Nessun invito a Zukov di Gino Tomajuoli

Nessun invito a Zukov Nessun invito a Zukov Una visita del ministro sovietico a Washington è giudicata per ora inattuale - Il compromesso tra partito e Armata Rossa forse è provvisorio (Dal nostro corrispondente) Washington, 10 febbraio. I rapporti da Mosca degli osservatori americani più. qualificati giunti oggi a Washington, fanno ritenere al governo statunitense che i cambiamenti nelle gerarchie sovietiche significano in primo luogo il ripristino della dominante influenza del segretario del partito comunista nel governo della Russia e, poi, t'aumento di potere e di influenza- dell'elemento militare su quello civile. ■ Se ne deduce che la politica èstera sovietica assumerà forme ancor meno concilianti che in passato ma che, in sostanza, proprio la considerevole influenza attribuita ai capi militari escluderà ogni ricorso ad avventure militari. Mai come ora, infatti, elementi militari circonfusi di grande prestigio popolare e di inattaccabile fede politica hanno esercitato tanto vasti poteri sul i/ovelilo, • Può essere che l'alleanza tra Kruscev, Bulganin e Zukov sia destinata a terminare non l'eliminazione del secondo e la ascesa del primo, dàlia dominante carica di segretario del partito, à quella di dittatore assoluto. Ma nessuna indicazione esiste finora di una <purga> dell'elemento militare, simile a quella che nel 1SS7 eliminò oltre un quarto degli alti ufficiali sovietici. Per il momento almeno, tutto fa ritenere che nella lotta per il potere' suprèmo in corso fra i capi sovietici dal giorno della morte di Stalin, partito e forze armate siano coalizzati sia per proteggere da ogm minaccia esterna la soluzione della crisi delVagricoltvra, che assorbirà per parecchi mesi l'attenzione dèi partitole del governo, sia per impedire odia burocrazia ed a taluni politici di impegnare la Russia in una politica estera non commisurata alle esigenze delle forze armate. Oli esperti americani ritengono, infatti, ohe gli elementi militari sovietici — pur vantando, e con molta fondatezza, gh straordinari progressi, compiuti dalla Russia nel campo delle armi termonucleari e, in genere, della preparazione bellica — siano acutamente consapevoli dell'insuffictenza di questa relativa superiorità per affrontare una politica estera rischiosa. Essi non escludono, però, che i capi sovietici, domiìiati come sono dall'incubo dell'accerchiamento capitalistico e dal timore ohe il mondo occidentale mediti seriamente di provocare la disgregazione dell'impero comunista, useranno la grande potenza militare della Russia per rafforzare in ogni modo le posizioni oggi occupate dot comunisti, direttamente od indirettamente, in Europa e Asia. Ciò significa, in particolare, che se mot il regime Malenkov fosse stato incline a negoziare con l'Occidente il problema della riunificazione della Germania e del trattato di pace con l'Austria, ora tale negoziato diventa ancor più improbabile. In Europa la situazione militare e politica reciproca fra mondo occidentale e mondo comunista deve ritenersi cristal* lizzata e, con U sopravvento dei militari sovietici, praticamente non mo-dificabile, In Estremo Oriente^ invece, la cristallizzazione non può essere nemmeno tentata ed è colà, quindi, che la situazione potrà condurre a pericolose frizioni'fra gli obiettivi di consolidamenti .militare del comunismo, mediante la {completa esclusione degli occi¬ dentali e dei loro associati ed i piani di rafforzamento difensivo del mondo libero. A bilanciare questa previsione pessimistica, interviene però il fatto della scelta di Zukov che gli statisti americani amano giudicare un uomo pieno di moderazione, un sottile manovratore di forze militari ed un realista. Uomini come Zukov non sono nè per natura, né per educazione • inclini alle avventure, sicché pud essere accettata, almeno provvisoriamente, l'ipotesi che considerazioni militari di notevole moderazione verranno comunicate anche a Pechino, insistendo soprattutto . sul fatto che l'Unione Sovietica ha bisogno, ora che si è conquistata la sicurezza militare adeguata a respingere ogni progetto di ipotetica invasione capitalista, di un lungo periodo di tempo per adeguare la produzione di derrate agricole alle esigenze di una macchina industriale in continua espansione. Queste considerazioni relativamente rassicuranti degli esperti americani trovano una conferma marginale, questa sera, nel fatto che il presidente Eisenhou-er senza più attendere altre notizie da Mosca o discutere altre ipotesi con i suoi consiglieri, se ne è andato in Oeorgia per un breve periodo di riposo che dedicherà alla caccia delle quaglie. Egli ha rinviato la riunione del Consiglio Nazionale di Difesa a data ulteriore non precisata; ha conferito con Dulles, con il capo dello Stato Maggiore generale amm. Radford p con alcuni leaders parlamentari, poi ha preso il suo aereo personale ed ha iniziato alcuni giorni di vacanza. Ma non possono essere prese seriamente, per ora, le congetture avanzate da più parti stamane su un possibile incontro tra Zukov e Eisenhower, o su un invito del presidente al nuovo ministro sovietico delta Difesa. I cordiali rapporti esistiti durante la guerra fra i due generali, sono una cosa; la possibilità di un incontro fra i due statisti, un'altra cosa ben diversa. Trattative dirette potrebbero avvenire solo in futuro, in una situazione diplomatica assai diversa, e quando fosse almeno iniziata la soluzione di taluni gravi problemi, come lo statuto di Formosa e l'unità tedesca. Qualche ndicazione concreta sui nuovi orientamenti della politica comunista potrà èssere fornita dalla nota che il governo di Pechino ha inviato oggi al segretario delVO.N UIl Primo Ministro cinese <hn risposto al secondo invito che « Mister H » aveva inviato al governo cino-comunista, chiedendogli di mandare una tua delegazione per discutere la tregua nello Stretto di Formosa. La nota cinese è ancora segreta, e quindi ogni indiscrezione sul suo co?ifenuto deve essere presa con grande cautela; \pare, tuttavia, che issa contenga un < no > meno mtransigente del precedente messaggio del 3 febbraio. Gino Tomajuoli

Persone citate: Dulles, Eisenhower, Kruscev, Malenkov, Radford, Stalin