Secchia non è confermato vice-segretario del partito

Secchia non è confermato vice-segretario del partito IMPROVVISA DECISIONE DOPO LA CONFERENZA DEL P.C.I. Secchia non è confermato vice-segretario del partito Egli è sloto designalo segretario regionale per la Lombardia - Il provvedimento giudicalo come un monito agli oppositori di Togliatti - Domani l'elezione del capo dei parlamentari d.c. - Gli avversari di Fontani appoggiano Andreotti contro Moro Roma, 18 gennaio. Un laconico comunicato del partito comunista ha informato, stasera, che il sen. Pietro Secchia è stato rimosso dalla carica di vice-segretario del PCI, che ricopriva da molti anni, e nominato segretario regionale per la Lombardia. « La direzione del POI — dice il comunicato — riunita il 18 gennaio, ha confermato il compagno Palmiro Togliatti nella carica di segretario generale dei partito ed a compagno Luigi Longo nella carica di vicesegretario generale. Sono stati designati a far parte della segreteria del partito i compagni Palmiro Togliatti, Luigi Longo, Giorgio Amendola, Arturo Colombi, Edoardo D'Onofrio, Giancarlo Pajetta, Mauro Bcoccimarro. Il compagno Pietro Secchia è stato designato a coprire il posto di segretario regionale del partito per la Lombardia. La direzione ha quindi proceduto alla designazione dei responsabili delle principali commissioni di lavoro costituite presso 0 Comitato centrale, nel modo che verrà in seguito reso pubblico ». La composizione della nuova segreteria è identica alla vecchia, eccettuata la rimozione di Secchia e l'inclusione di Colombi, che era, sino a ieri, il segregarlo regionale lombardo. Nessun comunista ha voluto aggiungere considerazioni ed osservazioni al comunicato ed ogni'ricerca di ulteriori notizie sulla riunione della direzione e sui provvedimenti che potranno essere presi nei riguardi degli altri esponenti di cui si era fatto 11 nome come seguaci del- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii o o o i o a e la corrente Secchia (da Teresa Noce a Moscatelli, da Seniga a Cicalini) sono riuscite, di conseguenza, vane. L'opinione prevalente è che Togliatti intenda seguire anche in questa circostanza, che indubbiamente è la più grave che abbia dovuto fronteggiare all'interno del partito, la tattica < cauta e possibilista > che gli è caratteristica. La rimozione del vice-segretario è intesa come un primo avvertimento, i cui eventuali sviluppi sono condizionati all'arrendevolezza che i dissidènti dimostreranno nel futuro. Lo stesso Togliatti, nel discorso conclusivo che ha pronunciato nella recente conferenza, ha fatto capire chiaramente quali potrebbero essere i capi d'accusa: connivenza con la -polizia e ricerca d'aiuti presso gli avversari borghesi. Il « caso comunista > è stato l'episodio più significativo della giornata politica; ma non è stato il solo e converrà considerare con uguale attenzione anche quanto sta avvenendo — o per lo meno si sta profilando — in seno alla D. C. Si è riunito infatti oggi a Montecitorio il gruppo parlamentare D.C. della Camera sotto la presidenza dell'on. Moro, con la partecipazione del presidente del Consiglio on. Sceiba, del segretario politico on. Fanfani e del ministro del Tesoro, on. Gava. Il presidente on. Moro ha dato comunicazione della proposta, presentata nel corso della stessa seduta da 61 deputati, di modificare il regolamento del gruppo per quanto riguarda l'elezione del comitato direttivo, nel senso di adottare per èssa la proporzionale in luogo dell'attuale maggioritaria. Preso atto che le elezioni del direttivo sono fissate per il 28 gennaio, si è convenuto di riu.lnlre.41 gruppo entro, tre giorni, per. la discussione della proposta avanzata, méntre le elezioni per. la nomina del nuovo presidente del gruppo saranno tenute il 20 gennaio. La preannunciata battaglia procedurale sul sistema con cui