Silenzio sui protagonisti di Vittorio Gorresio

Silenzio sui protagonisti — LA VICENDA MUNTESI NON INTERESSA PIÙ' —— Silenzio sui protagonisti Oggi Anna Maria Caglio vive modestamente in un pensionato di suore, dimenticata; lo scorso anno sembrava avere nelle sue mani la sorte di noi tutti - Montagna, Piccioni ? Nomi che evocano ormai tatti vaghi di un passato svanito - Sentimenti assai vicino alla vergogna per tutto quello che è accaduto - E' solo una banale storia d'amore quella che ha traslormato un episodio di cronaca nera in uno scandalo di portata internazionale (Dal nostro corrispondente) Roma, 24 febbraio. I/altro ieri si è sparsa, come un grido d'allarme, la notizia che u Procuratore generale della Repubblica, dottor Leonardo Giocoli, aveva consegnato la sua requisitoria sull'affare Montesi al giudice istruttore, dottor Sepe. La notizia era uscita — si assicurava — dagli uffici della Presidenza del Consiglio, e appunto questo particolare fu causa di emozione: se al Viminate, infatti, si disponeva di tanto fresche informazioni, era segno che gli antichi sospetti di qualche collusione fra il potere esecutivo e il giudiziario eran bene fondati, Con .questo animo scossò, i giornalisti si. recarono a Palazzo di Giustizia: .erano spente tutte le luci, tranne quelle di un'aula dove ancora si attendeva là conclusione di un processo; e intanto, nell'androne quasi buio, fu visto il dottor Giocoli tranquillamente uscire per andarsene a casa. Aveva depositato la sua requisitoria t Non ancora, come egli stesso cortesemente consentì ad informare; e ai giornalisti non rimase che anno¬ iiiiiiHiiiiHiiimiiiiiiiimiiiiiimiHiiiiiiiiiiiii tare, commossi, nelle loro corrispondenze: « Giocoli ha lavorato fino a notte per chiudere la requisitoria Montesi ». Che non sia giunto ancora a chiuderla, significa due cose: prima di tutto che il Viminale era male informato su quanto avviene nel Palazzo di Giustizia, ed in secondo luogo che anche lavorando fino a notte attorno ad una requisitoria come quella sull'affare Montesi non se ne viene a capo mai. Requisitoria di 700 pagine Fatte concordemente queste modeste ed ovvie osservazioni, i giornalisti poi accertarono che dagli u/fici della Presidenza del Consiglio non era uscita alcuna notizia: ne era venuta, tutto al contrario, una richiesta di notizie, perchè era stato un funzionario a domandare per telefono ad un suo amico giornalista se egli sapesse qualche cosa di nuovo- Spesso le voci più scandalistiche nascono appunto in questo modo, e vale a dire da un rovesciamento dei fatti; cosi come, del resto, si era stati sul punto di ritenere che la presentazione della requisi¬ toria di Giocoli significasse già la chiusura dell'affare Montesi, o per lo meno fosse già decisiva per la sorte degli indiziati come il giovane Piccioni e il marchese Montagna. Nulla di meno esatto. Quando il Procuratore della Repubblica sarà venuto a capo, sempre lavorando tutti i giorni fino a notte, della sua fatica attorno alla requisitoria (si parla di un volume di settecento pagine) saremo ancora molto lontani dalla vera conclusione. Le settecento pagine saranno affidate al giudice istruttore dottor Sepe che si potrà concedere tutto il tempo che vuole per esaminarle: anche dei mesi, anche degli anni, se gli sembrasse necessario. Comunque non è detto che egli a sua volta debba poi concludere conformemente alle conclusioni di Giocoli: se per Giocoli gli indiziati fossero da prosciogliere, Sepe li potrebbe inviare a giudizio. Giocoli potrebbe aver concluso per la tesi dell'omicidio colposo, e Sepe non tenerne conto rubricando l'imputazione dell'omicidio volontario; e così via da un'ipotesi all'altra il campo è libero'a chi voglia esercitare la fantasia. Il quesito da porre, in ogni modo, è se al punto in cui siamo, questo affare Montesi interessi ancora, od appassioni, il pubblico italiano che l'altr'anno da questa storia si aspettava che scaturisse la rivoluzione. L'altr'anho non pareva esagerato parlare di crisi di governo o addirittura del regime democratico borghese; Anna Maria Moneta Caglio sembrava avere nelle sue mani la sorte di noi tutti, le chiavi della storia d'Italia. Oggi Marianna vive modestamente in un pensionato di suore pagandosi la retta con il piccolo sussidio che le spedisce il padre da Milay>io. Oggi una sua intervista, un suo memoriale, il suo epistolario segreto sarebbero offerti invano ai direttori dei settimanali, i rotocalchi rifiuterebbero le sue fotografie. Anche Montagna è passato di meda, lasciato cadere nell'indifferenza. Si dice che abbia pagato i suoi debiti e che si trovi a corto di risorse; ma i suoi affari e le sue condizioni non interessano nessuno. Un giorno fu veduto in un caffè del centro con una giovane ragazza, ma non ci fu chi si prendesse la briga di indagare sulla presunta sua nuova relazione nè di avvertire un fotografo che accorresse a ritrarre la coppia. Di Piccioni, ugualmente, si sa poco ed ancor meno si domanda come stia, che cosa faccia, se componga musica, se abbia rivisto Alida Valli, e se frequenti