Mendès-France ha inizialo con Fon. Sceiba l' esame dei principali problemi politici

Mendès-France ha inizialo con Fon. Sceiba l' esame dei principali problemi politici Atmosfera cordiale nelle due riunioni a Villa Madama Mendès-France ha inizialo con Fon. Sceiba l' esame dei principali problemi politici Accordo sostanziale sugli argomenti discussi; le conversazioni si concluderanno oggi pomeriggio - Smentita una conferenza a quattro di Roma, Parigi, Bonn e Londra per trattare con l'Unione Sovietica - Il Presidente del Consiglio francese in visita a Gronchi e Merzagora - Incontro con Togliatti e Nenni e battute polemiche sul riarmo della Germania - Questa mattina l'udienza privata con il Pontefice nella Città del Vaticano Roma, 11 gennaio. L'anticipazione più sicura che può farsi fin da stasera è che la visita del Presidente del Consiglio francese a Roma segnerà una svolta decisiva nel rapporti fra l'Italia e la Francia recando benefici effetti al due Paesi nel campo economico, politico e culturale; e quel che più conta, varrà a ristabilire fra 1 due popoli una migliore Intesa e una maggiore cooperazione. E' questa l'impressione precisa di tutti, a Palazzo Chigi e a Palazzo Farnese. Che non si tratti solo di una Impressione suggerita dall'atmosfera di cordialità che di solito si accompagna alle visite ufficiali, ce lo ha detto stasera il ministro degli Esteri Martino, sia pure in maniera indiretta. Dopo aver smentito la notizia diffusa da un'agenzia straniera che nelle conversazioni di Villa Madama si fosse discussa una proposta di MendèsFrance di convocare una conferenza a quattro, ' Francia Germania Gran Bretagna e Italia, allo scopo di decidere in comune l'atteggiamento da tenere nel riguardi della Russia, il ministro Martino ha precisato: «Del rapporti fra l'Occidente e l'Oriente parleremo domani ». ' Il ministro ha aggiunto che nelle due riunioni di oggi a Villa Madama i presidenti Mario Sceiba e Pierre MendèsFrance, assistiti dai rispettivi consiglieri, si sono trovati sostanzialmente d'accordo su tutte le principali questioni esaminate: la soluzione da dare al problemi più importanti e tuttora in sospeso che interessano 1 due paesi, il «pool» degli armamenti, l'Unione europea e, in genere, gli .organismi intereuropei. Naturalmente questo non significa ancora che tutto sia stato risolto e deciso fra gli statisti italiani e francesi; ma solo che c'è una comune e sincera intenzione di superare tutto quel che può dividere italiani e francesi. Trovare poi gli strumenti pratici e concreti per raggiungere tale scopo, è compito della diplomazia e, in genere, dei tecnici; e Va da a è che non saranno trovati nei due giorni della visita di Mendès-France a Roma. Con quali ottimi risultati gli statisti stiano camminando sulla via dell'accordo lo dimostra anche il fatto che già alcune pagine sono state stese sul comunicato che verrà diramato domani nel pomeriggio, in seguito al terzo e ultimo colloquio fra i due presidenti del Consiglio. Quelle pagine, che non riguardano nè il fervido preambolo nè la calorosa chiusura finale del comunicato, sono dense di fatti concreti, di accordi raggiunti. La speditezza con cui vengono affrontati e risolti 1 settantadue problemi italo-francesi che Pierre Mendès-France afferma di aver portato nelle sue cartelle col proposito di ritornare a Parigi con altrettante soluzioni, ci dice subito che il presidente del Consiglio francese ha fretta. Che voglia sbrigarsi nel minor tempo possibile, lo dimostrano anche altre circostanze, a cominciare dalle ingegnose maniere con cui si è procèduto a ridurre al minimo le cerimonie puramente decorative a tutto