La principessa Pignatelli lascia i suoi beni ollo Stalo
La principessa Pignatelli lascia i suoi beni ollo Stalo La principessa Pignatelli lascia i suoi beni ollo Stalo Si tratta d'una stupenda villa sulla riviera di Chiaia, preziosi tappeti, marmi, quadri e 700 rarissime porcellane Napoli, 13 gennaio. Un fatto sorprendente si è avuto stamane, allorché l'aw. Luigi Zevola, esecutore testamentario della principessa Rosina Flci Pignatelli Cortez, dei duchi di Amalfi, neM'aiprire la busta ove la dama (una delle più illustri figure del patriziato italiano) aveva precisato le sue volontà, ha letto che la defunta aveva lasciato allo Stato la sua grande villa con relative dipendenze e giardino, un aimpio parco, e tutte Intere le famose o preziose collezioni d'arte, valutate molte centinaia di milioni. Da oggi, quindi, il patrimonio erariale e culturale della Repubblica italiana si è arricchito d'un dono fra i più cospicui in quanto, oltre alla villa, ■un autentico gioiello nello stile neo-classico lungo una. delle più belle strade di Napoli, la riviera di Chiaia, la Direzione generale delle Belle Arti riceve un complesso di preziosi tappeti, bronzi, marmi, quadri ed un insieme di settecento rare porcellane di Cina, Sassonia, Sèvres e Capodlmonte. Fra gli altri pezzi, v'è un busto, tutto tei oro, di Fernando Cortez, il conquistatore del Messico, capostipite della famìglia. Rosa Pignatelli, per le tradizioni nobiliari della sua Casata, le vaste ricchezze (fra cui gioielli famosi), l'affascinante bellezza e la raffinata vita mondana, con ricevimenti di un fasto assai raro, cui partecipavano i nomi più illustri del patriziato europeo, fu detta < la regina di Napoli ». Vittorio Emanuele III, allora principe ereditario, ed Ù duca Emanuele Filiberto d'Aosta erano fra gli abituali frequentatori delle sue serate. La famiglia da cui proveniva la principessa era palermitana e la Pignatelli giunse appena sedicenne a Napoli, ove sposò un suo zio, Diego, secondogenito del Pignatelli, principe del Sacro Romano Impero ed erede dei titoli e dei beni di Cortez. Dei cinque figli nati de quel matrimonio è vivente solo l'ultima, la principessa Annamaria, rimasta nubile, cui la decisione della madre toglie una parte così importante del pur vasto patrimonio familiare. La villa Pignatelli, ora passata allo Stato, fu costruita all'Inizio del secolo XIX dal ministro Giovanni Acton, sul terreni già del principe Carafa di Belvedere- Progettisti furono gli architetti Pietro Valente e Guglielmo Bechi. Acquistata, in seguito, dai Rotschild di Napoli (venuti a riorganizzare le finanze del Regno delle Due Sicilie), fu poi venduta al principe Pignatelli ■ di Monteleone, zio del marito della principessa. Un obbligò posto nel legato è che lo Stato apra al pubblico il nuovo museo intitolandolo al nome del principe Diego Aragona Pignatelli Cortez e lasciando nello stesso ordine le collezioni. La principessa Pignatelli ha donato inoltre allo Stato alcuni terreni, la cui rendita deve servire per retribuire, molto generosamente, il personale necessario alla custodia senza che vi sia quindi per l'Erario una sola lira di spesa. c. g.
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