i vecchi amici; se qualcuno ne parla è piuttosto per chiedere quanto può avere speso fra onorari di avvocati e costo di perizie, e quindi avviene che lo si compianga perchè si sa che non è ricco, nè lui, nè il padre. Finalmente, di Polito, terzo implicato nella vicenda, si ignora tutto e si tace affatto. Pavone, il capo della polizia che l'anno scorso dette le dimissioni, è stato dimenticato. Adriana Bisaccia fa, a quanto pare, la commessa in un negozio di profumi di una città siciliana, ma la notizia che ne venne data da un giornale tempo fa non ebbe alcuna risonanza. Così è di tutti gli altri personaggi minori a cominciare dalla Giobben Giò che è stata vista e fotografata ai Festival della Canzone di Sanremo e di Velletri, senza che venisse in mentri ad alcuno di rievocare la parte fantasiosa che essa ebbe in un momento delicato dell'istruttoria. Così è di Muto, primo motore dello scandalo nazionale, che non si sa che cosa faccia adesso, scomparso anche dalla scena giornalistica, da lui calcata brevemente ma con tanto clamore. Riapparso è invece il nome di Thea Ganzaroli, la stravagante testimone sedicente spettatrice della morte di Wilma, ma è riapparso per caso e in circostanze affatto estranee. Si è letto su un giornale che si era presentata ad un ufficio di polizia per chiedere un sussidio. Una ragazza tradita Nella notizia si avvertiva che questa Ganzaroli era la donna che aveva fatto parlare tanto di sè con l'affare Montesi, e che,anzi era finita per andare in prigione: ma leggendo le righe della breve informazione evocativa si aveva l'impressione di sentirsi richiamati a fatti vaghi di un passato svanito, quasi irreale tanto sembra già incerto. Viene talvolta il dubbio che sia stato un sogno, dal quale non sappiamo nemmeno più quando et siamo svegliati. Ma questa Caglio è una persona veramente esistita} Per le sue lettere d'amore, per il suo testamento, le sue denunce e le sue vendette siamo stati davvero, tutti, sul punto di perdere la testa t Le insorgenze improvvise della memoria ci sgomentano un poco, perchè proviamo sentimenti che sono assai vicini alla vergogna per tutto quello che è accaduto. Il generale disinteresse che oggi sembra diffuso non è probabilmente tutto spontaneo ; la nostra indifferenza è in qualche modo coltivata da noi stessi, favorita dal desiderio, magari inconsapevole, che tutti abbiamo di dimenticare le melanconiche e forse poco onorevoli vicende dello scandalo nazionale 1954. Chi ne farà la storia dovrà probabilmente arrivare ad una conclusione che un anno fa sarebbe stato rischioso enunciare, pena il linciaggio o almeno l'accusa di venduto ad un governo corruttore. Ma lo storico obiettivo si dovrà render conto che tutto ha avuto origine da un amore infelice banalmente spezzato. E' una storia d'amore quella che ha trasformato un misterioso episodio di cronaca nera in uno scendalo politico di portata internazionale; è anzi la storia di una vendetta così ingegnosamente concepita da destare uno abalordimento ammirativo per la sua autrice Mariannina Caglio. Quante ragazze siano, giorno per giorno, abbandonate dai loro amanti è uno di quei calcoli che è impossibile fare. Quante di esse riescano a vendicarsi dei fedifraghi, si legge sui giornali che riferiscono dei casi di coltellate, rivoltellate e vetrioleggiamenti; ma nessun modo di vendetta è stato più esemplare di quello che ha seguito Anna Maria Moneta Caglio, riuscita ad inserire la sua vicenda personale di ragazza tradita nell'amore nella grande questione che per un anno ha appassionato tutto un Paese, determinando uno sconquasso quale mai si era visto nel mondo della politica ed in quello degli affari, ed eccitando come non mai era prima accaduto le fantasie di uomini e di donne,- a milioni e milioni. E' forse proprio la sproporzione fra la causa e l'effetto che può spiegare la facilità con la quale a tanta eccitazione ha fatto seguito tanto tranquillo disinteresse. Solo i professionisti dell'in-' formazione giudiziaria hanno difatti trepidato l'altra sera quando corse la voce che il dott. Giocoli aveva depositato la sua requisitoria. Il grosso pubblico, deposito o non deposito, non si lascia turbare. Anche la prospettiva, già ricordata, che passeranno ancora mesi prima di conoscere la sorte dei diversi indiziari, non sembra.destinata a provocare reazioni apprezzabili. Se ne farà qualche ironia, non è da escludere che sentiremo qualche protesta: ma la grande passione non c'è più. In fondo, il pubblico le sue soddisfazioni le ha già avute, avendo visto che Piccioni e Montagna in carcere son stati. Il giorno che ne uscirono, la grande maggioranza considerò che la vicenda era già bell'e chiusa con un proscioglimento di fatto. Adesso avremo la requisitoria, poi la sentenza del giudice istruttore, ma non c'è furia di conoscerle. Anzi è da credere che quando appariranno sui giornali, qualcuno si stupirà, come davanti a informazioni inutili che ormai nessuno si aspettava più. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Italia, Pavone, Roma, Sanremo, Velletri