituisce uno dei caposaldi sui quali si basa la requisitoria: Il meccanico che è diventato, forse involontariamente, V accusatore numero uno per Piero Piccioni, ■ da qualche tempo si è trasferito a Roma, ma per un mese circa non potrà muoverai dai letto, e, quel che. è1 più grave, non potrà vedere. Lavorando in uno stabilimento sulla, via Ostiense, è rimasto ferito ad un occhio da una scheggia saltata via da una « fresatrice >. Conseguenze, trenta giorni salvo complicazioni, e degenza a letto in una stanza completamente buia, con una benda sul viso. A chi è riuscito ad avvicinarlo, dopo che la requisitoria gli ha assegnato. un ruolo così importante, Mario Piccinini ha spiegato di non essere affatto contento di questa pubblicità a buon mercato. L'essersi presentato alla polizia spontaneamente tre giorni dopo il rinvenimento del cadavere di Wilma Montesi, per dire che quella ragazza egli l'aveva vista tre settimane prima all'alba insieme ad un giovanotto bruno sulla spiaggia di Castelfusano, ha fatto sì che i magistrati della Procura l'hanno ritenuto attendibile al cento per cento. E quando un anno dopo Mario Piccinini identificò Piero Piccioni, fra altri sette giovanetti, Scardia e con lui il dott. Giocoli non hanno avuto alcun dubbio. In qual modo t difensori intendono controbattere questo che forse è l'indizio più pericoloso per la sorte di Piccioni f L'argomento che si suppone costituirà il fulcro della loro difesa è tra i più semplici. L'aver visto Wilma Montesi a Castelfusano verso l'alba significa che la ragazza era solita fare le ore piccole. Perchè mài i familiari di Wilma, il giorno in cui scomparve di casa, sì preoccuparono subito per il tuo ritarda, al punto che alle '9 di sera cominciarono a far \ ricerche tra i parenti, per poi rivolgersi prima di mezzanotte al commissariato di pubblica arar sicurezza? Questo particolar fa pensare che in casa Mon, si non fosse un'abitudine lasciare a Wilma tanta libertà. Non è più facile ritenere che Piccinini sia incorso in un errore, forse suggestionato dal mistero ohe circondò subito il caso di Wilma Montesi* D'altra parte nello stesso errore sarebbero cadute, in perfetta buona fede secondo la requisitoria, la signorina Passerelli, la signorina Capra, la signora Schiano, le quali affermano di avere veduto Wilma Montesi a Ostia nel pomeriggio del 9 aprile ■ìaBt'rVercitè 'iion si sarebbe pafuta verificare la stessa cosa per Mario Piccinini, il quale tra l'altro viene smentito da quel Di Francesco che era con lui. all'alba del 1S marzo T La polemica si svilupperà anche su due altri punti, l'alibi e le dichiarazioni di Anna Maria Caglio. Per quel che riguarda l'alibi, la requisitoria è stata molto esplicita: < Sarebbe inutile controllarne l'esattezza, perchè tutto il resto delle indagini ha portato a concludere che Piero Piccioni erfccon Wilma Montesi il pomeriggio del 10 aprile 1953 a Tor Vajanica, come risulta dalle ajyermazioni della signora Jole Manzi e della signora Arma Salvi. Comunque si può osservare: che Piero Piccioni non ha mai parlato del suo mal di gola quando cominciarono a sorgere le prime voci sulla sua responsabilità (il fratello Leone a un giornalista che le aveva raccolte replicò in modo vivace, ma mai facendo cenno a questa infermità, che doveva costituire più tardi il fulcro della tesi difensiva); che Piero Piccioni esibite ricette solo in un secondo, tempo; infine che la ricetta più importante — quella del prof. Filipo, che porta la data del 9 aprile 1953, e che dovrebbe comprovare come quei giorno il musicista era ammalato, — è risultata dopo l'esame calligrafico alterata. E quando il prof. Filipo è stato chiamato dal magistrato non ha dato la prova che era solito scrivere il 4 allo stesso modo in cui era stato scritto nella ricetta». 1 L'alibi di Piccioni E la replica della difesa quale saràf Le polemiche su questo terreno ricalcheranno i sentieri già noti. Il non aver esibito subito l'alibi non può essere una prova contro Piero Piccioni; d'altra parte Piero Piccioni a chi avrebbe dovuto esibirlo? Si è dimenticato che egli è diventato imputato solo nel settembre '54. Le dichiarazioni di Anna Maria Caglio sono un altro argomento che renderà più aspra la polemica. Alla figlia del secolo la requisitoria ha dato un credito tale che la ragazza, si può dire, è al centro di tutto l'atto di accusa. Vivendo a fianco di Ugo Montagna — ha spiegato in sostanza il dott. Scardia — Anna Maria Caglio ebbe la possibilità di rendersi conto di come all'episodio Montesi non fosse estraneo il suo amante e soprattutto come quell'episodio avesse avuto conclusioni dolose. Importanza determinali, te ai fini d'Ile indagini è risultata la rivelazione relativa al colloquio del 29 aprile '5S al Viminale dopo il quale Montagna affermò con tanta sicurezza: < Tutto ormai è a posto ». E' questo il punto più difficile per la difesa. Infatti come convincere un giudice che è più attendibile una affermazione piuttosto che un'altra t L'unico sistema è quello di dimostrare che Anna Maria Caglio ha mentito per vendetta o suggestione. E' un'impresa tuttaltro che iacil»- Guido Guidi

Luoghi citati: Castelfusano, Roma