Mobilitate tutte le forze di polizia alla caccia del terrorista allucinato di Delio Mariotti
Mobilitate tutte le forze di polizia alla caccia del terrorista allucinato I FUNERALI PEIAE VITTIME IERI AD AWCOH'A Mobilitate tutte le forze di polizia alla caccia del terrorista allucinato Si temono nuovi attentati del fuggiasco armato - Al Prefetto scrisse di "dichiarare la guerra all'Italia,, e di voler compiere, prima di morire, le sue vendette "nei cinema, nelle chiese e nei teatri,, - Motovedette della Finanza sorvegliano il mare per impedire la fuga del folle (Dal nostro Inviato speciale) Ancona, 11 gennaio. La breve giornata invernale, rigida, nebbioso, è trascorsa in una vana caccia al maresciallo Michele Cannarozzo, l'allucinato dinamitardo del cinema « Metropolitan ». Alla Questura, quando vedono i giornalisti, allargano le braccia e scuotono la testa. Eppure le ricerche sono intense, molte forze sono mobilitate e, agli agenti di polizia si sono aggiunti i carabinieri e i finanzieri di Marina. Stamattina è stato a lungo perlustrato il mare dinanzi alle scoscese coìte nella località a sud del porto, denomi¬ La foto del maresciallo assassino con la sua firma (Tel.) nate «Kupi di Gallina* e « Passetto». Sono luoghi tristi, da suicidi. Viste dal largo, queste coste fanno pensare alle scogliere di Dover. Vi sono strapiombi di duecento metri e nel fondo le onde si increspano su fondali rocciosi. Molti, a quanto si dice, /tanno voluto qui lasciare la vita. Ma non il maresciallo Cannarozzo, nonostante le allusioni da lui fatte nelle missive inviate alle autorità, sempre per lamentarsi e protestare e minacciarè per la mancata assegnazione di un alloggio popolare a riscatto, ^ 'B* ~àh'cké"v fcncAa" véro, purtrt che il sottufficiale esaltato an- nuncia di togliersi la vita soltanto dopo di aver esercitato la sua vendetta « nei cinema, nei teatri, nelle chiese ». Il lucido folle, in un suo scritto, ha assurdamente espresso il concetto di « voler dichiarare guerra all'Italia ». Sono frasi che farebbero soltanto pena se egli si trovasse nella condizione di non nuocere; ma purtroppo è libero e armato. La ricognizione sul mare è stata negativa e quell'oggetto scuro che dall'alto della sponda si scorgeva galleggiare sulle acque brumose, non era che un tronco d'albero. Il mare viene. 3 or ve fi Unto muli e al; largo da motovedette dèlia Finanza ed è quindi da escludere che il criminale possa da questa via fuggire, ammesso che ne abbia i mezzi. Guardate sono anche le strade che si dipartono da Ancona e le campagne circostanti, e le stazioni, le poche navi in porto, i pescherecci, i quartieri cittadini, le chiese e le scuole. Da varie parti giungono segnalazioni, telefonate alla Questura o ai carabinieri, e la polizia è costretta a correre ovunque venga indicata la presenza di un tipo sospetto rassomigliante al Cannarozzo o non rassomigliante affatto, Questo completo dissolversi di un uomo che fino a due giorni addietro era visto, nel corso della giornata, da qualche centinaio di persone, in ufficio, per le strade, nei caffè, rafforza la tesi che il maresciallo avesse un suo preciso piario e lo stia ora attuando. La prima parte, quella del lancio delle bombe, è riuscita: quali sono, se il piano esiste, le altre partir Intanto è da meditare sul fatto che il Cannarozzo si è posto deliberatamente al bando della società eclissandosi. Egli non era stato indicato da nessuno quale autore del criminoso attentato e aveva potuto fuggire dal cinema domenica serri approfittando del trambusto. Risulta in modo ineccepibili [ 11 ! 11 [ 111 i b 111 f i ) 1111 11111111 ■ i i i i 11111 l 11 ■ i e 11 i 111 f i a i n o l , l e l , , , i e a aadi nè oo bii, aoarche il sottufficiale, dopo la sanguinosa impresa, ha raggiunto casa sua. Sua moglie, Gianna, ieri ci disse che non aveva visto il marito dal mezzogiorno di domenica. Ma non era esatto. Cannarozzo, a piedi, tornò a casa, in via Maratta. Vi giunse verso le ore ZlJtO e si trattenne pochi minuti. /I vecchio suocero, che rincasava dopo aver chiuso Ja piccola « Cantina» di vini di cui è proprietario, lo incontrò nel corridoietto delle scale nell'atto di infilarsi il cappotto per uscire nuovamente. — Dove vni, Michelet — chiese Gianna, la moglie: Non vuoi mangiare t — Vado a comperare il giornale — risi ose il marito. Andò infa ti alla stazione e qui imbucò una missiva indirizzata al Prcffto. in cui sfogava le sue amarezze e fot mutava le minacce di cui abbiamo detto prima. La moglie lo attese invano fino a tardi. Poi pensò che fosse stato trattenuto all'ufficio marittimo sezione naviglio, dove il maresciallo' era occupato. Incominciò a preoccuparsi l'indomani mattina, dopo che i figlioli, Paola e Roberto, erano andati a scuola. Telefonò al comando finanza mare e chiese di suo marito. Le risposero che non lo avevano veduto. Così incominciarono le ricerche, poi i sospetti, infine si ebbe la certezza della sua colpa, anche in base agli indizi raccolti fra gli spettatori nella galleria del cinema Metropolitan. Sembra che in Prefettura la lettera del maniaco, data la difficile giornata, non fosse stata ancora letta, E' il caso