Una donna legata e imbavagliata mentre da una bombola esce il gas

Una donna legata e imbavagliata mentre da una bombola esce il gas Indagini dei carabinieri a Orbasiano per un oscurò episodio Una donna legata e imbavagliata mentre da una bombola esce il gas Trovata dai vicini e portata all'ospedale la vittima dice di essere stata aggredita da un rapinatore - Lo sconosciuto l'avrebbe poi immobilizzata aprendo il rubinetto del tornello Di un drammatico, impressionante fatto, denunciato ieri ad Orbassano da una giovane donna, si stanno interessando i carabinieri. La donna è la ventisettenne Lucia Belliero, abitante ad Orbassano in via Castellazzo 18, con ii marito Angelo Chiarotto, di 36 anni, manovale da circa un mese (dopo un lungo periodo di disoccupazione) in un cantiere edile di corso Moncalieri. I coniugi hanno due bambine; Carmen, di 8 anni, e Carmela, di 6. Il loro alloggetto, modesto ma arredato con una certa proprietà, è al primo piano di un rustico stabile, una specie di cascina per giungere alla quale è necessario attraversare un cortile pieno di fango: l'alloggetto ha una disposizione assai sémplice: un corridoio su cui si aprono successivamente, dalla stessa parte, la stanza da letto e la cucina. Riportiamo il racconto della donna. Ieri mattina il marito, come di consueto, s'era alzato ed era partito molto presto per il cantiere. Alle nove erano uscite di casa anche le bambine: Car¬ men per andare a scuola, Carmela per recarsi all'asilo. La Belliero era dunque sola in casa. Versò le 10 veniva colta da una crisi di stanchezza e si distendeva sul letto, assopendosi. Alle 10,30 si destava bruscamente poiché aveva udito bussare alla porta d'ingresso (che non era chiusa con il chiavistello, ma semplicemente accostata). Si alzava, usciva in corridoio. Sulla soglia dell'entrata vi era un uomo che la Belliero ha descritto cosi: alto un metro e settantacinque, biondo, abbastanza distinto, con cappotto scuro e una cartella di cuoio sotto Il braccio. L'uomo, che non dimostrava più di 80-32 anni, parlava con spiccato accento siciliano. — Buongiorno, signora — diceva lo sconosciuto; — come sta suo marito? Ha poi trovato lavoro? O è ancora disoccupato? — Lavora in un cantiere — rispondeva incerta e un po' impaurita la donna. — Ma lei, scusi, chi è? Lo sconosciuto chiudeva dietro di sè, con un colpo di tacco, la porta, restava per un attimo in attitudine esitante, indi, all'improvviso, cacciava una mano nella borsa e ne traeva fuori un coltellaccio lucente e dalla pùnta acuminata. — Presto! — sibilava l'uomo. — Dammi gli ori e il denaro! E non fare storie se non vuoi che t'ammazzi! La Belliero istintivamente reagiva e cercava di scansare l'individuo e di gettarsi verso la porta, uscire sul pianerottolo e dare l'allarme. Ma lo sconosciuto le sbarrava il passo e con un violento spintone la ricacciava nella stanza da letto dicendo; — Dammi i soldi! E bada di non gridare se hai cara la pelle! La giovane donna, atterrita dal volto minaccioso, e dal'eoltellaccio dell'aggressore, frugava convulsamente in una borsetta, trovava un braccialetto del valore di 12 mila lire e glielo consegnava. L'uomo lo faceva sparire nella cartella e subito dopo gridava: — I soldi! Voglio i soldi! Sbri gati! Dinanzi alla punta del coltello che le sfiorava il collo, la Belliero cedeva: apriva un cassetto dove erano 19 biglietti da mille tutte le sostanze della famiglia, e indicava il denaro all'aggressore. Questi arraffava le banconote e le riponeva, come il braccialetto, nella cartella. Poi, sempre a spintoni, obbligava la Belliero a passare in cucina. Qui la faceva sedere su di una seggiola e con una corda da biancheria trovata In un angolo della stanza le le gava le caviglie e 1 polsi: infine l'imbavagliava con un fazzoletto preso alla stessa donna. Dopo di che il bandito apriva il rubinetto della bombola del gas e rapi demente se ne andava, sbattendo l'uscio. Verso le 11,80 la signora Angelina Gallino, di 68 anni, che abita al pianterreno, sotto l'ai loggio dei Chiarotto, avvertiva un gemito prolungato: tendeva I'o recchio e capiva che il gemito proveniva dalle stanze dei Chiarotto. Era un gemito strano, accompagnato da mugolìi che parevano grida soffocate. Impressionata, la Gallino dava 1 allarme e accorrevano altre due coinquilino, Maria Salvetto e Maria Crepaldl, le quali, senz'altro, salivano nell'alloggio dei Chiarotto ed entravano. In cucina trovavano la Belliero legata e imbavagliata e, passato il primo momento di sconvolgimento, la liberarono. Nella cucina vi era un forte odore di gas. Appena libera la Belliero, pallida e stralunata, balbettava: — Chiudete la bombola!... Ha tentato anche di asfissiarmi!... Mentre la donna, semi-svenuta, veniva trasportata all'ospedale civile di Orbassano, sul posto si precipitava il maresciallo Seidita della locale stazione dei carabinieri, il quale iniziava le prime indagini. Più tardi sì recava in ospedale e qui la Belliero, che era stata intanto soccorsa dal medico dott. Battagliottl e giudicata guaribile in giornata, gli faceva tutto il racconto dell'aggressione, . precisando, che la fisionomia dell'aggressore non le era nuova: era sicura anzi d'averlo incontrato due o tre volte, di re cente, sul trenino che porta in città. La vicenda presenta alcuni puri ti oscuri. Addirittura incomprensibile appare il gesto del rapinatore che ha aperto 11 rubinetto della bombola del gas; un gesto che si potrebbe attribuire solo ad un pazzo criminale. Oggi o domani, senza dubbio, l'Inchiesta dei carabinieri chiarirà i particolari dell'episodio. Nella serata di ieri la donna è tornata a casa sua, completamente ristabilita. Lucia Belliero, uscita dall'ospedale, con 11 marito Chiarotto Mnt l d itit d t lt di

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