vantaggio del lavoro effettivo. Per esempio, il protocollo avrebbe voluto che fosse stato il presidente del Consiglio italiano a recarsi a Palazzo Farnese per dare il benvenuto al suo collega francese; e subito Pierre Mendès-France avrebbe dovuto ricambiare la visita di cor- Invece, 11 benvenuto all'ospite è stato recato stamane alle 10 dal ministro del Tesoro Ezio Vanonl, che ha approfittato dell'occasione per discutere per 40 minuti col premier francese le principali questioni economiche che interessano i due paesi. Subito dopo aver lasciato l'elegante « Salon Blanc » di Palazzo Farnese, Vanonl è andato a casa-per prepararsi a partire in aereo alla volta di Parigi dove ai tiene una riunione ' dell'OECE, e MendèsFrance si è recato a Palazzo Chigi per salutare 11 nostro ministro degli Esteri Gaetano Martino. I due uomini politici si conobbero a Londra nell'ottobre scorso, al tempo della conferenza a nove per il riarmo della Germania, e negli assidui contatti di quel giorni ebbero modo di apprezzarsi e di prendersi In simpatia. Spesso alla Lancaster House era il nostro rappresentante, esperto di dibattiti parlamentari e di convegni internazionali, a» trovare una via d'uscita, quando l'irrigidimento delle parti sembrava dover condurre la conferenza diritto diritto al fallimento. Perciò l'incontro di Palazzo Chigi, anche se limitato-ad un quarto d'ora, ha avuto un carattere di grande cordialità. A vederli insieme, quando sono usciti nella sala del Mappamondo per dar modo al fotografi di fare il loro lavoro, i due uomini politici formavano 11 più singolare contrasto: eie- gante e compassato, come al solito, Il siciliano Gaetano Martino, tanto da poter essere scambiato con un signore Inglese che fosse sul punto di uscire di casa per recarsi al suo club In Saint James; vestito come un piccolo borghese di provincia nel giorno di festa, invece, il Presidente francese. Alle 11,15 Pierre MendèsFrance, accompagnato dall'ambasciatore Scammacca, capo del Cerimoniale del Ministero degli Esteri, e dall'alto, esile e canuto ambasciatore di Francia Fouques Duparc, ha lasciato Palazzo Chigi ner incontrarsi col presidente'"Sceiba, nella sua nuova residenza privata di Villa Madama. Durante il percorso per le vie di Roma, adugglate da nere nuvole, MendèsFrance era pieno di sospiri al ricordo della bellissima giornata trascorsa a Posillipo, circondato dalle discrete attenzioni di un padrone di casa dell'amabilità dì Luigi Einaudi. Al barone Scammacca, dopo aver ricordato le bellezze che più avevano meravigliato lui e la moglie durante le tre ore e mezzo trascorse a Villa Rosebery, Pierre Mendès-France ha detto che fra l molti episodi della gentilezza e della simpatia degli italiani al suo riguardo, quello che più lo ha commosso ieri è stato l'offerta, semplice e del tutto spontanea, di un ricamo da parte di una donnetta a Sorrento. Sceiba stava aspettando 11 suo collega francese davanti alla vetrata di Villa Madama; poi gli è 'andato incontro con un premuroso: «Mon cher President ». Insieme si sono poi .avviati verso un gabinetto di lavoro. Il colloquio a quattr'occhi fra 1 due Presidenti è durato mezz'ora, In seguito essi sono stati raggiunti dal'ministro Martfno, ed hanno compiuto un - ampio giro d'orizzonte per stabilire su quali argomenti da trattare era possibile trovare un accordo subito e su 'quali altri, infine, era necessario discutere con la partecipazione di elementi tecnici. Il tocco era passato da quasi mezz'ora quando 1 tre statisti sono usciti nell'atrio di Villa Madama. E' stata la parte della villa che 11 Premier francese ha più ammirato. E' a tre archi alti sedici metri, lo