Recuperale le prime tra i ghiacciati dirupi tredici salme sul Terminillo di Delio Mariotti

Recuperale le prime tra i ghiacciati dirupi tredici salme sul Terminillo Una terrificante visione : corpi umani straziati tra i rottami dell'aereo Recuperale le prime tra i ghiacciati dirupi tredici salme sul Terminillo Una vitrea coltre gelata avvolgeva i cadaveri - Si è dovuto usare il piccone per liberare i corpi, fra cui quello di Miss Italia - La pietosa ricomposizione ìn una chiesa di Rieti - Il DC-6B urtò contnrun bosco di faggi, poi si sfasciò sulla montagna, a 500 chilometri all'ora - Una donna e i suoi due bambini tra le vittime - Il disperato pianto della madre di Marcella Mariani - Oggi ricominciano le ricerche degli altri morti (Dal nostro inviato speciale) , Rieti, 22 febbraio. Tredici cadaveri sono stati, fino a questa sera, strappati al gelido costone del Terminillo, dove è andato ad infrangersi il quadrimotore belga con ventinove persone a bordo. Tra le salme recuperate. dè,, 4n,cfteJ quella della diciottenne attrice cinematografica Marcella Mariani, € Miss Italia IV 53 ». Sono poveri corpi martoriati, resi verdastri dalla neve ghiacciata, che per nove giorni li ha ricoperti. Nessuna salma è intatta. Marcella Mariani era stata lanciata ad una decina di metri di distanza dalla carlinga infranta. Aveva, la fanciulla, una mano rigida davanti agli occhi e un braccio teso in un gesto istintivo di difesa. La pelliccia ricopriva ancora il suo corpo; la violenza dell'urto ha invece lacerato i vestiti sotto la pelliccia. Al polso un orologio fermo alle 12,.',5 (segno che la minuscola macchina aveva continuato a scandire il tempo dopo la tragedia); e all'anulare della - mano sini-> stra, quella che la ragazza si era portata a riparo del volto, scintillava un cerchietto di platino che mostrava un castone senza pietra. Marcella aveva un piccolo brillante, ora sperduto nella neve. Le altre salme erano anche esse in condizioni pietose, ma indicibilmente commovente quella di una bambina di otto anni vestita di rosa: rosa il vestitino e i calzettoni, celesti gli occhi e biondi i capelli. La piccola era stata strappata dall'aereo insieme con i sedile al quale era legata dalla cintura di sicurezza. Vicino alla bambina era la madre, la signora Sempels, di nazionalità belga,'che viaggiava con un iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimimmimmiiiimiiii altro figlio, un ragazzo di dieci anni. Il cadavere della signora Sempels, poco più che trentenne, ancora bella nel volto tumefatto, giaceva accanto al corpo di un pilota dell'aereo. La donna era stata ghermita dalla morte come se ella fosse stata nell'atto di alzarsi dal sedile, la testa voltata di fianco, quasi avesse rivolto l'ultimo sguardo ai suoi bambini. Il pilota era supino, sotto alcuni centimetri di neve. Le prime ricognizioni lo indicavano come il vice-comandante del tragico quadrimotore. Aveva le braccia sollevate nel gesto di un uomo che vuole rassicurare persone sgomente. Anche il corpo del comandante Stolz è stato ritrovato. La sua giacca dai galloni d'oro era strappata; mancavano le scarpe; al polso l'orologio, fermo alle S.33 e privo del vetro. Era sembrato, ieri sera, alle pattuglie che raggiunsero per prime i relitti dell'aereo, che i corpi ricoperti dalla neve fossero pressoché - intatti. Ma era il ghiaccio a dare questa illusione. Anche il viso di Marcella Mariani, che affiorava vitreo dalla superficie ghiacciata, in un piccolissimo ovale, sembrava indenne. Gli sciatori che avevano avuto questa visione n'erano rimasti colpiti e ne riferivano a valle con voce turbata. Ma nella notte la neve era tornata a cadere, tutto nascondendo; stamane le molte squadre di soccorso giunte intorno al relitto hanno dovuto infrangere la crosta gelata per poter ricuperare i corpi. E' stato un lavoro duro, doloroso. Le salme apparivano come ombre nel ghiaccio. Bisognava far piatto con le piccozze. I cadaveri sono stati liberati, uno ad uno, con reverenza cristiana,e adagiati su barelle improvvisate con rami d'albero. Almeno cento uomini, al comando del capitano di aviazione Picchiottini, erano intorno al relitto. Ogni oggetto recuperato-era posto da parte l a a e i , borse, valigie, oggetti preziosi, Indumenti, coperte, ritratti, li bri, portafogli, e persino un gomitolo di lana rossa venivano diligentemente elencati. Tutt'intorno i carabinieri sbarravano il passo a chiunque non facesse parte delle squadre; ma era molto difficile — d'altronde — varcare il più vasto cerchio di vigilanza che aveva inizio dal villaggio di Cantalice e si estendeva sino al rifugio Castiglione, a circa due chilometri dal luogo della sciagura. A mezzogiorno, tredici salme erano state recuperate. Avvolte in un lenzuolo, erano state deposte sulle barelle e legate con corde. Lenta, faticosa si è iniziata la marcia verso il