Le basi del nuovo progetto

Le basi del nuovo progetto Le basi del nuovo progetto Roma. 12 febbraio. L'on. Sceiba, che parte domani alle 12,30 dalla stazione Termini assieme al Ministro degli Esteri, Martino, per Londra, dove si incontrerà con Churchill e Eden, è riuscito a condurre in porto il delicato problema del « patti agrari ». Il Consiglio del Ministri nel corso di una riunione interamente dedicata all'argomento, ha infatti trovato stamane un accordo sulla questione che', come è noto, si trascinava da mesi ed aveva portato ripetutamente la coalizione governativa al limite 'della rottura. Occorre dire subito che il compromesso ha provocato un ulteriore inasprimento nei già tesi rapporti tra il segretario del PLI, Malagodi, ed 1 rappresentanti liberali al governo: Ma lag idi, difatti, ha ritenuto « non sufflcentemente soddisfacente » l'accordo raggiunto dal ministri e, in conseguenza, di è appellato al Consiglio nazionale del partito per un giudizio complessivo sul suo operato. Il Consiglio è stato convocato per il 26 del mese in corso e tutta la segre- feria del PLI (11 segretario Malagodi ed 1 vice-segretari Bozzi, Ferioll, Orsello) vi si presenterà dimissionarla. Resta a vedere, quindi, se il supremo organo dirigente del liberali approverà l'atteggiamento dei ministri o quello della segreteria; ad esso, quindi, spetta l'ultima parola sulla spinosa vicenda. Ma non è da escludere, comunque, che esso riesca ad evitare una brusca scelta tra le due posizioni: lo stesso Malagodi, nei chiarimenti che ha fornito stasera sulla posizione della segreteria, ne ha lasciato trapelare — come vedremo — la possibilità. La giornata odierna ha, in ogni caso, sbloccato la situazione; dopo aver riassunto il suo significato politico essenziale, sarà bene riferirne la cronaca, cominciando dalle decisioni del Consiglio dei Ministri sul merito della questione. Le linee fondamentali delle proposte che il governo si è impegnato di avanzare, sotto forma di emendamenti al progetto Gozzi in discussione al Parlamento, sono le seguenti: la durata dei contratti verrà fissata a tre anni per la mezzadria, a sei per l'affittanza ai coltivatori diretti, a nòve per l'affittanza ai non coltivatori diretti, a due per le colonie parziarié e le compartecipazioni. La proroga dei contratti avverrà di diritto alla scadenza, salvo disdetta per motivi di giusta causa. Si ammetterà la facoltà di disdetta con indennizzo (al di fuori, cioè, dei motivi di giusta causa) ogni 9 anni per i contratti di mezzadria, ogni 12 per 1 contratti d'affitto ai coltivatori diretti, ogni 8 per i contratti di colonie parziarié. L'indennizzo sarà pari alla quota di prodotto netto percepito dal mezzadro, colono o compartecipante n«re.hnàta"W 'uscita" o ad una annualità di affitto per l'affittuario. La misura dell'indennizzo sarà, però, ridotta del 50 % per 1 piccoli proprietari, intendendosi per piccola proprietà quella il cui reddito catastale nel triennio '37-'39 non superava le 6000 lire.. Il riparto del prodotto, per la mezzadria, rimane fermo nella misura del 47% al proprietario e 53% al mezzadro. Le norme della nuova legge si applicheranno anche ai contratti in corso o prorogati ope legia con alcune limitazioni che riducono, tra l'altro, della metà 1 termini fissati per l'esercizio del diritto di disdetta. Ognuno di questi punti, che vanno ormai sotto il nome di « compromesso Sceiba » è stato ampiamente discusso, dopo che lo stesso presidente del Consiglio li aveva diffusamente illustrati. Sostanzialmente, tuttavia, la discussione non ha portato a sensibili spostamenti dalle posizioni di partenza: liberali da una parte, socialdemocratici dall'altra hanno cercato di rendere il compromesso più favorevole alle loro rispettive tesi, ma Sceiba non ha avuto grandi difficoltà a dimostrare le complicazioni che l'una o l'altra intransigenza avrebbe provocato. I liberali hanno ottenuto di equiparare il riparto mezzadrile delle zone montane a quello delle altre zone (53 e 47) e per il resto ai sono limitati a chiedere che venisse messo a verbale il loro rammarico per il mancato accoglimento delle altre loro richieste. Le difficoltà più gravi, come si è accennato, non sono provenute dar Consiglio dei ministri ma dalla segreteria del P.L.I. che nelle ultime ore aveva seguito con estrema preoccupazione la trattativa ministeriale temendo, come in effetti è poi avvenuto, che 1 rappresentanti del partito al governo si mostrassero più bendisposti al compromesso di quanto essa desiderava, Alle undici e mezzo, mentre il dibattito consiliare era in corso, Malagodi e Bozzi si sono recati al Viminale per. incontrarsi con De Caro, che li ha1 inessi rapidamente al corrente dell'andamento della discussione. Debbono avergli dato consigli di intransigenza peraltro poco ascoltati che, quando all'una del pomeriggio lo stesso De Caro ha illustrato ai rappresentanti del partito lo schema di compromesso, vi è stato fra i tre uno scambio di idee piuttosto burrascoso. Si è parlato, sul momento, di dimissioni immediate, di « sconfessione > da parte di Malagodi dell'operato dei ministri. Via via che trascorrevano le ore, tuttavia, scemava l'irritamento "e prevaleva una più realistica visione della situazione. Le dichiarazioni rese in serata da Malagodi sono state, difatti, assai più caute e serene di quanto si temesse. Il segretario del P.L.I. riconosce che « in una maggioranza di coalizione nella quale 1 liberali non dispongono che di tredici voti non si poteva pensare di ottenere una legge interamente liberale », precisa che la segreteria « non va cercando aperture da nessuna parte > e rimane < profondamente di centro», e assicura di comprendere € 1 motivi di ordine politico generale che hanno trattenuto i nostri ministri dallo spingere più lontano, la loro opposizione inducendoli a votare, sotto riserva, l'accordo». Polche, peraltro, l'accordo, ad avviso della segreteria, non è sufflcentemen te soddisfacente : e si discosta dalle posizioni fissate dalla direzione, egli ritiene doveroso far giudicare l'azione della segreteria stessa dal consiglio nazionale del partito. In altri termini la segreteria non chiederà al consiglio di pronunciarsi tra la sua tesi e quella dei ministeri; cercherà, quindi, di non approfondire 11 dissidio con 11 centro che ha i suoi esponenti nella delegazione al governo; Toccherà perciò al centro, Se lo vorrà, impegnare la battaglia ed appoggiare l'azione della sinistra. e. f. Malagodl, segretario del P.L.I.

Luoghi citati: Londra, Roma