Dimissioni rientrate di capitan Giulietti giovane capo di cinquantamila marittimi

Dimissioni rientrate di capitan Giulietti giovane capo di cinquantamila marittimi Accese polemiche sulle navi e nel porti Italiani Dimissioni rientrate di capitan Giulietti giovane capo di cinquantamila marittimi Nonostante le smentite, la notizia del contrasto appare fondata - "Giuliettiani,, e socialcomunisti discutono a Roma - A Genova gli scioperi impediscono le riparazioni alle navi (Dal nostro inviato speciale) Genova, 26 febbraio. In tutti i porti e au tutte le navi mercantili poche' notizie avevano dato luogo negli ultimi tempi a tante discussioni quanto quella diffusasi nelle ultime ore e relativa alle eventuali dimissioni di Nino Giulietti dalla direzione della Federazione Italiana Lavoratori Marittimi. Alla testa della più potente organizzazione sindacale dei marinai e contemporaneamente alla presidenza della più grande cooperativa italiana — la «Garibaldi», che con la F.I.L.M. praticamente forma un tutto unico — Nino Giulietti era salito nel '53, a soli ventiquattr'anni, quasi ereditando le due cariche ricoperte fino alla morte dal padre, 11 notissimo on. capitan Giuseppe. In assenza dell'interessato, partito ieri per Roma, i dirigenti dei due organismi — ca¬ pitano Segoni della F.I.L.M. e cap. Musmeci della «Garibaldi » — negano che la notizia delle dimissioni sia vera. Si legge invece in un manifestino distribuito a migliaia di copie da un sindacato concorrente (UIL): «Marittimi, con il metodo barbarico e feudale della congiura di palazzo, Nino Giulietti, eletto con 32.000 voti, è stato costretto da uno sparuto gruppo di attivisti a rassegnare le dimissioni da segretario responsabile della FILM... Con questo volgare insulto alla memoria di Giuseppe Giulietti... si tenta la conquista antidemocratica della Cooperativa Garibaldi >. Tornando per la seconda volta consecutiva sull'argomento, il giornale cattolico di Genova precisa oggi che Nino Giulietti ha effettivamente dato le dimissioni ritirandole però ieri « con riserva ». In. altri ambienti si aggiunge che il fatto si è verificato nella riunione di ieri l'altro del direttivo della FILM: attaccato improvvisamente all'inizio della seduta, il giovane segretario avrebbe chiesto un voto di fiducia ottenendolo soltanto da quattro dei dodici consiglièri presenti. IH qui, le dimissioni. La riunione sarebbe stata ripresa ieri e si sarebbe conclusa in serata con la decisione di soprassedere alle dimissioni e di ridiscutere tutto a Roma davanti ai massimi dirigenti della CGIL della quale la FILM fa parte. Dopo l'immediato dopoguerra, infatti, in cui l'urto fra « giuliettiani » e comunisti fu asprissimo, il vecchio capitano decise di aderire alla CGIL, diventando così di colpo da « fiumano e fascista » uno degli uomini più riveriti della Conf-Lavoro. Il patto con la CGIL con la quale simpatizzano la maggior parte degli organizzati della FILM, ha permesso a cap. Giuseppe prima e a cap. Nino poi di regnare indisturbati. II nome indubbiamente riccovdi prestigio di Giulietti ha per contro giovato in misura notevole nella lotta con 1 sindacati concorrenti della CISL (Fe.Ga. Ma.) e dell'UIL. Ma che 1 due gruppi all'interno della FILM non possano marciare in tutto e per tutto d'accordo, è altrettanto pacifico. Appare quindi verosimile il parere di molti secondo 1 quali alla base del contrasto odierno, c'è una differenza radicale di opinioni e d'impostazione nei confronti dello sciopero in atto da 37 giorni a Genova da parte dei 1500 lavoratori della « Compagnia Ramo Industriale ». Capitan Nino non avrebbe infatti mostrato troppa remissività nell'accontentare 1 so. clalcomunlsti, nel trascinare cioè nell'agitazione anche i marittimi. E' probabile che, dopo le discussioni di Roma, tutto rimanga come prima. Anche i socialcomunisti devono pensarci due volte prima dì sostituire il giovane Giulietti: una sua estromissione infatti potrebbe spostare notevolmente I rapporti di forze in questo settore sindacale che oggi vede più di cinquantamila marittimi con la FILM-CGIL e sedicimila; circa con la Federazione Gente del Mare della CISL. Nel porto di Genova, intanto, gli uomini sembrano • voler contribuire ad aggravare i danni terribili inferti dal ciclone. I lavori di riparazione delle venti navi più colpite potrebbero da soli impegnare l'attività di 270 officine per almeno sei mesi: non se ne fa niente per- il perdurante sciopero dei dipendenti della « Compagnia Ramo Industriale ». E si minacciano ora altri scioperi: uno .di quarantott'ore della FIOM ;n tutte le officine. E' augurabile che la visita del ministro Tambroni — giunto stasera a Genova preceduto dalla notizia di un ulteriore stanziamento governativo di otto miliardi per 11 porto — possa contribuire ad una schiarita decisiva anche nel caotico panorama sindacale. Altrimenti,' nessuna meraviglia se un giorno o l'altro, appena in grado di farlo, le navi ferite muovano verso altri porti, a dar lavoro ad altri cantieri, ad altre maestranze. Giovanni Giovannini li capitano Nino Giulietti

Luoghi citati: Genova, Roma