rifugio: quattro «omini per ogni salma, procedenti cauti sotto una rinnovata tormenta di nevischio. A metà strada il corteo ha incrociato i componenti della Commissione d'inchiesta che si ' recava sul posto del disastro. Erano il colonnello pilota Giacomelli (rappresentante dell'Ispettorato Telecomunicazioni), il tenente colonnello Graziani (dello Stato Maggiore dell'Aeronautica) , il colonnello Miniero (della Direzione Generale dell'Aviazione Civile), il maggiore medico Perino (dell'Ispettorato di Sanità), l'ing. Vannutelli (del Registro Aeronautico), il colonnello Colombo (delle Costruzioni Aeronautiche) e tre belgi, due dei quali esperti aeronautici, giunti da Bruxelles, e il terzo segretario d'Ambasciata a Roma. I portatori hanno esortato i componenti della Commissione a tornare indietro, ma questi hanno proseguito. Di grande importanza saranno le risultanze dell'inchiesta. Nessuno è ancora in grado di spiegare esattamente . come l'aereo possa essersi perduto sul massiccio del Terminillo, mentre aveva comunicato a Ciampino di èssere sulla verticale di Viterbo. Taluno ha voluto mettere in relazione l'ora .in cui l'orologio del comandante Stolz s'è fermato (8,33, che potrebbero corrispondere alle venti e trentatrè minuti di domenica 13 febbraio) all'attimo in cui è avvenuta la tragedia. In tal caso il « Douglas > (che aveva interrotto il contatto con la torre di con trollo di Ciampino alle 10,58) avrebbe volato alla ventura per trentacinque minuti. I Prima di schiantarsi il quadrimotore ha spezzato la cima di molti giovani faggi di un bosco vicino. Si vedono netta- mente gli àlberi tagliati dalle ali o dalla fusoliera dell'apparecchio. Subito dopo è avvenuto l'urto contro il costone. Il pilota ha tirato istintivamente comandi di guida, facendo impennare il pesante velivolo, in un disperato tentativo di su- . pepare l'ostacolo. Per questa'il " < Douglas * ha cozzato di piatto, con la fusoliera, contro la sella che la sera del 13 febbraio non era ancora coperta di neve. I/urto, avvenuto ad una velocità di quasi cinquecento chilometri orari, è stato naturalmente di estrema violenza. Un'ala è saltata via insieme a due motori; l'altra è schizzata lontano, quasi tutta, con il terzo motore. Tutta la parte anteriore dell'aereo, con il quarto motore, si è schiacciata sulla roccia, la fusoliera si è aperta scagliando fuori i passeggeri e alcuni uomini dell'equipaggio. Presumibilmente, nel momento in cui il velivolo ha decapitato la cima dei faggi, i viaggiatori hanno avuto coscienza del pericolo; ma si deve essere. trattato di istanti; troppo vicina era ormai la montagna contro la quale tutti dovevano perire. I rottami del quadrimotore sono sparpagliati in un raggio di duecento metri; se il « Douglas > avesse volato soltanto qualche decina di metri più in alto, quasi certamente avrebbe superato il costone « Sassitelliy, planando nella piana di Rieti, verso Roma. Le tredici salme sono rimaste per qualche tempo nel rifugio Castiglione, Ivi era giunta in mattinata la madre di Marcella Mariani col marito. Entrambi sono stati pregati di discendere a Cantalice, perchè troppo cruda sarebbe stata la scena del riconoscimento. Dolorante la madre ha obbedito. Frenando i singhiozzi è discesa al villaggio. Sulla montagna oggi il pianto di Adele Mariani significava il pianto di tutte le altre madri assenti: dei ventinove morti del Douglas il più giovane era. un bambino di due anni e il più anziano era il comandante Stolz, di trentasette. Dal rifugio, fino a Cantalice e a Rieti, le tredici salme sono state portate con automezzi. Le vittime venivano poi allineate, per il riconoscimento e le constatazioni di legge, nella navata della chiesa di Sant'Antonio Abate, presso l'ospedale civile, su reti metalliche, ricoperte da un lenzuolo. E' una nobile chiesa, disegnata dal Vignoia, da dieci anni chiusa perchè danneggiata dalla guerra; ma domattina sarà riconsacrata con una Messa privata che il vescovo della città, mons. Raffaele Baratta, officerà a suffragio delle anime di quei miseri corpi. Una delle vittime non risulta ancora identificata. Adele Mariani, la madre della povera Marcella, non è entrata nella chiesa di Sant'Antonio Abate questa sera. Una sua sorella, anch'essa stravolta dal dolore, ha provveduto al riconoscimento del cadavere della nipote; gli altri corpi identificati sono quelli di Gastone De Cock; De Mayer; Paul Le Roy; Pierre Consigny; signora Simples e figlia; Charles Van Cuttsen; Joseph Janne; Bruwers; e quelli del comandante Stefano Stolz e del primo pilota Mac Namara. Domani sard fatto ogni sforzo per recuperare i resti degli altri sedici cadaveri. Delio Mariotti I carabinieri del Terminillo ed un ufficiale delle aviolinee belghe procedono all'identificazione del cadaveri (Telefoto) b lii tti ioi [ Cosa è rimasto della coda del quadrimotore precipitato (Tel.)