Avvelenati da sostanze ignote una donna l'amante e il figlio

Avvelenati da sostanze ignote una donna l'amante e il figlio Tragica scoperta in un'osteria di Alba Avvelenati da sostanze ignote una donna l'amante e il figlio L'uomo è morto - Il giovane e la madre sano in pericolo di vita -Forsei si tratta dì una fatalità - l carabinieri compiono una inchiesta per stabilire se esiste qualche torbido retroscena (Dal nostro inviato speciale) Alba, 8 gennaio. Un oscuro dramma si è compiuto la scorsa notte in una osteria di Alba. Un uomo è stato trovato morto questa mattina, a letto, accanto all'amante che agonizzava; su un lettino della stessa camera giaceva, pure in stato comatoso, il figlio della donna. Si ritiene trattarsi di avvelenamento da cibi avariati; tale ipotési perà non sarà possibile provarla che dopo l'autopsia del cadavere e l'analisi del contenuto gastrico di questo e dei resti di cibo prelevati agli altri due colpiti. Altre ipotesi, allo stato attuale degli accertamenti, non risultano fondate. Le tre vittime dell'avvelenamento sono: Margherita Viberti, di 39 anni, da Rodili d'Alba; il figlio Giovanni Nervo, di 17 anni, da Roddi; e l'amante della donna, Pietro Serini, di 19 anni, di Ceto (Brescia), manovale disoccupato. Margherita Viberti dà circa un anno e mezzo non viveva col marito, Pietro Nervo, di 40 anni, nato a Roddi ma residente a Sùn'o d'Alba, dove coltiva un po' di terra. I due coniugi avevano attraversato un perio do tempestoso perchè oltre due anni fa Margherita aveva conosciuto Pietro Serini capitato a Sinio in cerca di lavoro, e aveva iniziato con lui una relazione. Abbandonata la propria casa, si era stabilita con l'amante ad Alba, dove un anno fa aveva acquistato la mo desta i Osteria delle Lunghe », in via Pierino Belli 14. Il figlio Giovanni era rimasto a Sinio ad aiutare il padre nei lavori agricoli. Poco prima di Natale era venuto ad Alba per passare le feste con la madre; proprio domani avrebbe dòmito ripartire per Sinio. Da questa mattina giace, come la madre, in un lettino dell'ospedale: come lei ha gli occhi vitrei, un rantolo gli si bila dalla gola. Entrambi i superstiti del dramma, i soli che 10 conoscano e che possano spiegarlo, non sono in grado di parlare. E si teme che, date le toro condizioni, non potranno mai più farlo. Margherita Viberti e Pietro Serini vivevano coniugalmente nel misero alloggio attiguo all'osteria: una cucinetta, uìia camera con un letto matrimo male presso il quale era stato sistemato un divano per il gìo vane Giovanni Nervo. Ella si mostrava molto innamorata dell'amante, di dici anni più giovane di lei; e altrettanto lo era luì. Ma si trattava d'un amore tempestoso. Egli era gelosissimo della donna, non si sa se con fondatezza o no. Le faceva frequenti scenate, giungeva spesso a picchiarla. Più d'una volta aveva minacciato di andarsene, ira lei era riu scita a trattentrìo. . Qualcuno vorrebbe vedere nella gelosia dell'amante o nei loro frequenti litigi il movente d'una determinazione delittuosa. L'amante avrebbe cioè, per troncare quel legame impossibile, avvelenato la donna e se stesso, coinvolgendo orrendamente nel crimine il ragazzo di lei, vittima assolutamente innocente e inutile. Ipotesi az zardutissima. La sua fragilità è dimostrata dallo stesso con tegno. di ieri sera del Serini, che non ha rivelato l'atteggiamento di chi mediti di attuare o addirittura abbia già attuato un piano rosi infernale, Perchè poi coinvolgere anche 11 ragazzo/che il giorno dopo avrebbe lasciato la madre per tornare a Sinio t L'ipotesi d'un delitto com messo da terzi sembra pure da scartare. Per la mancanza di un movente, e per la difficoltà materiale di esecuzione, trattandosi appunto d'un veleno che avrebbe dovuto essere somministrato nel cibo e ingerito senza sospetto dalle vit Urne designate. Le ipotesi sono completate dalla possibilità che i tre abbiano mangiato vivande nelle quali per errore sia andato a finire un veleno; o da quella che il veleno si sia sviluppato in una vivanda avariata. Di esse, la più verosimile, allo stato dei fatti,sembra l'ultima, Ieri sera verso le 19 i tre furono visti a cena da un avventore, Enrico Alessandria: mangiavano peperoni e carciofi conditi con olio. Poco più tardi il muratore Luigi Rabellino consumò la cena nell'osteria: minestrina in brodot tesso, spinaci. Si trattenne fino alle 20fio a giocare ali'écarté con il Serini e con Margherita; Giovanni, il ragazzo, andò al cinema. E' presumibile che la loro cena sia stata uguale a quella del Rabellinb, il quale non accusò nessun disturbo. Ma è possibile che all'insalata di peperoni e carciofi essi abbiano aggiunto altro, la sostanza guasta e venefica; e potrebbe trattarsi di tonno sott'olio, che appunto quando è guasto sviluppa un tossico potentissimo. Nulla si sa del loro malessere notturno. Dalla posizione dei corpi, dot resti di cibo espulsi che sono stati ritrovati fra le lenzuola, si comprende che siano stàU attanagliati da spasimi violenti. La morie invece colse repentina, forse per le particolari condizioni del suo organismo, Pietro Serini, spentosi intorno alle quattro della notte. Alle otto e mezzo di questa mattina parve strano ai vicini che l'osteria rimanesse ancota chiusa. La guardia comunale Natale Giacosa, che abita nello stesso cortile, sollecitata dalla vicina Piera Pastorini, tentò di entrare. Le porte de1 cortile erano chiuse; invece i.-ra fermata col solo chiavistello quella su strada. (Questa porta non chiusa a chiave fa fantasticare molta gente; ma forse non si tratta che d'una disattenzione di chi l'aveva chiusa la sera prima). All'interno, non c'era odore nò di gas né di acido carbonico. In camera da letto, Pietro Bermi giaceva a braccia spalancate, sul suo braccio sinistro si appoggiava, agonizzante, Margherita; nel divanetto rantolava il ragazzo. All'o-, spedale i medici hanno sotposto questi due alla lavatura gastrica, redigendo la diagnosi: « sintomi d'avvelenamento da sostanze ignote ». . Quali siano queste, sostanze, verrà chiarito dagli accertamenti chimici. Domattina nella sala mortuaria del cimitero verrà eseguita l'autopsia del Serini. / resti di cibo raccolti in cucina (intingoli, salse piccanti; altri che sono stati espulsi dai due superstiti) e collocati in Zi vasetti, verra.nno analizzati domani. Soltanto il loro responso potrà chiarire le cause di questo dramma. *• f. < i > 11111111111 j 111 < 11 [ 11111111 i li i ■ 1 ri j 1 ! ■■ i [ 11 ■ 111 i k 11111 Pietro Serini e Margherita Vib'erti vittime dell', welenamento UllllllUllllillllllllliiiillllllllliiliilllllliiillliliiiiiiiiillllllliliiiiiillllllllllllllllllllllllllllllllllllll Giovanni Nervo, figlio delia Viberti,' nel- letto d'ospedale dAgtoli