Ha funzionato il treno dell'atomica? di Filippo Sacchi

Ha funzionato il treno dell'atomica? FORMOSA E "CASO MALENKOV,.: DUE DRAMMI FINITI BENE Ha funzionato il treno dell'atomica? - Non so se è 11 caso di dare il segnale di cessato allarme. Ma come quando, nel bombardamenti, cessavano le esplosioni e il rombo degli stormi si allontanava, si può cominciare a mettere la testa fuori del rifugio, e cercare di raccapezzarsi su quello che è successo, t E' stata davvero una di quelle settimane che meritano il lusinghiero brevetto di « cruciali ». Un genio della scena non avrebbe potuto congegnare progressione drammatica più lancinante di quella verificatasi martedì mattina, quando — mentre gli occhi di tutto 11 mondo erano più ansiosamente tesi alla rischiosa anabasi che si svolgeva sullo stretto di Formosa — improvvisamente si annunciavano a Mosca le dimissioni di Malenkov. e poi, colpo su colpo, e senza lasciar fiato, l'elezione di Bulganin, la nomina di Koniev, l'assunzione di Zukov. Il senso che qualcosa di ineluttabile si fosse messo in marcia passò per un momento anche nelle menti più calme. Si è sempre ripetuto in questi anni che le guerre dell'era atomica cominceranno perchè ad un certo momento un dito premerà un bottone. Il dito era già sul. famoso bottone? , Naturalmente, come fanno qualche volta gli abili drammaturghi, la tela è calata alla fine dell'atto senza che succedesse nulla di quello che lo spettatore si attendeva. Lo sgombero delle Tachen si è svolto in un ordine perfetto e cronometrico, come una grande esercitazione d'imbarco. Un paio di aeroplani americani furono mitragliati, ma cavallerescamente 1 Comandi statunitensi si affrettarono a riconoscere che i piloti avevano commesse la mancanza di riguardo di avvicinarsi troppo alle batterie comuniste. Il periscopio di un sottomarino cinese si Intrufolò sulla rotta dei convogli, ma 1 caccia di scorta si guardarono bene dal mandarlo via, visto che si comportava come semplice curioso. Tutto, in questa prima fase, è andato cosi bene che nessuno leverà mal dalla testa degli spettatori del loggione che Londra, facendosi garante a Washington, e Nehru a Pechino, abbiano impegnato in partenza 1 due avversari ad usare reciproca moderazione. A Mosca l'atto doveva finire con la testa di Malenkov che rotolava sotto la mannaia del carnefice. Può darsi che la scena sia rimandata all'atto prossimo. Ad ogni modo, a mano a mano che ic curiosità sbollisce, e si vedono le cose con occhi più calmi, appare chiaro che anche quest'ultima crisi non è che un anello di quel continuo processo di revisione e di adattamento, a cui dittature e oligarchie sono soggette al pari di qualunque altro regime. E certo anche stavolta il cambio di guardia' non avviene per caso. Benché si consolidi sempre piti l'impressione che questo abbia soprattutto profonde ragioni di politica economica, non c'è dubbio che attuandolo in quel momento e In quella forma, con tanta solennità e tanto rumore, si voleva raggiungere un effetto più lontano: far intendere che la Russia si considerava pronta a tutte le eventualità, compiere un gesto di prestigio. Comunque, per il momento il pericolo è rientrato, e anche questa settimana drammatica si chiude apparentemente con un nulla di fatto. Se si pensa come si era partiti, all'intransigenza della Cina, alle parole bellicose delle due parti, e soprattutto all'accumulamento a si breve distanza di tante armi pronte a sparare, sembra ancora impossibile. Dobbiamo pensare che incomincia davvero ad agire il freno dell'atomica? Assistiamo in questi giorni a una curiosa gara propagandistica tra russi e americani, ognuno vantando la propria superiorità atomica. Pare che abbiano ragione gli americani. Però tutti sappiamo, e loro per primi, che sono pure questioni accademiche, per¬ chè all'atto pratico l'atomica significa la distruzione garantita per tutti. E forse l'esperienza ha servito in definitiva a spianare la via per quell'armistizio di fatto, che è per il momento l'unico modo di tamponare Formosa. Non bisogna scorI dare mai che alla base di tutto, laggiù, c'è una guerra civile, e che le guerre civili sono le più feroci e le più implacabili, come purtroppo tutti abbiamo provato. Vi figurate voi come l'avrebbe presa il fasc.'smo se, al momento in cui si sentiva più forte, Sardegna, Elba, Pontine, ecc.. fossero state occupate da un governo e da un esercito antifascista, che bombardava ogni giorno i porti e le città tirreniche, diffondeva dappertutto manifesti, seminava agenti segreti, sabotatori e spie? Questo, per Pechino, era press'a poco Ciang. Ritirandolo a Formosa, legandoselo con un trattato che le consentirà di controllare ogni sua mossa, l'America prepara il primo tampone. Per cui si può tranquillamente prevedere che 11 sipario, al prossimo atto, non si alzerà su Formosa, Si alzerà sull'Europa. Torna di scena la Germania, Molotov esce dalle quinte per tenere il primo discorso. Filippo Sacchi

Persone citate: Ciang, Malenkov, Molotov, Nehru