La Pira ammonisce che il cristiano vince ogni battaglia con la carità di Nicola Adelfi

La Pira ammonisce che il cristiano vince ogni battaglia con la carità IL MONDO DEI POVERI, I COMUNISTI ED IL VANGELO La Pira ammonisce che il cristiano vince ogni battaglia con la carità Parteggiando per gli umili e gli afflitti, dice il sindaco di Firenze, si obbedisce a Cristo e si disarma il comu nismo • Giustizia e bontà per chi lavora e per chi non può lavorare - "Quando Fanfani diventerà capo del governo...,, - Ottimismo e fantasia per veder bene e lontano • "Non considero nessuno nemico per l'eternità,, (Dal nostro inviato speciale) Firenze, febbraio. Se oggi molte chiese sono deserte, se i Sacramenti sono negletti da un crescente numero di persone e il parroco spesso vive in comunità estranee più che nemiche; se in molte case di contadini e operai l'indice della radio oscilla fra l'emittente di Praga e quella di Mosca, e là non st conosce altra parola scritta che non sia apparsa su giornali o libri comunisti; il piccolo, bruno e fervido sindaco di Firenze Giorgio La Pira è sempre più persuaso ch'è venuto il tempo di suonare le trombe cristiane davanti alla nuova Gerico. Mi aveva dato appuntamento nel suo studio al Palazzo della Signoria, nelle stanze del fastoso appartamento che fu già dei Medici. All'ultimo momento, mentre stavo spiando la gabbia dei canarini e la vasca dei pesci rossi che sono ai due lati del tavolo di noce, La Pira mi telefonò di raggiungerlo nella clinica di via Venezia dov'egli vive in una piccola stanza all'ultimo piano; s'era sentito male all'Università, mentre stava esaminando gli studenti della sessione di febbraio. Non lo vedevo da un anno; nonostante il recente malore, mi sembrò in buone condizioni fisiche. Come faccia a non morire, è poco meno di un mistero per i medici quando esplorano l'esiguità dei polmoni, le condizioni precarie dei brc.xchi e in genere la gracilità di tutto l'organismo: sono convinti che La Pira vive più che altro per la forza della volontà, per un miracolo dei fasci nervosi. Ha 50 anni, ma di essi ha trascorso la maggior parte fra privazioni di ogni genere, dopo un'infanzia e una adolescenza fra le più misere e denutrite, dopo una giovinezza spesa fra poco pane e durissimi studi. Ma la fame, le umiliazioni e le privazioni di ieri, il lumicino della vita che oggi minaccia di spegnersi a ogni momento, tutto questo non conta per La Pira, persuaso com'è che la vita è un susseguirsi di istanti e che ognuno di essi sia da viversi con letizia: perciò non è mai depresso, mai in collera, esplode di simpatia per quel che avvicina, uomini e animali, oggetti e pensieri. Ero andato a trovarlo per un messaggio inviato al sindaco di Varsavia in occasione del decimo anniversario della liberazione della città, e che avevo avuto da un collega straniero. Diceva il messaggio di La Pira: € Possano le mura che videro tanto odio, tanto lutto, tanta rovina, veder fiorire per tutti i cittadini e per il loro amato capo spirituale Cardinale Arcivescovo fraterna amicizia, operosa pace e serena libertà ». I tempi mutano Come mai, domandai, proprio in questi tempi di discriminazione ufficiale fra comunisti e non, La Pira mandava messaggi di amicizia ai comunisti di Varsavia e alla moglie del federale comunista di Firenze, arrestato qualche settimana fa sotto l'accusa di corruzione t La Pira, ch'è uomo di ottimismo indomabile, mi rispose con le trombe di Gerico. Più è reso profondo, invalicabile il burrone fra le due opposte sponde e più è certa la sconfitta della società cristiana. Ritiene La Pira che il vero guaio dei capi attuali del campo democratico sia la mancanza di fantasia; vivono tutt' oggi sotto l'ipnosi del 19.J6. Pensano di guadagnare con espedienti il terreno elettorale. E' sbagliato, come m genere lo sono tutti gli espe- dienti che ci fanno correre il rischio di vincere molte battaglie fuorché l'ultima. E' il destino che attende l'attuale classe dirigènte italiana, sostiene La Pira. Può anche darsi che, consentendo alle suggestioni dei ricchi e dei nazionalisti, riesca a vibrare colpi tremendi contro i dieci milioni di socialcomunisti; e certamente sotto la violenza di quei colpi, molte migliaia e centinaia di migliaia di disoccupati, contadini e operai finiranno col distaccarsi dal P.C.I. e dal P.8.I. Ma come si comporteranno questi timidi o