Scrittori che rifiutano di diventare Immortali di Sandro Volta

Scrittori che rifiutano di diventare Immortali UNA STRANA CRISI DELUACADÉM1E FRANCA1SE Scrittori che rifiutano di diventare Immortali Dopo la nomina di Cocteau - Difficile problema di ringiovanimento - Le furie di André Breton -1 riconoscimenti mondani non attraggono Julien Green - E se si rivolgessero a Sartre? - Il fortunato Achard non ha detto nè s) nè no (Dal nostro corrispondente) Parigi, 14 marzo. Ci sono ancora tre seggi vacanti sotto la cupola degli « Immortali >, fra cui quello che era occupato fino a pochi giorni fa da Paul Claudel, ma la scelta dei nuovi membri sta provocando difficolta che, nel corso dei secoli, non si erano probabilmente mai verificate aXl'Académie Frangaise. Tutti quelli che, in via confidenziale, sono stati interpellati finora, hanno rifiutato infatti la candidatura. Dopo la nomina di Jean Cocteau, un'ondata di giovinezza sembra essere entrata nella casa di Mazarino, sconvolgendo le abitudini dei suol venerandi inquilini che si sono buttati tutt'a un tratto allo sbaraglio. Finora non si entrava a fax parte dell'eletta compagnia, se non si aveva alle spalle almeno mezzo secolo di fama incontrastata, confermata dai manuali scolastici e sostenuta da un piedistallo cosi solido da- garantire contro ogni pericolo. Si trattava, in molti casi, di celebrità che avevano avuto il loro quarto d'ora in epoche cosi remote che ormai ne era rimasto il ricordo soltanto nel suono del nome. Quando veniva eletto un nuovo accademico, la gente pronunciava con riverenza il suo nome, ma non osava criticarne le opere perchè, nella memoria, di quelle opere non erano rimasti neppure 1. titoli. L'Accademia stava per trasformarsi in un museo di personaggi imbalsamati? Per evitare questo pericolo e -per rimettere la loro istituzione alla pari col progredire dei tempi, molti accademici hanno pensato che si dovessero aprire le porte all'avanguardia, e il primo nome a cui hanno pensato è stato quello di André Breton. La sua è un'avanguardia piuttosto stagionata, che risale ormai a una trentina d'anni fa quando, nel primo dopoguerra, pubblicò il manifesto del surrealie io. Allora la sua influenza fu senza dubbio decisiva per la storia dell'arte e del pensiero contemporaneo. Gli scrittori e gli artisti più vivi, gli spiriti più liberi della nostra epoca gli si riunirono intorno emetterò vita a una corrente di idee che si diffuse in tutto il mondo e della quale è facile avvertire ancora le conseguenze. Ma 11 Breton di oggi, quello che gli < Immortali » avrebbero voluto accogliere nella loro casa, non è più l'uomo di punta di quegli anni burrascosi. iJer proprio conto, egli non è affatto mutato; ma sono stati i tempi a mutfire. Esaurite le ragioni che avevano dato vita alla polemica surrealista, uno per uno lo hanno abbandonato i compagni di una volta: Louis Aragon, Paul Eluard, Tristan Tzara, e tutti gli altri. E' rimasto solo a sostenere le stesse idee cne Hanno 'perduto strada facendo ogni attualità, cosicché appare ormai ancor più vecchio degli stessi accademici che lo vorrebbero con loro. Però, quando qualcuno ha cercato di sondare il terreno e ha provato a interrogarlo discretamente per sapere se avrebbe accettato la candidatura, André Breton è andato su tutte le furie. Ha minacciato di scrivere un opuscolo per distruggere definitivamente non soltanto l'Accademia, ma anche uno per uno ogni singoio accademico. Era, infatti, un'ingenuità credere che gli onori ufficiali potessero attirarlo: cinque anni fa rifiutò con sdegno un grosso premio letterario del Municipio di Parigi e ultimamente ha tolto il saluto a Max Ernst perchè non ha rifiutato il premio della Biennale di Venezia. In modo meno violento, ma con altrettanta fermezza, ha respinto la candidatura anche Julien Green, il < romanziere visionario >, e il suo rifiuto si spiega con quel sentimento di discrezione che ha dominato tutta la sua esistenza e lo ha fatto vivere sempre appartato. Julien Green, che ha ora SS anni, pubblicò, quando ne aveva 24, li suo primo libro, Pamphlet contre. les catholiques de Franco, con lo pseudonimo di Théoflle Delaporte. Prima ancora aveva collaborato a varie riviste con un altro pseudonimo, quello di David Irland. Evidentemente non sono i riconoscimenti mondani che attraggono l'autore di « MontCinère », non sono quelli che gli danno l'impulso a scrivere. C'è però un'altra ragione che ha determinato il suo rifiuto, e non ha mancato di farla presente a chi gli aveva fatto la proposta: < In inglese il mio nome vuol dire verde, ma ciò non significa che io debba aspirare all'uniforme di quel colore. D'altronde non potrei entrare all'Accademia perchè non sono francese >. Nessuno si era infatti ricordato che Julien Green, pur essendo nato a Parigi e avendo sempre lavorato in Francia, ha conservato la nazionalità americana dei genitori. A Henri de Montherlant, invece, non dispiacerebbe di entrare sotto la cupola, però rifiuta di compiere le visite che fanno parte del cerimoniale d'obbligo per presentare la candidatura. «Se leggessi sul giornali che sono stato eletto eM'Académie Frangaise non direi certamente di no, ma non mi presterò mai agl'intrighi dell'elezione e, se qualcuno presentasse la candidatura a mio nome, manderei senz'altro una. smentita ». Questa serie di rifiuti non sembra avere scoraggiato gli accademici, che vogliono a tutti i costi rinnovare li loro istituto. Ma dove andare a prendere i nomi nuovi? Trovata chiusa la porta del surrealismo, busseranno ora a quella dell'esistenzialismo? Nessuno può credere che, se si rivolgessero a Jean-Paul Sartre, avrebbero maggiore successo. In quanto ai poeti autentici, quelli che, come Blaise Cendrars o Pierre Reverdy, rimarranno a dare un significa¬ to alla storia letteraria dellanostra epoca, non pare che i loro nomi siano ancora arrivati agli orecchi degli « Immortali ». Si parla invece di Marcel Achard, il fortunato commediografo che, pur senza una straordinaria profondità, ha senza dubbio contribuito notevolmente a rinnovare il teatro francese. Interrogato anche lui, non ha detto nè si, nè no; si è limitato a rispondere che ha letto la notizia della sua candidatura sui giornali. Sandro Volta

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