decorano fantasiosi aerei stucchi di Giovanni da Udine e primaverili pitture di Giulio Romano, sicché il soffitto appare ancora più aito. li padrone di casa ha spiegato all'ospite che la villa è una costruzione dei Cinquecento, cominciata dal cardinale Giulio dei Medici su progetti di Raffaello, In parte trasformati di poi dal giovane Sangiallo. Il nome le viene da madama Margherita da Parma, la moglie francese di Alessandro dei Medici. Il ministro Martino ha aggiunto: < Fu un luogo molto amato dai familiari di Napoleone >. Quando Mendès-France ha lasciato Villa Madama per recarsi a Villa Medici e partecipare ad un pranzo offerto dal direttore dell'Accademia di Francia a Roma, ne abbiamo approfittato per domandare all'on. Sceiba di che cosa aveva parlato con il Primo Ministro francése. Il Presidente ha risposto: «Di niente! ». «Come niente? Significa che non gli ha fatto nemmeno gli auguri? ». < E perchè dovevo fargli gli auguri? >. « Perchè oggi Mendès-France compie quarantotto anni >. < Co./ie sarebbe? E' il suo compleanno e nessuno me lo ha detto? Dov'è u barone Scammacca? ». Dopo essersi fermato a conversare con 1 pensionati dell'Accademia di Francia e dopo un breve colloquio con l'on. Saragat, U Presidente del Consiglio francese è tor¬ nato a Villa Madama per affrontare la parte concreta delle conversazioni. I lavori sono durati poco meno di due ore e meco. Al primo plano erano, riuniti gli on.li Sceiba e Martino, assistiti dagli ambasciatori Quaroni, Rossi Longhi e Magistrati, ed 11 Premier francese, assistito dagli ambasciatoli Fouques-Duparo e Demargerle, dal consigliere Seydoux e dal consigliere di Stato Boris. Quest'ultimo, un russo naturalizzato francese, è un giovane sul trentacinque anni, alto, biondo, distinto; di lui, che è ritenuto li consigliere più vicino^ ja Mendès-France, si occupano'continuamente i giornali francesi di destra: l'accusa più benevola è che egli sia sostenitore della politica neutralista per l'affetto che conserva verso la patria d'origine. Contemporaneamente al pianterreno di Villa Madama erano riuniti gli esperti per mettere a punto alcuni problemi economici, culturali e della emigrazione. Sia al primo plano sia al pianterreno, come sopra abbiamo riferito, le conversazioni hanno avuto un andamento spedito ed hanno recato buoni frutti. Alle 18,30, sempre accompagnato dall'ambasciatore francese a Roma e dal capo del cerimoniale, Scammacca, Mendès-France si è recato a Montecitorio. Dopo un quarto d'ora di colloquio con II presidente Gronchi, il premier francese ha consentito a farsi presentare i giornalisti parlamentari. « Con costoro — gli ha Setto Gronchi — conviene essere in stato di non aggressione », e Mendès-France di rimando: « Senz'altro, ma lo sono nei vostri confronti? » La conversazione, con un Mendès-France di buon umore, ha preso subito un tono cordiale. Ne hanno approfittato due deputati piemontesi, gli on. Chlaramello e Fartnet, per interessare il presidente del Consiglio francese a due problemi che stanno particolarmente a cuore alle popolazioni del Piemonte: il ripristi¬ , è i ù a o i , . o . l a e e e , : i n o , t, e e ¬ no della ferrovia Cuneo-Nizza ed il traforo del Monte Bianco,' 1 cui lavori sono già stati decisi da parte italiana. Mendès-France ha fatto presente che l'ostacolo principale, ma non unico, alla soluzione di questi due problemi sta nelle difficoltà finanziarle. Tuttavia la buona volontà non manca neppure da parte francese, ed è probabile che la commissione di esperti riesca a trovare la via giusta. Ha domandato Mendès-France: « Per quello che riguarda la linea ferroviaria Cuneo-Nizza, che era fortemente