pavidi nel segreto delle urne, quando nessuno starà a controllare quel che la loro coscienza, o il sentimento di vendetta o un moto a lungo represso di ribellione, gli detterà davanti alla schedai Ha perciò ragione Togliatti di rallegrarsi' per le misure di discriminazione progettate contro gli aderenti al suo partito; e certamente non si sbaglia quando confida che il tempo stia lavorando a vantaggio del suo partito. Una volta che si pensa li isolvere i problemi soaali, sostanziati dalla -fame e dall'ignoranza, da ingiustizie che spesso spingono masse di cittadini dai confini del dramma nel clima della tragedia, da sperequazioni così assurde che non si sa se fanno più ridere o piangere; ebbene, una volta che si pensa di risolvere siffatti problemi con i soli principi dell'ordine pubblico o con palliativi, le nuove vittorie del comunismo sono inevitabili, sicurissime. Ma per fortuna, dice La Pira, i tempi stanno mutando. Nello stesso partito di maggioranza cresce di giorno in giorno il numero di coloro che si stanno accorgendo dell'errore seguito finora. Prendere coscienza dell'errore è lo stesso che cercare la strada buona; e non è davvero difficile trovarla per noi cristiani, afferma La Pira. Basta essere cristiani. E' sufficiente amare il prossimo, sia pur esso comunista; basta parteggiare per i poveri, per gli afflitti, gli umili e gli oppressi. Per i cristiani, più che il concetto della proprietà, è quello del lavoro che conta: diamo perciò a chi lavora una congrua parte dei beni di questo mondo, e diamo a chi non può lavorare, siano essi vecchi o cambini, invalidi o donne, tutta l'assistenza che ci è possibile. Adoperandosi in questo modo all'avvento del regno di Dio, i cristiani, da una parte e soprattutto, compiranno il loro dovere, dall'altra otterranno lo scopo secondario di disarmare i comunisti, di renderli innocui e superflui; in una parola, i cristiani potranno salvare la città terrena solo tenendo gli occhi fissi alla città celeste. Le porte aperte Si tratta di utopie t II dubbio non attraversa nemmeno per un attimo lo sguardo di La Pira. Sono senz'altro utopie per chi non pensa alle regole di Cristo; per chi fa precipuo affidamento sulla propria furberia e sulla stupidità del popolo. Ma non sono utopie per chi guarda davanti'a sé e lontano; insomma per chi ha fiducia nell'insegnamento di Cristo e tanta fantasia quanta ne occorre per afferrare il significato di questo nostro ventesimo secolo. Ma se questa à la situazione attuale, condtsionata dalla cecità e dall'immobilismo de ali uni e dagli incessanti acquisti dt anime degli altri, dove La Pira attinge il suo ottimismo t La fonte immediata e concreta delle sue speranze si chiama Amintore Fanfam Ma l'attaccamento alla democrazia dt Fanfani non è come diret, labilet Risponde La Pira: * Sia¬ mo della stessa covata, Dossetti, Fanfani e io. Certamente il concetto della libertà di Fanfani non è quello individualista, dei liberali; ossia di neutralitd fra chi ha e chi non ha. Ma quando fra un anno) diventato padrone del Partito, diventerà il capo del Governo, cominceranno le vere riforme, quelle di struttura, destinate a dare più pane, e perciò più libertà, a c/ii oggi non ha pane e perciò nessuna libertà. Il regno di Dio, se ora è in cammino nella coscienza di moltil fra un anno comincerà a concretarsi anche sotto il tetto dei più». E poiché le cose degli uomini sono ' in continuo divenire, verrà il giorno in cui anche Fanfani avrà compiuto la sua missione e dovrà cedere il passo ad altri. Forse, dice La Pira, ai socialisti. Cerchiamo di avere im¬ maginazione, di guardare lontano. E conclude: <Per quel che mi riguarda, nel mio piccolo, tengo le porte aperte all'avvenire,,all'imprevisto, all'occasione favorevole; non considero nessuno nemico per l'eternità; nessuno, per quanto lontano da me irrecuperabile alla fratellanza. Gli inglesi dicono che non è mai cosi buio come prima dell'alba. E continuamente nei libri degli storicisti sentiamo parlare delle invenzioni della storia, e in quelli dei cattolici dei decreti della Provvidenza. Quel che importa è non murarsi dietro le proprie ragioni, per quanto ottime esse siano, ma aver fiducia nell'avvenire, uscire dall'indolenza mentale, guardare lontano; con fantasia, quando occorre. Qualcosa accadrà». Nicola Adelfi

Luoghi citati: Firenze, Gerico, Mosca, Praga, Varsavia