Washington disposta a riconoscere le due Cine? di Gino Tomajuoli

Washington disposta a riconoscere le due Cine? Washington disposta a riconoscere le due Cine? Dalles sollecita la ratifica dell'alleanza con CiangKai scek-E* probabile che gli S. V. chiedano all'ONU l'invio di osservatori a Formosa (Dal nostro corrispondente) Washington, 7 febbraio. Le autorità americane al dichiarano convinte che se nazionalisti e comunisti continueranno ad essere cauti e se, soprattutto, 1 secondi non drammatizzeranno gli involontari dirottamenti fra le nubi di qualcuno dei più che quattrocento aerei che « coprono > la VII Flotta, si arriverà alla fine dell'evacuazione delle Tachen con 1 nervi rovinati dalla tensione, ma senza aver provocato 11 peggio. Dopotutto, si ftfferma in privato al Dipartimento di Stato, i cinesi non possono essere cosi pazzi dal dimenticare che a nemico che fugge si possono ben offrire ponti d'oro. D'altra parte sia le autorità militari americane che quelle politiche hanno preso eccezionali misure per ridurre al minimo la possibilità di incidenti: in particolare hanno eccezionalmente comunicato per grandi linee tutti gli spostamenti e la dislocazione delle unità della flotta e la durata approssimativa delle manovre per la evacuazione. Pechino, quindi, non può sostenere di non esser stata preventivamente avvisata nè può continuare a dare all'operazione americana il carattere di una provocazione o di un tentativo di intimidazione. Insomma, tutto dovrebbe procedere con ordine. Questa è, del resto, la convinzione espressa anche oggi alla commissione per gli Affari esteri del Senato dal Segretario di Stato Dullea di fronte alla quale è apparso per illustrare la portate del patto di alleanza concluso con la Cina nazionalista e per sollecitarne la immediata ratifica. Dulles ha detto di dubitare che 1 comunisti vogliano davvero fare la guerra se gli Stati Uniti non annullano il trattato di alleanza con Formosa. Egli non ha alcun motivo di dubitare, però, della decisione comunista di sondare la fermezza degli americani. Quando Pechino si renderà conto — ha detto Dulles — che gir Stati Uniti non intendono mercanteggiare sulla difesa di Formosa e delle Pescadores (egli ha evitato ogni esplicito accenno alle Matsu e a Quemoy) la situazione sarà chiarita per il meglio. Indirettamente, poi, Dulles hi. confermato a Pechino che la Cina non ha da temere alcuna avventura da parte di Clang Kal-scek, polche il trattato stipulato In dicembre esclude l'inizio di operazioni militari nazionaliste senza 11 preventivo accordo con gli Stati Uniti; in altre parole, Washington è decisa fermamente a difendere Formosa, ma anche preparata, ormai, a meno di attacchi e provocazioni comuniste, a riconoscere lo stato di fatto della esistenza di due Cine. Una prova di questa importante modificazione del rigido atteggiamento americano del passato, si ha dalle scarse e frammentarie indicazioni sull'intenso lavoro diplomatico dietro le quinte che si sta intes¬ nitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sendo fra Washington, Londra, Nuova Delhi, Pechino e Mosca, sia per assicurare nello Stretto di Formosa un armistizio de facto, se non di diritto, al fine di diminuire l'attuale pericolosa tensione militare, aia per riaprire la porta ad una conferenza con i comunisti cinesi e negoziare legalmente la esistenza delle due Cine. In primo luogo acquista credito la indiscrezione fatta stamane dal New York Times, secondo la quale gli Stati Uniti stanno per chiedere all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di Inviare a Formosa alcuni osservatori per sorvegliare sul posto le operazioni di evacuazione e per dimostrare così la correttezza dell'operato americano. Sebbene la Informazione sia stata seccamente smentita dal Dipartimento di Stato, vi è motivo di credere che il passo sia stato fatto. Ciò che importa sottolineare, ad ogni modo, è che il governo americano si preoccupa di rassicurare Pechino e Mosca e l'opinione pubblica mondiale sulla fondatezza delle sue professioni di fede pacifiche. Gino Tomajuoli

Persone citate: Dulles, Matsu