passiva, che'ne direste di mettere a carico dell'Italia la mano d'opera ed a carico della Francia le spese per l'armamento? ». La conversazione ha poi preso una piega politica per l'intervento degli on. Nenni e Togliatti. Il discorso è caduto infatti ben presto sugli accordi di Parigi e sulla situazione internazionale e Mendès-France ha tenuto a rassicurare i due parlamentari che l'Unione Europea Occidentale non porterà nessun aggravamento nei rapporti Internazionali; ma anzi, se mai, condurrà ad una schiarita. L'on Nenni allora ha esplicitamente toccato l'argomento del riarmo tedesco e Mendès-Fran ce gli ha ricordato che tale riarmo è stato già effettuato nella Germania Orientale; all'obiezione di Nenni che là si tratta solo di polizia, il Presi dente del Consiglio francese ha risposto sorridendo che non è certamente necessario che la polizia possieda, per catturare dei criminali comuni, divisioni corazzate e artiglieria da campagna. E' intervenuto a questo punto l'on. Gronchi che ha portato la conversazione su un altro argomento chiedendo a Mendès-France se nel suo programma era previsto anche un incontro con la stampa italiana. Ed ecco la risposta, di Mendès-France: «Senz'altro, terrò la conferenzastampa dopodomani mattina, non appena avrò finito li mio lavoro ed avremo tirate le conclusioni ». In seguito il Primo Ministro francese si è recato a visitare il presidente del Senato on. Merzagora e finalmente, dopo quasi otto ore di lavoro e di Incontri vari, ha potuto far ritorno nell'appartamento che gli è stato messo a disposizione a Palazzo Farnese. Ha avuto appena il tempo di indossare 11 frac e recarsi, sempre a Palazzo Farnese, al pranzo di gala offerte in suo onore dall'ambasciatore francese, al quale hanno prr-o parte 1 presidenti delle Camere, gli on.li Sceiba, Saragat, Martino, Taviani, Fanfani, la signora Pella, il sindaco Rebecchini ed i più alti funzionari di Palazzo Chigi. Tutti, o quasi, erano accompagnati dalle rispettive consorti. Si sono in seguito aperti i magnifici saloni del palazzo per un grande ricevimento ■ Stanotte, quando 1 signori Mendès-France hanno lasciato 11 ricevimento per ritirarsi nelle loro stanze, il presidente del Consiglio francese mostrava sotto gli occhi tracce di stanchezza. Anche domani avrà una giornata faticosa. Nella mattinata dovrà recarsi in visita dal Pontefice e nel pomeriggio dovrà concludere le conversazioni con 1 rappre¬ sctcdpmarDdtd i 11 r 111111111 ! ! i r i i r 1111111 ; 11111111 ! 111 r 11 i ; i e [ r 1111 f 11111111 sentanti del governo italiano. La visita a Pio XII avrà carattere rigorosamente privato Pierre Mendès-France, accompagnato dalla consorte, dall'ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Vladimiro D'Ormesson, e da poche altre persone del seguito, sarà accolto nel cortile di San Damaso da alcuni camerieri di cappa e spada. Essi lo scorteranno fino all'ascensore che dal cortile conduce alla seconda loggia del palazzo apostolico. Non appena usciti dall'ascensore gli ospiti francesi saranno ossequiati dal Pro Maestro di Cappella mons. Federico Callori di Vignale e poi, preceduti da un piccolo corteo di sedlarl e di palafrenieri, entreranno nella sala Clementi, na accolti con gli onori militari dalla Compagnia delle guardie svizzere che vi presta servizio normalmente. Percorse le varie sale dell'appartamento pontificio, il Primo MI nistro francese verrà introdotto nella biblioteca privata del Parlamento; Mendès-France non gli bacerà la mano, ma lo saluterà con tre inNicola Adolfi a a a l e ù a egi n odi ci, ia oa edi ssnia e re da sha ra e^^^^ Sceiba accoglie sorridendo Mendès-France (Telefoto)