Un'inchiesta tra le massaie sui prezzi degli alimentari

Un'inchiesta tra le massaie sui prezzi degli alimentari Un'inchiesta tra le massaie sui prezzi degli alimentari La CISL ha promosso un convegno - Troppi aumenti nei vari passaggi delle merci I consumatori non reagiscono alle decisioni dei negozianti - Restaurare la concorrenza (Nostro servizio particolare) Roma, 23 febbraio. SI sono iniziati oggi nel salone del Ministero dell'Industria, sotto la presidenza dell'on. Ivan Matteo Lombardo, i lavori del convegno di studio sui costi di distribuzione delle merci promosso dalla CISL. La relazione-base del Convegno, che costituirà il tema centrale di discussione, è stata svolta dal prof. Luzzatto Fegiz, che si è proposto di studiare le cause per le quali i consumatori italiani accettano, nella maggioranza dei casi, passivamente la situazione di quasl-monopolio dei dettaglianti di generi alimentari e di prodotti di consumo diretto. Il relatore ha constatato che la maggior parte dei beni di con sumo subisce una maggiorazione di prezzo pari al 30 per cento del valore originario all'atto del passaggio dal produttore al consumatore; tale maggiorazione arriva fino al 60 per cento per 1 tessuti, ed a punte del 60-65 per cento per articoli voluttuari quali il caffè espresso che si vende nei bar. Questo aggravio, che incide gravemente sui bilanci familiari e preclude la possibilità di au mentare i consumi, è del tutto ingiustificato dal costo del servizio di distribuzione. Qual è allora la ragione per cui 1 prezzi al minuto vengono passivamente accettati dai consumatori? Il relatore ritiene che ciò sia dovuto al fatto che i venditori operano spesso In condizioni di semi-monopolio, favoriti dal fatto che la massaia (che è il principale acquirente di beni di consumo) non può e non vuole spostarsi al di fuori di una ristretta zona territoriale per effettuare le sue compere. Entro quella limitata zona gli esercenti di uno stesso ramo merceologico di solito si accordano in modo più o meno esplicito sui prezzi da praticare alla clientela, e pongono in essere dei veri e propri carteili che aboliscono in pratica la concorrenza. Naturalmente questo processo è facilitato dal fatto che il consumatore quasi sempre Ignora i prezzi della merce all'origine e non è quindi in grado di percepire l'entità del sovrapprezzo che gli viene imposto dall'esercente. Spesso poi, per pigrizia o mancanza di tempo, il consumatore non effettua neppure 1 raffronti tra le condizioni praticate dagli esercenti della sua zona e quelle vigenti in punti di vendita immediatamente prossimi j Cicche il mercato, che teoricamente è unico, di fatto bì spezEetta In una serie di piccoli mercati non comunicanti e non concorrenziali. Il problema è senza dubbio grave, ed ha conseguenze profonde sul sistema economico Italiano. Esso rappresenta un aspetto — e forse il più vistoso — di quel cerchio di «alti prezzi - bassi consumi - bassi crediti » entro il quale si dibatte la nostra economia. Il prof. Luzzatto Fegiz ha anche fornito i risultati di una Inchiesta eseguita dall'Istituto Boxa, dai quali si rileva che 1 consumatori italiani, qualora potessero acquistare I prodotti di cui abbisognano a prezzi più bassi e disponessero quindi di un potere d'acquisto maggiore, lo destinerebbero in prevalenza a maggiori acquisti di vestiario, biancheria, mobili per la casa e oggetti domestici. Le conclusioni della relazione sottolineano che una migliore organizzazione nella distribuzione delle merci è possibile e ne potrà derivare un aumento del consumi e del benessere (e quindi anche dei profitti degli stessi commercianti) a condizione che 1 con eumatori superino l'atteggiamento passivo attuale, si orientino verso prodotti più standardizzati che consentano agli esercenti una minore varietà di assorbimento e quindi un mi nor rischio, confrontino i prezzi praticati dai vari dettaglianti. E' necessario, in sostanza, restaurare il meccanismo della concorrenza, e questo è possibile unificando effettivamente 11 mercato. Il famoso problema delle licenze commerciali non esaurisce di per sè il problema: l'abolizione delle licenze moltiplicherebbe infatti 1 punti di vendita, ma non li unificherebbe gli uni con gli altri. Quest'ultimo risultato può essere ottenuto soltanto creando una « coscienza di consumatori » che nel nostro paese è àncora estremamente rudimentale. I lavori del Convegno sono proseguiti con due comunicazioni del dott. Luigi Madia e del dott. Salvatore Ravalli sull'organizzazione dei Grandi magazzini, delle Cooperative di vendita e.del.negozi a catena. !'ei ».'

Persone citate: Ivan Matteo Lombardo, Luigi Madia, Luzzatto Fegiz, Salvatore Ravalli

Luoghi citati: Roma