Una condanna del S. Offizio

Una condanna del S. Offizio Una condanna del S. Offizio Agl'italiani assai poco ha detto la'condanna da parte del Sunt'Offizio della rivista francese La qtdnzaine, che aveva a principale direttore uh laico, Chatagner. Cattolici comunisti, attardati nel ritenere che sia possibile scindere nel comunismo: filosofia che n'è alla base, e che esclude nettamente ogni trascendenza, t sistema economico e politico. Questo il più frequente dei pochi commenti. Che non crederei esatto. La quimaine non era l'espressione dello stato d'animo che si ebbe in Italia in ristretti, ma non ristrettissimi, gruppi di cattolici alla fine della guerra: di cattolici ammiratori della costruzione comunista, della civiltà comunista, del metodo di vita comunista, o convinti che il comunismo sarebbe stato il trionfatore- del domani; e che credettero che fosse nell'interesse del cattolice«imo tracciare un modus vivendi con l'imminente vincitore. La quimaine era invece l'espressione di una reazione tutti' francese. Il cattolicesimo francese (cattolicesimo d'intellettuali: una enorme testa, senza dietro un corpo, 10 definiva trent'atini or sono uno dei più noti esponenti del cattolicesimo militante italiano;1 e non sto a dire con quale immagine gli contrapponesse allora ài cattolicesimo italiano) ha tutta una lunghissima tradizione di getta Dei per Francos:..cioè;.una tradizione militare, nazionalista, divenuta poi nettamente colonialista. La storia dell'affare Dreyfus non è dimenticata; malgrado 11 fondamentale paganesimo delle figure salienti del nazionalismo francese, ci furono sempre comprerisioni, indulgenze, concessioni reciproche, tra loro ed-i cattolici; entrambi si considerarono sempre dal medesimo lato della barricata. La condanna de\VAction francaise nel 1016 aveva destato tra i cattolici reazioni e rammarichi profondi (il cardinale Luigi Billot dismetteva, la por■porà per- ritornare umile membro delia Compagnia di Gesù; l'Arcivescovo d'Aix riteneva che, su diciassette tra cardinali ed, arcivescovi francesi, undici fossero favorevoli all'Action) e per mólti cattolici francesi fu; un ' bel giorno quel 5 luglio 19J9 ih cui il S.. Offizio tolse l'injterdettq che colpiva l'Action ^a':^i-:9Ì:pci '35 aveva intwceduto;Laval). \. Aia, Action francése a parte, fai tutta la tradizione del cattoli' eesimo francese generali ed-ammiragli hanno grande; posto, il militare è prossimo allo spiritua le; pochi 'lettori v italiani del Voyage du Qènturipn di Ernesto Psichari riflettono al terreno .n cui è sorto, e còme la conversione che esprime sia il reinserimerito' in un solco profondo della tradizione francese, che si riannoda al crociato. Ora, questa corrente del catto licesimo francese ha la sua rea zinne: il pacifismo ed ariti colo nialismo di altri cattolici, credo in numero minore e di forma zione più recente (sebbene an ch'essi abbiano i loro antenati al tempo ' dell'affaire). Il cattolicesimo francese ha punte discoste tra loro come non ;ne ha l'italiano; nessun conclamato scrittore cattolico nòstro avrebbe tracciato quelle durissi me pagine contro l'impresa franchista che costituiscono ir libro di Bernanos, Les grands cime' tières sous la lune; nessuno scrittore nostro assumerebbe le posizioni ultime di Mauriac. I non* molti italiani che sul finire del • '53 partecipavamo a Parigi all'as semblea della Società :europea di , .cultura, che aveva a tema i rapporti tra la civiltà europea e le altre civiltà, notavamo con sorpresa lo spirito anticolonialista di qualche vecchio signore con la rosetta della Legion d'onore e idi qualche ecclesiastico. Le vicende marocchine erano allora '■ all'ordine del giorno, ed i giù dizi sulla politica del governo erano i più aspri. Ma si sentivano anche altri ardimenti; ardi- •menti rinunciatari, dal punto di vista europeo, fino a quello di un abate che riteneva non definitivo l'abito tomistico della teologia cattolica, e possibile un suo reinserimento in altra veste che la rendesse meglio accettabile a popoli extraeuropei'. (E mi ero pur fermato dinanzi alla porta di una parrocchia dove un manifesto tracciava la figura del cattivo cattolico, del fariseo, il quale, tra l'altro, « prono nce : Union francaise et pense colonies »). La Quimaine era l'espressione estrema di questa corrente; anticolonialismo spinto; accusa, agli episcopati, ai missionari d'estremo oriente, di fare dei cattolici, • ih/odio al comunismo, i sudditi dei peggiori tirannelli locali, di . opporsi ad ogni rinnovamento ;dei popoli asiatici. C'era anche una presa di posizione per le rivendicazioni operaie, per i preti-operai; c'era la avversione alla CED, al riarmo tedesco, la campagna per l'interdizione delle armi atomiche; ma il carattere più accentuato era l'anticolonialismo: La condanna era attesa; riser¬ vpsvtif(naddasntcvsvdps ve sempre maggiori dell'episcopato francese,^ e già nell'aprile scorso l'Osservatore romano aveva scritto che là rivista non poteva essere considerata cattolica. La Quimaine nel numero del i° marzo ha dichiarato che di fronte all'» intervento romano » (c'è sempre una punta di gallicanismo in ogni cattolico francese, appena flette dalla rigida ortodossia) cessa le pubblicazioni; dichiara di voler restare fedele alla Chiesa e di non poter passare sopra alla sua condanna. Ma non nasconde che i suoi redattori non credono di dover rinunciare adi Uno solo dei loro convincimenti; ed essi certamente sperano che, come altre volte nella vita della Chiesa, sopravvenga il giorno in «ri abbia a dirsi: «Furono imprudenti per precorrere i tempi, ma erano sulla retta via ». A. C. Jemolo ■tuMmim

Persone citate: A. C. Jemolo, Bernanos, Dreyfus, Ernesto Psichari, Laval, Luigi Billot, Mauriac

Luoghi citati: Italia, Parigi