Lo scolaro morì impiccato mentre giocava all'altalena

Lo scolaro morì impiccato mentre giocava all'altalena Lo spaventoso racconto della sorella del bimbo di Baveno Lo scolaro morì impiccato mentre giocava all'altalena Una fune appesa a un ciliegio gli serviva per divertirsi: volle ancora fare un salto prima di andare a scuola (Dal nostro inviato speciale) Baveno, 19 gennaio. Oggi pomeriggio tutti gli abitanti di Feriolo hanno accompagnato alla sepoltura Franco Galli, il bimbo di 8 anni atrocemente morto impiccato. E tutti avevano gli occhi rosst di pianto, anche i pia vecchi scalpellini, i pescatori, i contadini di quest'ansa appartata del Lago Maggiore. \1\ , dramma della famiglia Galli ha suscitato una profonda commozione. Stamane lo zio della piccola vittima mentre raccontava come si era svolto il luttuoso episodio era scosso da un tremito e nell'oc |costarsi all'albero dov'è stato ritrovato penzolante il corpo del fanciullo non ha potuto trattenere i singhiozzi- Questo albero — un ciliegio — che sorge a mezzo d'un vigneto, dietro la casa dei Galli, resterà come un incubo. Sulla cortec Cja d'un ramo sono rimaste im- presse le tracce della fune che ha uccìso un bimbo di otto anni mentre giocava. L'inchiesto condotta con particolare zelo dai carabinieri di Stresa' può considerarsi praticamente conclusa, anche se i verbali ancora non sono stati trasmessi alla magistratura. Ed attraverso una rigorosa ricostruzione dei fatti si sono potute dissipare quelle ombre che in. un primo tempo avevano lasciato un'indicibile ango-.. scia. Nessuno ha colpa della \iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiui .. tragica fine di Franco. Soltanto il destino, una crudele ed assurda fatalità ha voluto stroncare questa giovane vita. Il luttuoso episodio è stato chiarito nei suoi termini esatti quando si è potuta interrogare la sorella sedicenne del fanciullo: Miranda, a cui ier* pomeriggio toccò la dura sorte di scorgere il corpicino penzolante. La ragazza è stata per molte ore in preda ad uno choc nervoso che ha fatto temere spiacevoli conseguenze, ma verso sera si è ripresa ed ha potuto finalmente parlare. < Erano le due circa dopo \mezzogio/no — ha raccontato piangendo — quondo mi affacciai sul prato posto dietro casa nostra per raccogliere dei panni stesi al sole. MenWero intenta a questa faccenda alzai gli occhi e scorsi Franco lega to per una fune ai ciliegio. Il suo corpo penzolante sussultava. Mi .senta raggelare e subito corsi verso di lui invocandolo per nome. C'era una scala appoggiata all'albero. Salii due o tre pioli e sganciai il povero Franco da un largo nodo fisso ai quale era appeso per il mento. Era caldo, respirava, sebbene il suo viso fosse paonazzo. Stringendolo al seno corsi verso casa, ma percorsi pochi passi le forze mi mancarono, Credo di aver perso i sensi per qualche secondo e quasi con temporaneamente di aver invocato soccorso. Non so, non pos- uiiiiiiiiiii iiiiiimiimiiimitiiiiiiiiiimimii» so dire con esattezza, tutto mi roteava attorno. Nel riprendere coscienza vidi accanto a me il papà e, purtroppo, la mamma. Il resto lo sapete, non fatemelo ripetere, vi prego >. Il < resto y era l'epilogo della tragedia. Invano quella povera gente spaurita tentò di richiamare in vita Franco. Il piccino si spegneva quasi subito. La fune, comprimendogli la carotide, lo aveva strozzato. La realtà era cosi incredibile che si telefonava ugualmente al dott. Mazzali di Baveno il quale, pur essendo accorso nello spazio d'un quarto d'ora, non poteva che constatare la morte per strangolamento. I carabinieri, successivamente intervenuti, stabilivano che la fune ancora legata all'albero mediante un nodo scorsoio (mentre scorrevole non èra il nodo a cui Franco rimase impiccato) proveniva dalla ■stalla. Una fune per metà sfilacciata, comunemente usata per legare i bovini alla greppia. Franco più volte in passato, servendosi di corde del genere, si era allestito una rudimentale altalena presso quell'albero di ciliegio. Molto probabilmente ieri pomeriggio prima di recarsi a scuola egli era accorso nel vigneto e, vivace com'era, si era afferrato con le due mani alla corda penzolante per farsi oscillare. Ma d'un trattò le forze dovevano mancargli ed egli finiva con il capo nel nodo. Una disgrazia assurda. Naturalmente prima di giungere a questa conclusione si sono affacciate attre ipotesi e, tra l'altro, si è pensato che con Franco potesse esservi qualche suo coetaneo, forse in parte colpevole dell'accaduto. Viceversa al momento in cui Franco usciva di casa, i suoi compagni (che sono una ventina in tutto, ciascuno dei quali è stato interrogato) già erano a scuola. D'altra parte la vita della far miglia Galli scorreva serena. Il padre è scalpellino ed agricoltore e la madre accudisce alle faccende domestiche insieme alle figliole Josanna di SI anno e Miranda di 16, mentre Ferruccio, il fratello tredicenne di Franco, già è in grado di aiutare suo zio spedizioniere. Franco, il più piccolo della famiglia, era coccolato da tutti quanti ed appariva sempre vispo e smanioso di giocare. Nè letture, nè fllms possono in qualche,modo aver influito su di lui poiché egli frequentava il cinematografo molto raramente e alle letture preferiva le corse nei prati. E questa stessa vivacità, quasi certamente, doveva essere causa della sciagura. T. g. lllllllllllliitlllllllillllllllllllllllllllllllllttllllllfll bimbo Franco Galli

Persone citate: Franco Galli, Galli, Mazzali

Luoghi citati: Baveno