Amicizia rinnovata di Riccardo Aragno

Amicizia rinnovata Amicizia rinnovata Per generale consenso, da parte italiana come inglese, il presidente Sceiba e il ministro Martino non sono oggi in visita a Londra per trattare un determinato problema, o concludere specifici accordi ; ma solo per una presa di contatto con i. colleghi inglesi, per una amichevole conversazione panoramica * sui diversi aspetti della situazione internazionale che interessano i due Paesi. Questo carattere dell'incontro non ne diminuisce affatto l'importanza; se mai, anzi, l'aumenta. Giustamente, quindi, l'on. Sceiba ha detto al corrispondente romano del Times che l'aspetto più proficuo del viaggio sta appunto nell'occasione che così si offre di uno scambio personale dei rispettivi punti di vista, tra i dirigenti responsabili inglesi e italiani. * Ed invero, per importanti e numerosi che siano gli argomenti da passare in rassegna, l'incontro londinese acquista il suo vero significato solo se collocato in questa prospettiva generale. Meglio ancora, esso costituisce una manifestazione formale e solenne della ritrovata amicizia fra Italia e Inghilterra, che dovrebbe sancire la chiusura definitiva, ormai avvenuta, d'un infelice periodo delle relazioni anglo-italiane. Per citare di nuovo l'on. Sceiba, sarebbe ormai ora di consegnare alla storia te difficoltà, di ordine soprattutt to psicologico, che hanno turbato nel passato tali rela- j zioni: un concetto nel quale di sicuro concorderanno anche gli inglesi, popolo dal tenaci risentimenti, ma abituato anche, quando ritiene la partita definitivamente chiusa, a trasmetterne gli atti al libro imparziale della storia. Il passato che oggi si intende seppellire non è quelio, già remoto, dell'anteguerra e della guerra; questo sì che appartiene veramente • alla storia, alla quale spetta di giudicare insieme la stoltezza fascista e l'arrendevole compiacenza di certo conservatorismo inglese. Si tratta, invece, del passato recente, indubbiamente triste eredità del primo: dello strascico doloroso, insomma, che il conflitto - armato ha avuto nelle relazioni di pace fra Gran Bretagna e Italia, in maniera certamente più sensibile che non nei rapporti fra il nostro Paese e altri exnemici. Non era solo questione di irritazione psicologica, bensì anche di concreti interessi, che da parte italiana si ritenevano lesi o per lo meno Bottovalutati dagl'inglesi. I due problemi maggiori, sui quali si è intessuto II contrasto anglo-italiano del dopoguerra, sono stati, com'è noto, quelli delle nostre ex-«olonie e di Trieste. Si può dire che tutti i precedenti viaggi di statisti italiani a Londra sono stati effettuati, in generale, per salvare il salvabile del disastroso passivo che il fascismo ci aveva accollato tramite il trattato di pace; ma soprattutto, in particolare, per discutere intorno all'uno o all'altro di tali problemi. Così la visita, di Sforza del gennaio '49 fu dedicata ■*■ alla sistemazione del problema delle colonie e si concluse felicemente, con l'elaborazionfi del compromesso SforzaBevin sulla Libia, che però fu respinto dall'O.N.U. Comunque la questione coloniale fu risolta egualmente entro il '50, in sede internazionale, senza che trionfassero in pieno nè la tesi italiana nè quella inglese; e del resto il problema era già stato superato dalla coscienza della quasi totalità degl'italiani, convinti che l'èra coloniale è ormai tramontata per sempre. Ben più grave invece è stato il peso del problema triestino, al punto da guastare, da solo, U complesso .dei rapporti fra i due Paesi, pure stretti dal comune vincolo dell'alleanza atlantica. Colpa innanzitutto della mctvrtgCtbeDmdlq mancata traduzione in pratica della dichiarazione tripartita del 20 marzo '48, insolvenza forzata, ma che logorava rapidamente anche i tentativi meglio riusciti per giungere ad una distensione. Così, tra l'altro, furono praticamente annullati i pur buoni risultati della visita effettuata nel marzo '51 da De Gasperi e Sforza, l'ultimo incontro ufficiale prima dell'attuale. Peggio ancora andarono le cose negli anni seguenti, quando da un lato i viaggi di Eden a Belgrado e poi di Tito a Londra parvero indicare la propensione inglese per uno dei due contendenti, non certo l'alleato; e dall'altro lato gl'incidenti a Trieste resero la situazione locale sempre più insostenibile, nonostante il parziale subentro dell'amministrazione italiana a quella anglo-americana. Finché si arrivò alle sanguinose giornate del novembre '53, che portarono la tensione al massimo, ma anche aprirono la via per la soluzione della questione triestina. Dove si erano invano scontrati l'incomprensione delle aspirazioni nazionali e il risentimento spinto fino alle esplosioni nazionalistiche, prevalse infine il buon senso. Sotto questo segno propizio si sono da allora collocati i rapporti tra Inghilterra e Italia, che nessun problema particolare più divide, mentre un ulteriore vincolo d'alleanza, l'Unione Europea Occidentale, è venuto a rinsaldare il preesistente legame atlantico. Il comune linguaggio democratico, infine, aggiunge l'elemento più prezioso perchè i ministri inglesi ed italiani ritrovino naturalmente le vie di un'amicizia, che aveva resistito ottimamente al collaudo di lunghi decenni. Ferdinando Vegas gnosi italiana della situazione francese, ha chiesto di conoscere uh panorama della situazione Italiana, ha parlato della necessità di una grande cooperazione europea e ha dato agli ospiti italiani la chiara impressione di desiderare una partecipazione attiva dell'Italia al consigli del mondo. Era vivace e di buon umore. Nel descrivere l'incontro, Sceiba — parlando con alcuni amici al ricevimento dato dalla Società anglo-italiana all'Istituto italiano — ha detto: « Si vede 11 leone ». La conversazione, proprio perchè cosi vasta, non è mai scesa su problemi particolari. Già così ha occupato venti mintiti più di quanti ne avessero • previsti 1 segretari particolari. Anziché lasciare il h. 10 di Downing .Street alle 5 in punto, i due ministri italiani ne sono usciti verso le ore 5,25. Questa sera, pòi, Sceiba e Martino-sono stati espiti nella bianca residenza privata del Ministro degli esteri, che aveva raccolto intorno al proprio tavolo varie personalità — come Attlee e Lord Salisbury — che non avevano potuto partecipare alla colazione di oggi. Il pranzo si è concluso con caldi brindisi. Ai brindisi di Eden all'amicizia e alla cooperazione anglo-italiana, alla solidarietà europea e atlantica, al mondo libero, ha risposto, in un inglese assai corretto e fluente, il nostro ministro . degli Esteri, sottolineando la comunanza di ideali e l'identità di mete che uniscono 1 due paesi. Come ha detto Martino, questa visita a Londra rappresenta la chiusura dèi periodo post-bellico dedicato quasi completamente alla risoluzione di problemi, e in certi casi di vertenze lasciate dalla guerra, e l'inizio di una vasta intesa e collaborazione,. non*^h,è, idi una,perfetta <coincidenza di interessi». Riccardo Aragno

Persone citate: Attlee, De Gasperi, Ferdinando Vegas, Lord Salisbury, Sforza