dovrà essere eletto il nuovo direttivo del gruppo (e sarà 11 caso di notare la sempre più accentuata tendenza a nascondere dietro problemi procedurali i più sostanziali contrasti di fondò politico) si è risolta quindi in una scaramuccia: si è visto che i favorevoli alla proporzionale non sono centoventi, come i loro portavoce avevano annunciato, ma solo una sessantina; e si è inoltre deciso di discutere la questione venerdì, vale a dire dopo l'elezione del presidente. E' stato invece confermato che a questa elezione Andreotti si presenterà come candidato di tutti 1 gruppi di minoranza contro l'attuale presidente Moro, uno del maggiori esponenti del gruppo dirigente. L'ex ministro dell'Interno raccoglierà i voti di tutti gli « antifanfaniani >, da Gronchi a Pei la, da Tognl a Marazza a Gonella a Rubinacci ad Aloisio, con tutti 1 loro seguaci e, poiché il tentativo appena ve¬ lddilpncuftpm , lato è di rivendicare per Andreotti contro Fanfani la « erediti-» di De Gasperi, si può immaginare le polemiche che la vicenda ha. provocato. Il segretario della D. C. rompendo la sua nota riservatezza, non esita a identificare nella coalizione degli ,« andreottiani > un tentativo di rovesciare la formula su cui si appoggia l'attuale governò, senza preoccuparsi di definire prima la necessaria «formula di ricambio », E negli ambienti dei partiti alleati non si esita ad esprimere preoccupazioni analoghe. < Quale politica farebbe il gruppo democristiano se fosse presieduto dall'on. Andreotti? » si chiede un portavoce di tali ambienti. «Quella di Fella o di Gonella, di Togni o di Aldisio, di Cappi o di Marazza? >. Andreotti si è voluto quest'oggi incontrare con Moro per significargli che la sua candidatura non ha alcun significato di carattere personale. E' chiaro, però, che il gesto non diminuirà minimamente l'asprezza del confronto. La lotta sarà serratissima e si risolverà con uno scarto di pochi voti per quanto le previsioni più attendibili non pongano in dubbio la vittoria di Moro. In serata, a Montecitorio, Sceiba, Saragat, De Caro e Matteotti, hanno avuto uno scambio di idee sulla situazione generale. E' stato un bilancio abbastanza positivo per la riapertura del Parlamento, che ha visto la compattezza della maggioranza riconfermata sia nelle votazioni al Senato, sia nell'impegno confermato dal d. c. di dare domani, senza esitazione, la fiducia all'operato del Sottosegretario alle pensioni di guerra, on. Preti. La riorganizzazione della opposizione interna della D. C. ha gettato naturalmente qualche ombra su tale bilancio. L'on. Sceiba, secondo quanto si assicura, ha dichiarato tuttavia che, a suo avviso, « l'attuale governo ai avvia-ad «anW U governo «di maggior durate cHe 11 Paese ha avuto nel dopoguerra». Domattina, alle 11, al Mini stero dell'Agricoltura terrà la sua prima riunione il Comitato incaricato di ricercare una soluzione concordata per la futura regolamentazione dei patti agrari. I tre ministri che lo compongono, e cioè Medici (d.c), Vigorelli (p.s.d.i.) e De Caro (p.l.i.), hanno avuto quest'oggi una serie di contatti con gli esponenti del rispettivi partiti. Così Medici s'è incontrato con Fanfani, con l'exminlstro dell'Agricoltura sen. Salomone; De Caro con Malagodi e Bozzi, e Vigorelli con Matteo Matteotti. Il P.S.D.I. non nasconde la sua soddisfazione, per la decisione del Governo, Pi segretario, Matteotti, ha dichiarato: « Noi interpretiamo la deliberazione del Consiglio dei ministri nel senso Che il Comitato incaricato di risolvere il problema della legge sui contratti agrari debba prendere a base del suo lavoro il progetto Segni del 1948, nel quale l'Istituto della giusta causa è accolto come principio fondamentale - illimitato nel tempo. Una delle nostre principali istanze è stata, dunque, accolta ». e, f,

Luoghi citati: Cicalini, Lombardia, Roma, Seniga