di domandarsi, pur rendendo merito alla polizia che da oltre cinquanta ore si prodiga nella caccia all'uomo, quale sarebbe stato il corso delle cose se il Cannarozzo fosse andato a dormire pi esentandosi regolarmente al lavoro il lunedi mattina. La stima che circondava il mcresciallo era tale che assai ardua sarebbe stata l'indagini! per accertare le sue responsabilità. Quindi egli ha voìufo, con lucidità di paranoico, infrangere con un- colpo il suo passato di uomo per bene. Che fosse una persona generalmente stimata lo dicono tutti, dai suoi superiori diretti ai suoi amici. Lo descrivono intelligente, attivo, tenero verso i figlioli, che aiutava nel disbrigo dei compiti, anche in quelli più difficili di algebra e di matematica. Fumava poco, non aveva altre abitudini, se non quella innocente delle giocate al Totocalcio. Di rado andava al cinema, spesso allo stadio per seguire le sorti dell'* Anconetana », spesso anche al caffè. Frequentava un bar centrale, « Il Lombardo », a se ..hivd™*c qui chi era Cannarozzo siete subito attorniati da gente che si fa in quattro per dirvi che era un uomo stimabile sotto tutti gU aspetti. Vi dicono anche che .non stava bene in salute, che aveva un'ulcera duodenale, affliggenti forme reumatiche, dolori di testa e gualche attacco di epilessia. Aggiungono però che la faccenda della casa lo rendeva in quieto, amaio ed aspro contro le « autorità », che egli riteneva responsabili della sua intol lerabilc coabitazione nelle stanzucce di via Maratta. Ma quale uomo che ha a cuore le sorti della famiglia non è esaspe rato per la mancanza di una casa sufficiente ai suoi bi sogni t Il suo stato di ansietà appariva normale. Normali appari vano i suoi sfoghi, le lettere che egli scriveva a personalità locali, sempre denunciando soprusi e chiedendo l'assegnazione di un appartamento popolare. Se lo era anche scel¬ tdprtmfspmpizblcaeopgdtflalpspdpmspsdrrcrmpl i o . a i o l nra i e o ¬ to, Vappartamento, in un lotto di case in costruzione, e gli piaceva indicarlo agli alitici o raccontarne le fasi di completamento: < Hanno messo le mattonelle, hanno messi gli infissi, hanno imbiancato le stanze... ». Fu un colpo duro per lui quando quell'appartamento fu assegnato ad altra persona. Cannarozzo, al caffè, inveì contro Vingiustizia'e iniziò una serie di proteste verbali e scritte. All'Istituto delle Case Popolari — cosi si racconta — lo calmarono dicendogli che un altro lotto era in costruzione ed avesse quindi pazienza., In ottobre fu emanato il bando per l'assegnazione degli alloggi. Il maresciallo presentò i documenti richiesti, ma le carte giunsero in ritardo (così gli fu detto), essendo già coperta la disponibilità delle richieste arrivate prima. A questo punto maturò nell'uomo la follìa, che nessuno però avvertì. Gli amici lo consigliarono di affittare un appartamento decoroso, stringenr do magari i freni della sua pur modesta vita economica, ma il maresciallo era fissato su un tipo d'appartamento che potesse col tempo diventare suo e poi dei figli. Si sentiva defraudato e quindi pieno di rancore. Forse tentò di lottare contro la follìa: è stato accertato infatti che aveva richiesto al suo tenente di essere trasferito a Marina di Romagna, dove un collega era pronto a cedergli la casa, ma l'ufficiale, sorridendo, gli aveva risposto: « Ti do parere sfavorevole. Mi sei troppo utile ». Aveva meditato allora di chiedere tre mesi di licenza per ragioni di salute. Ne aveva accennato agli amici una decina di giorni addietro: la follìa l'ha però sopraffatto. Chissà se stamane il fuggiasco ha udito i funebri rintoccai delle campane che accompagnavano le esequie delle due donne da lui uccise, esequie che sono state imponenti e dense di commozione. L'assoluzione ai tumuli, forse per evitare l'assembramento della folla nella Cattedrale (un pazzo e libero ed è armato!), è stata impartita nella chiesetta dell'ospedale civile. Il corteo, nel centro della città e fino alla piazza della Repubblica, dove il sindaco ha pronunciato meste parole di cordoglio e di pietà, era fiancheggiato da attenti poliziotti e carabinieri, molti dei quali in abito civile mischiati tra la folla. Dietro ai feretri, tra le rappresentanze, erano anche gli alunni, delle scuole e, affiancati, stavano gli studenti delle classi di Paola e Robertino, figli del maresciallo, e quelli di- un corso di .geometria frequentato dal figliolo di Luigina Bartozzi, una delle uccise. Gli studenti hanno voluto offrire una dolce prova di comprensione. I compagni di scuola di Paola hanno inviato oggi una lettera a La Voce Adriatica per annunciare che essi considerano la fanciulla sempre loro compagna e desiderano rivederla fra loro: < Confidiamo — dicono i giova7ii scolari — c-he il nostro affetto valga in parte a mitigare il dolore che si è riversato sulla tua famiglia come sulle famiglie delle vittime e sull'intera città. Ritorna presto a scuola, Paola!», conclude la letterina. Un ineffabile documento di bontà che riscatta dall'odio e dall'infernale follìa. Delio Mariotti
Persone citate: Cannarozzo, Michele Cannarozzo, Michelet
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