II fumo della sigaretta può sciupare un volto di donna di Angelo Viziano

II fumo della sigaretta può sciupare un volto di donna II fumo della sigaretta può sciupare un volto di donna Sulla pelle, specchio delle emozioni, sono segnalati avvenimenti interni - La lesa iunziorìalità cutanea -1 lattari esterni - Dermatosi guarite con la suggestione - Che cosa significa un prurito Il fumo di sigaretta, incolpato un tempo di favorire l'angina di petto, incriminato più recentemente di fomentare il cancro del polmone, lo troviamo ora nuovamente sul banco degli imputati per una colpa certo assai meno grave, ma nondimeno noiosa per le signore. E' citato come reo di lesa «-eudermia >, quanto dire capace di manomettere lo stato ideale di equilibrio funzionale, di bellezza e sanità della pelle. Il suo modo d'agire è lesto: per contatto modifica' quel grado ottimale di acidità necessario alla superficie cutanea per respingere già da sola e spontaneamente l'offesa di alcuni agenti nocivi esterni, microbi compresi. Ora se l'affacciato rischio del fumo per il cuore o per l'apparato respiratorio non ha sostanzialmente ridotto il consumo del tabacco, chi può pensare che la donna, per salvaguardare lo splendore del volto, sia propensa ad astenersi dal portare la sigaretta alle labbra? Essa conta molto e forse troppo già sulla pretesa efficacia di certi mezzi di cosmesi, anche contro i danni di altri' fattori lesivi più grossolani; per cui c'è da credere che pure di fronte alla nuova, notizia penserà di ovviare al danno ricorrendo a mezzi prontamente riparativi, anziché agendo in via preventiva. E' necessario, pertanto, Informarla senza indugio che, per ripristinare l'integrità cutanea di mano in mano che si altera, non ci si può limitare ad applicazioni esterne, ma occorre un tenore di vita misurato, soggiorno salubre, regolarità di orarlo almeno nei pasti e nel sonno, dieta appropriata. Il che equivale a sottolineare che la pelle risente non soltanto le ingiurie dei molteplici fattori esterni (atmosfera viziata, esposizione <sportiva> ad elementi climatici vari senza equa assuefazione, irrazionale « pulizia > della cute, incongrua «cosmesi) non sostanze inopinatamente offensive), ma anche e non poco gli influssi di alterazioni interne, provengano esse da errori gastronomici o da alterato ricambio per vita sedentaria od altro oppure da processi morbosi latenti. Ci sono, difatti, osservazioni a bizzeffe ad ammonire che il servizio del mantello cutaneo non è più da ritenersi di semplice rivestimento difensivo del corpo, bensì equivalente a quello di un organo vitale vero e proprio. Si tratta di un viscere di speciale fattura, annidante nelle sue stratificazioni complesse attività armonicamente funzionanti. E' un organo bifronte: con una faccia annaspa nel mondo esterno per percepirne le fluttuanti variazioni ed adattarvisi, nonche per rovesciarvi secrezioni, acqua, sali e sostanze organiche di vario genere (con ciò coadiuvando il ricambio interno dell'organismo) e pure per emettervi l'eccesso di calore che infastidisca l'intimità del corpo; con l'altra frontiera sonda nella funzione del vari visceri e con essi allaccia reciproche interferenze, con la mediazione di vie umorali, sanguigne, nervose. E' per quest'ultimo meccanismo che i disturbi cutanei possono essere collegati in modo complesso alla costellazione degli avvenimenti interni. Bello è, però, che la pelle non si contenta di ricevere la impronta del guai extracutanei, come specchio inerte, ma conferisce ad essi una particolare espressione mediante la propria forma di reattività. Analogamente, forse, alla sua abilità di dare individualità sensoriale ad una svariata categoria di stimolazioni fisiche e chimiche, che capta dall'esterno. Necessario è. quindi di smetterla una buona volta di considerare i dettami dell'igiene cutanea come oggetto di femminea leggerezza e di mondanità, per individuare, invece, i mezzi migliori esterni ed interni atti a riparare tempestivamente 1 danni della cattiva condotta igienica abituale nei confronti della pelle, e mettere in guardia contro gli errori di una cosmesi empirica, affidata essenzialmente a certe sfacciate speculazioni commerciali a base di prodotti allettanti, raramente soddisfacenti, non sempre innocui per la detta < eudermia >. Basterebbero i suadenti capitoli che indirizzano a que sta metodologia di ripristino per dire commendevole la nuo¬ va opera di Marcello Cornei {Corso di dermatologia funzionale - Editore Ceschina - Milano). Senonchè tale pur importante problema non vi è illustrato che in funzione del più vasto asserto dell'annoso e ponderoso lavoro dell'insigne dermatologo; il quale ha inteso offrire con l'attuale pubblicazione un completo saggio della sua originale dottrina dermatologica, per cui la biologia e la clinica della cute umana sono valutate non più soltanto sotto l'aspetto statico di questa, bensì sulla base del suo intimo dinamismo e, quindi, delle sue manifestazioni attive e reattive di fronte ai vari stimoli. I guai cutanei si evidenziano in tal modo quali lesioni di una delle varie funzioni della pelle, tramite una inettitudine dei dispositivi della cute a far fronte ad un disturbo emergente. Sulla scia della concezione del Cornei, che va ognora conquistando l'interesse degli studiosi in campo internazionale, si accresce la possibilità di interpretare - 1 ventilati rapporti funzionali tra organi interni e cute. Ecco così apparire questa in più significativa veste di anagrafe della vita dell'uomo con iscritte tutte le sue vicende biologiche; eccola espressivo specchio di dir turbi complessi. L'occhio esperto vi legge ora un alterato equilibrio vitaminico ed enzimatico, ora il segnale di difetti del ricambio e magari ripercussioni di interiori fenomeni ormonici, appalesanti questi ultimi, ad esempio, nei malanni cutanei (dermatosi) della pubertà e del climaterio femminile, nell'acne giovanile delle ragazze, nella rosacea delle signorine attempate, in quella caratteristica pigmentazione bruna della fronte che è il « cloasma > delle gestanti. Il prurito stesso, quando non è giustificato da lesioni locali e non è spia, ad esempio, d'un diabete ignorato, può caratterizzare la personalità nevropatica di un individuo. Ma ove più curiosamente la pelle costituisce un utile linguaggio è allorquando echeggia il potere o strapotere della psiche, attraverso la subitaneità con cui certi morbi cutanei, non la semplice orripilazione, non l'orticaria soltanto, ma ad¬ dirittura psoriasi ed eczemi, prendono avvio in coincidenza di forti emozioni, di gravi dispiaceri familiari, di traumi mentali diversi. Il che impone, per la terapia, di fronte ad una malattia della pelle, una indagine sempre accorta sulle circostanze della prima insorgenza. Interessantissimo è, d'altronde, ai fini della condotta stessa di cura, la conoscenza di casi in cui si è avverata una specie di reversibilità del fenomeno, per cui attraverso la suggestione o l'ipnosi, quindi mediante influssi psichici, sono state guarite verruche cutanee e recentemente persino un caso ribelle di ittiosi, cioè di mantello cutaneo tutto a scaglie come quello dei pesci. Per curare la pelle occorre, dunque, guardare oltre la sua cortina, Angelo Viziano ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiniiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Cornei, Marcello Cornei

Luoghi citati: Milano