Decise sul portone eli casa il fidanzato che non l' amava più

Decise sul portone eli casa il fidanzato che non l' amava più Decise sul portone eli casa il fidanzato che non l' amava più (piando il giovane le restituì con disprezzo le fotografie dei giorni felici, la timida Jole Gianelli estrasse la rivoltella e sparò - L'omicida comparirà oggi alle Assise di Genova (Dal nostro corrispondente) Genova, 9 marzo. « Ho sparato al mio fidanza- '°- Voleva abbandonarmi e mi sono vista perduta. Avevo coni perato la pistola per suicidar "'•> ma Poi ho sparato a lui. Non sapevo quello che facevo, ho agito come un automa >, disse Jole Gianclli la mattina del 15 settembre ultimo scorso al funzionario della Squadra Mobile. Il delitto era accaduto pochi minuti prima, alle 7 un portone di via Teodosia, la notizia non era ancora arrivata in Questura. Achille Bruzzonei colpito al cuore, mori subito dopo il ricovero all'ospedale. Jole Gianelli. sarà processata domani in Corte d'Assise e la sentenza istruttoria le ha risparmiata l'aggravante della premeditazione; sarà difesa dagli avvocati Umberto Ferraris e Alfredo Tucci, il patrono d'una assassina famosa, Corinna Grisolia, La famiglia della vittima sarà rappresentata dagli avvocati D'Andrea e Macchiavelli. La perizia d'ufficio del prof. Canepa ha escluso che la donna sia seminferma di mente, contraddicendo la tesi sostenuta dai tre periti della difesa. La Gianclli, ventiseienne, è graziosa, di lineamenti fini, esile, bruna, con occhi grandi e profondi, il suo aspetto timido non coincide con il carattere descritto dalle indagini, L'intreccio di questo romanzo passionale, che si conclude rà con una sentenza d'Assise, incomincia in un pomeriggio domenicale del gennaio 1952. Jole Gianelli e Achille Bruzzo ne si conobbero uscendo da un cinematografo; passeggiarono fino a sera e nei giorni succes¬ sivi si rividero. Il Bruzzone scapolo, poco più che venten ne, lavorava al porto, dove suo padre era stato « console > di una compagnia consortile. La donna aveva già vissuto un'infelice esperienza coniugale. Sposata nel 1948, si era separata quattro anni dopo allorché il marito, assai più anziano, aveva scoperto che. lo tradiva. La Gianelli, frequentato un corso per maglieriste presso una ditta di Milano, era stata poi assunta a Genova dalla filiale della Necchi ed abitava in una camera ammobiliata. L'incontro con il Bruzzone riempì la sua solitudine, ed essa si legò al giovane con un amore esclusivo. La relazione urtò • fin dal 11 ! > 1 « 11 • 1111 i 11 ì 11 r 1111111111111111111 i 11T11111J L l : r 1111 ! 1 principio contro i parenti e gli amici del Bruzzone, i quali, infine, pare riuscissero a convincerlo ad abbandonare la ragazza. I fidanzati trascorsero il Ferragosto dell'anno scorso in un albergo all'Abetonc. e una sera fra loro esplose una lite violenta. Al ritorno in città, Achille Bruzzone si mostrò cambiato, freddo, insensibile alle attenzioni della donna. Jole Gianelli, smarrita, cadde in uno stato di prostrazione nervosa. Ottenne un periodo di licenza e passava le giornate sdraiata a letto, fumando una sigaretta dopo l'altra e meditando progetti assurdi. La mattina dell'll usci per comperare una pistola: era il primo e decisivo passo verso la tragedia. < Se mi lasci mi uccido > — disse la Gianelli al giovane il giorno seguente, durante un breve colloquio in un bar, ed 111 > I ] E141111 i i 1111111111111111111:111111111111 ■ 11411111 ! 1 c estrasse la rivoltella. Il gesto drammatico non impressioìiò il fidanzato che, senza rispondere,]scaricò l'arma e si mise in ta- sca i Protettili La notte pre- Lcedente il delitto la ragazza non dormi, ossessionata dall'incuboidi perdere il fidanzato. All'al-\ba, decisa ad abbreviare il tor-<mento, lo affrontò per ttn'ultt-|ma spiegazione Andò a piedi in via Tcodosia, dove al n, 5 abitava il Bruzzone, stringendo sotto braccio la borsetta con la rivoltella. Attese mezz'ora, e quando ih giovane scese lo invitò a restituirle un pacchetto di sue fotografie che gli aveva regalato nei momenti felici: Achille Bruzzone, seccato, glielo sbattè sul viso e fece per allontanarsi, ma non ne ebbe il tempo; i piccoli cartoncini volteggiavano ancora nell'aria e già la donna, sconvolta per l'offesa, aveva impugnata la pistola. Il primo colpo andò a vuoto, l'altro colpi il giovane al cuore. Camminando rasente i muri, la Gianelli voltò l'angolo di strada fermò un motociclista e senza tradire alcuna emozione gli disse: < Mi porti in Questura, per piacere >. Al processo l'Accusa tenterà di distruggere l'immagine della donna timida e sperduta, vittima di una sciagurata passione, immagine che Jole Gianelli durante l'istruttoria si è costruita pezzo per pezzo come una maschera. Numerosi testimoni deporranno contro di lei per dimostrare che è un'abile simulatrice, perversa, corrotta e che ha troppo spesso mentito. Gli atti conterrebbero una documentazione molto circonstanziata dalla quale risulterebbe che il grande amore non è mai esistito e che dietro la facciata dei nobili sentimenti la Gianelli nascondeva una vita dissoluta. Questa notte l'imputata è stata assalita da una acutissima crisi di nervi, senza dubbio conseguenza della tensione in vista del processo. Pallidissima e scossa da frequenti nausee,Jole Gianelli è sfata trasferita in infermeria, dove questa sera è ancora ricoverata. Il medico delle carceri le avrebbe diagnosticato una forte distonia neurovegetativa aggravata da altre complicazioni, e non è improbabile che domattina la donna non sia in condizioni di comparire in aula. Nel caso non potesse assistere al dibattimento, il processo sarà rinviato a nuovo ruolo. a. m. sole Gianelli, la giovane donna che uccise 11 fidanzato

Luoghi citati: Genova, Milano