Almeno cento agenti segreti lavoravano come spie in Svezia
Almeno cento agenti segreti lavoravano come spie in Svezia Almeno cento agenti segreti lavoravano come spie in Svezia Sensazionale scoperta del servizio di sicurezza - Le indagini estese in tutta la Scandinavia - La polizia ebbe i primi successi sorvegliando l'addetto militare di Praga (Nostro servizio particolare) Stoccolma, 15 marzo. «L'affare Bofors-Nobelkrut», come è stato denominato dalla stessa polizia svedese l'attività spionistica scoperta in Svezia, sta assumendo delle proporzioni molto più vaste del previsto, e sta dilagando in tutta la Scandinavia. Stamane infatti gli agenti del servizio di sicurezza hanno compiuto improvvise incursioni in nove località e al termine delle perquisizioni sono riusciti a mettere le mani a Stoccolma su un voluminoso incartamento. Esso, a quanto viene assicurato, contiene una lista con i nomi di un centinaio di persone che formerebbero gli anelli principali dell'intera catena dell'organizzazione spionistica, capeggiata dallo stesso addetto militare cecoslovacco, maggiore Frantisele Nemek, scomparso dal territorio svedese. Si tratta, in maggioranza, di cittadini svedesi, norvegesi e danesi dei quali alcuni sono già in stato d'arresto. Le polizie di Danimarca e Norvegia sono in contatto con il servizio di sicurezza svedese, e si ritiene che nuovi arresti non dovrebbero tardare, Finalmente la polizia, che sino ad ora aveva mantenuto il più completo riaprilo e che continua le indagini con la massima segretezza, ha lasciato trapelare gualche indiscrezione. Innanzitutto viene escluso nel modo più assoluto che tutto l'affare spionistico avesse un carattere prettamente industriale. Si tratta proprio di spionaggio .militare, e la espulsione di due addetti militari cecoslovacchi ne è la conferma. Per ciò che riguarda le misure prese nei riguardi del secondo segretario, della Legazione di Romania, esse indicherebbero invece che l'affare in cui égli è compromesso non abbia se non legami indiretti con la rete di spionaggio. Potrebbe trattarsi in questo caso di una intrusione, ritenuta eccessiva ed ingiustificata, da parte - dèi diplomatici romeni negli ambienti dei numerosissimi rifugiati in Svezia;, ed il governo di Stoccolma, specie dopo gl'incidenti di Berna e di Copenaghen, ha cercato una volta per sempre di mettere un termine alle attività poco chiare che si svolgevano in alcuni ambienti di profughi stranieri. Viene pure confermato che il servizio di sicurezza e riuscito a mettersi sulle tracce dell'organizzazione spionistica ormai debellata, grazie a due fatti che apparentemente po¬ tevano sembrare di poca importanza. Il primo era l'esagerato numero del personale nelle Legazioni delle piccole «Repubbliche popolari» accreditate in Svezia, ed il loro non meno inspiegabile ed esagerato movimento attraverso l'intero territorio svedese; il secondo fatto fu rappresentato dalla ripetuta pubblicazione, sui giornali locali, di strani annunci economici riguardanti appartamenti da affittare. Il servizio di sicurezza svedese, messo in sospetto, rispondeva a qualcuno di questi annunci e riusciva infatti a scoprire che uno degli appartamenti era abitato da una certa Asta Olafson, attualmente in stato d'arresto. Sottoposta a stretta sorveglianza, non si tardava a stabilire l'intima relazione che esisteva fra la donna e l'addetto militare cecoslovacco Frantisele Nemek, conosciuto come uno dei più eleganti funzionari stranieri di Stoccolma. La sorveglianza veniva guindi concentrata su quest'ultimo, e si poteva così appurare che il Nemek a tarda ora, di soppiatto, aveva frequenti incontri con tale Nils Oertenblad, ufficiale svedese della riserva. Era il terzo anello della catena spionistica; il quarto anello veniva scoperto con l'osservazione dei ripetuti viaggi dell'Oertenblad a Karlscoga, sede degli stabilimenti Bofors-Nobelkrut, dove s'incontrava con l'operaio specializzato Evert Avrahanson. Non vi era più alcun dubbio sull'attività delle persone sorvegliate e dopo aver avuto le prove dell'esistenza di una organizzazione spionistica, la polizia procedeva at primi arresti. Gli agenti hanno inoltre rivelato il nome della spia arrestata a Malmoe sotto l'imputazione di aver tentato di entrare in possesso di informazioni sui nuovi mezzi anti-atomici in costruzione a Goteborg: si tratta di un certo Antonio Olsowsky di 43 anni di nazionalità cecoslovacca, che si qualificava musicista. Viene mantenuto segreto, invece, il nome del romeno arrestato, impiegato in una banca di Stoccolma. Il ministro cecoslovacco a Stoccolma, Jaroslav Vlacek, ha opposto oggi una smentita categorica ai fatti contestati ai cittadini del suo Paese, precisando che « i diplomatici cechi non hanno l'abitudine di darsi allo spionaggio », mentre dal canto suo il capitano <Jansa, addetto militare aggiunto, ha dichiarato di non sapere assolutamente nulla dell'intero tuffare». (A.F.P.) I ministri di Cecoslovacchia (a sinistra) « di Romania sono stati convocati dal ministro degli Esteri svedese (Telefoto) n 111 il : c 1111111111111 i ! 11111 ; i t 11111111 ) i ! 1111:1111111111111:11 ( i ■ 111111111111111 ! [ 11 ! 11 m i i * 11111111 r ■ 1111111 i 111111
Persone citate: Antonio Olsowsky, Asta Olafson, Evert Avrahanson, Frantisele Nemek, Jansa, Jaroslav Vlacek, Nils Oertenblad
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