Colloqui a Londra e Mosca per risolvere la crisi di Formosa di Riccardo Aragno

Colloqui a Londra e Mosca per risolvere la crisi di Formosa Colloqui a Londra e Mosca per risolvere la crisi di Formosa Eden ha ricevuto ieri al Foreign Office il Primo Ministro Nehra e l'ambasciatore degli Stati Uniti - Il piano anglo-indiano per un graduale compromesso sarebbe "raccomandato,, dall'America alla Cina nazionalista e dalla Russia al governo di Pechino - La lenta orione diplomatica sembra destinata al successo (Dal nostro corrispondente) Londra, 11 febbraio. Due visitatori importanti si sono seguiti oggi nello studio del miniatro degli Esteri air Anthony Eden al Foreign Office. Prima il Pandit Nehru e poi l'ambasciatore americano Aldrich. I/argomento, se ne. deduce, era Formosa (ma non necessariamente soltanto Formosa). In realtà l'ambasciatore americano aveva fissato l'appuntamento con il ministro degli Esteri britannico già da una settimana, e il suo ufficio-stampa assicura che la convocazione aveva per oggetto un giro d'orizzonte di normale carattere, sebbene ovviamente il problema Formosa sta stato discusso fra i due statisti. Quanto all'incontro fra Nehru ed Eden, il segreto è anche più profondo. Con ogni probabilità, il Primo ministro indiano era ansioso di conoscere quanto il Segretario di Stato americano Dulles aveva detto martedì all'ambasciatore britannico. L'azione diplomatica internazionale segreta, che è stata decisa dopo il rifiuto di Pechino all'invito del Consiglio di Sicurezza, continua a ritmo abbastanza lento, ma continua. Gli appclly reciproci alla moderazione, a quanto pare, hanno finora avuto buoni effetti. La evacuazione delle isole Tachen si è svolta con una calma qui considerata soddisfacente anche se un poco sorprendente. Tra l'opposizione laburista britannica si verifica ora una certa fretta di sentir annunciare il ritiro delle forze di Ciang Kai-scek da Quemoy e Matsu, ma il governo britannico non condivide questa fretta. Sebbene Eden abbia dichiarato ai Comuni che le- isole costiere appartengono evidentemente alla Cina comunista, ed è quindi desiderabile che a questa ritornino, il governo britannico non ha alcun motivo di fare pressione sugli Stati Uniti perchè sia accelerato il più possibile questo futuro passo. Nè forse la fretta sarebbe desiderabile: le due iso-lette possono essere preziosa moneta di ' . a l , a , è i ù . i scambio con Mao tative. nelle traf¬ oro che le linee generali della politica di Washington verso Ciang Kai-scek sono chiare, è assai meglio che lo sganciar mento americano si attui con una certa lentezza ohe bilanci tanto la necessità dell'opinione pubblica americana, quanto la fretta dei comunisti cinesi, senza far precipitare il problema finale di Formosa prima che la diplomazia abbia avuto il tempo di pensare chiaramente al futuro. Fra l'altro, la stessa Gran Bretagna non ha alcun interesse ad un eccessivo indebolimento di Ciang Kai-scek: in varie zone dell'Asia sud-orientale essa conduce campagne anticomuniste, politiche o militari, che hanno come perno la collaborazione delle popolazioni locali. Quella gente vede ancora in una certa misura Ciang Kai-scek come un baluardo anticomunista, e la sua caduta immediata avrebbe pertanto un effetto depressivo su certe zone di vitale interesse per l'Inghilterra. Contemporaneamente ai negoziati confidenziali in corso a Londra, la diplomazia inglese (sempre sostenuta da quella indiana) sta conducendo trattative a Washington e — fat to assai più importante — a Mosca. Viene confermato oggi che l'Ambasciatore britannico Hayter è tornato mercoledì da Molotov, gli ha presentato la risposta del Foreign Office alla proposta russa di indire una conferenza delle dieci Potenze, e probabilmente gli ha rivelato nelle grandi linee quale sarebbe il piano di compromesso anglo-indiano per Formosa. L'ambasciatore americano a Mosca, Charles Bohlen, non ha avuto alcuna parte diretta nei negoziati confidenziali HayterMolotov, nè si è recato in questi giorni al Cremlino, ma indubbiamente è stato tenuto al corrente .dei passi inglesi, e la sua opinione di eaperto Ai cose aovietiche pud avere anzi un 0.e?tojg8Q.r salvazione ,dBl.faXle- ga britannico. Anche l'Incaricato di affari indiano ha visitato Molotov; questi ha poi convocato l'ambasciatore della Cina comunista: altrettante conferme di un tentativo di mediazione Eden-Nehru fra Washington e Pechino. Secondo indiscrezioni di buona fonte, i governi di Londra e di Nuova Delhi, con l'appoggiò del Commonwealth, avrebbero preparato un piono di compromesso o lunga scadenza, e lo presenterebbero a Mosca ed a Washington. Il governo russo dovrebbe premere su quello di Pechino perchè esso venga accettato dalla Cina comunista; la Casa Bianca eserciterebbe intanto analoga opera di pressione e di persuasione sul governo della Cinp. nazionalista. E' questa un'azione lenta, difficile, a lunga scadenza, ma sembra la sola capace di condurre prima àd .una tregua e poi alla pace. Le isole Quemoy e Matsu dovrebbero -f a quanto sembra — essere sgomberate dai nazionalisti appena Mao Tse-tung avesse accettato una tregua d'armi almeno in linea di principio. Le due isolette, in/atti, appartengono giuridicamente, alla Cina, ed inoltre sono tanto vicine alla costa che il loro possesso da parte di Ciang Kai-scek può costituire un perenne motivo di rischi mortali. Viene scartata, per ora, l'ipotesi di una conferenza c plenaria» sul tipo di quella di Ginevra, mentre non ha alcuna probabilità di attuazione la proposta russa di conferenza a dieci. Attualmente sembra al Foreign Office che soltanto negoziati segreti attraverso i tramiti diplomatici possano avere successo; e più eh? mai viene tenuta presente la felice soluzione, con questo sistema, della lunga, aggrovigliata, pericolosa questione di Trieste. Riccardo Aragno